Evangelizzazione

Cosa significa vivere la centralità eucaristica (parte seconda)

Il cammino è duro perché più si andrà avanti e più emergeranno le nostre debolezze e le nostre difficoltà, quelle che san Paolo in Galati 5, 16-26 e 1Corinzi 8,5 elenca in modo chiaro, ma l’obiettivo è la nostra piena realizzazione, l’essere perfetti e santi crescendo di giorno in giorno, come sua esplicita volontà (Lev 19,2; Mt 5,48; 1Ts 4,3). Attraverso l’eucarestia ci perdiamo totalmente in Lui: Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me (Gal 2,20).

Lo Spirito Santo realizza nell’eucarestia la libertà cristiana crocifiggendoci con Cristo se ci offriamo con Lui come vittima e oblazione per la salvezza dell’umanità.

Nessuna seduzione del mondo regge tale confronto, per questo Paolo arriva a dire in Filippesi 3,8 che ha ritenuto ogni cosa skubala, ovvero “escremento” nel termine volgare, dinnanzi alla possibilità d’essere una cosa sola con Gesù.

Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo.  Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù (Fil 3, 7-14).

Essere una cosa sola con Cristo, per vivere con Cristo e operare con Cristo. In Cristo, Capo della Chiesa, che è il suo Corpo, tutti i cristiani formano “la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui” (1 Pt 2,9). La Chiesa è santa, anche se i suoi membri hanno bisogno di essere purificati, per far sì che la santità, dono di Dio, possa in loro risplendere fino al suo pieno fulgore. Il Concilio Vaticano II mette in luce l’universale chiamata alla santità, affermando che “i seguaci di Cristo, chiamati da Dio non secondo le loro opere, ma secondo il disegno della sua grazia e giustificati in Gesù Signore, nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi” (Lumen gentium, 40) (Messaggio di sua santità BENEDETTO XVI per la XLIII giornata mondiale di preghiera per le vocazioni 7 maggio 2006 – IV domenica di Pasqua).

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1 thought on “Cosa significa vivere la centralità eucaristica (parte seconda)”

  1. “Lo Spirito Santo realizza nell’eucarestia la libertà cristiana crocifiggendoci con Cristo se ci offriamo con Lui come vittima e oblazione per la salvezza dell’umanità.”

    Profonda verità…offriamoci con Lui ogni giorno per essere strumento di salvezza.
    Grazie Davide

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