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TORNAR A SOGNARE…

Riflessioni dopo una Luce nella notte a Ponte Milvio di Lorenza Marfia.

Non è stata certo la prima evangelizzazione di strada che ho fatto e non è stata di sicuro la prima volta che ho vissuto questi tipo di incontri, ma stavolta, qualcosa mi ha fatto soffermare a riflettere su un particolare aspetto che proverò a condividere con voi.


Una costante nelle risposte dei ragazzi che incontriamo è “…io rispetto Gesù che andava per strada nella massima povertà, e rispetto anche te, ma questa Chiesa non mi piace, e quindi non ci credo e lì io non ci entrerò mai…”.

E così mi sono chiesta, ancora una volta, con un po’ di rammarico: “ Ma, cavolo, questi ragazzi dicono di rispettare Gesù, ma siccome hanno questa immagine distorta della Chiesa si stanno privando della più grande occasione della loro vita, di lasciarsi raggiungere dall’Amore degli amori che può stravolgerli e donar loro il segreto della felicità che non osano nemmeno più sognare…”.

Allora mi sono chiesta: forse, dietro questo contestare la Chiesa si cela la delusione di chi vorrebbe credere, ma non trova in quel riferimento ( o meglio nell’immagine che hanno di quel riferimento ), qualcuno che possa essere modello di felicità, di sogni realizzati, esempio di chi ogni giorno fa l’esperienza concreta di cosa significa lasciar spazio all’amore e all’intervento di Dio nella propria vita e che li possa cosi incoraggiare e ridonare speranza.

Oppure, questa contestazione, potrebbe essere un alibi per paura di ricominciare a sognare, perché forse i messaggi che la vita  ci dà e di cui il mondo ci bombarda, sono spesso negativi e portano “inconsciamente” a credere che non vale più la pena di sognare, credere, fare il bene…perché tanto vince sempre il più forte o il più furbo e l’amore gratuito e incondizionato non esiste affatto.

Credo che spesso è molto più facile puntare il dito contro un bersaglio facile che tutti contestano, piuttosto che fermarsi e ascoltare quello che ci vorrebbe dire e investire così energie per rimetterci in gioco. Ed è ancora più difficile  se la paura di un’ennesima delusione ci paralizza…

Allora, se così fosse, io desidero con tutto il cuore che le persone ritornino a sognare e a sperare che il vero amore esiste, che vale la pena fare il bene sempre e comunque e che è proprio questo il segreto della felicità. Questo mi ha dato altre nuove motivazioni per continuare a lasciare sempre di più spazio nella mia vita all’Amore di Dio per permettergli di compiere “miracoli” e realizzare i desideri più profondi che Lui stesso mi mette nel cuore, affinché sempre di più i ragazzi che incontrerò potranno incontrare così la Chiesa in verità per quello che davvero rappresenta, perché sicuramente questa verità non la scopriranno mai da un telegiornale né  tanto meno dalla società in generale.

Tutte queste consapevolezze hanno aumentato ancora di più anche il mio senso di responsabilità, perché davvero questo alibi, che, molto probabilmente prima della mia conversione anch’io utilizzavo, non debba più essere un ostacolo alla possibilità che tutti abbiamo di  rialzare gli occhi al Cielo con nuova e vera speranza, di lasciarci raggiungere nuovamente dal desiderio di sognare, di prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro!

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1 thought on “TORNAR A SOGNARE…”

  1. E’ vero, è molto più facile lasciarsi trasportare a seguire la massa, piuttosto che mettersi in discussione. Però penso anche che, se una persona incontra veramente Gesù, non può non lasciarsi travolgere da un’ondata tale di amore e gioia e gratitudine! E sentire il desiderio ed il bisogno di testimoniarlo!
    Per questo, penso a quanto sia fondamentale l’evangelizzazione di strada e quanto sia importante tutto quello che fate nel cercare di portare Luce nella nebbia delle troppe notti scure dei nostri giovani.
    Mi sento, però, anche di non biasimare i ragazzi che parlano di una Chiesa che non piace…Non in senso lato, ma di un Credo superficiale, di fedeli che pensano di sentirsi a posto con la coscienza solo perché vanno a messa la domenica e, magari, danno un’elemosina al poverello davanti alla chiesa; di gente che si scambia un segno di pace, ma poi è pronta a puntare il dito.
    A quanti è capitato di seguire una catechesi in una parrocchia diversa dalla propria (o magari per trasferimento di abitazione si sono ritrovati in una nuova realtà) e si sono sentiti un pesce fuor d’acqua?
    Personalmente sono stata fortunata ad incontrare Don Fabio Rosini e Chiara e Nuovi Orizzonti, ma posso dire di essermeli cercati! Il mio cuore e la mia anima sentivano il bisogno di una sorgente, di nuova linfa vitale e di un profondo cammino spirituale e, non mi sono arresa finché non ho trovato la strada, ma ho 48 anni!
    Come può un giovane che, magari, non ha punti di riferimenti in famiglia e che è comunque “bersagliato” da messaggi della società negativi, trovare da solo e seguire l’Amore che salva e che guarisce e che gli dà la vita tutti i giorni?
    Come mamma, sento di dover ringraziare te e tutti i ragazzi che si adoperano per testimoniare, con la propria vita ai nostri figli in strada, che c’è ancora una Chiesa sana, capace di dare accoglienza vera e genuina, amore disinteressato ed incondizionato e disposti a donare un po’ del proprio tempo per far conoscere Gesù, pane di vita, compagno e fratello nella gioia e nella sofferenza, un Dio che ama talmente i suoi figli da sacrificare il suo Unigenito per la salvezza di tanti e perché, come dice Chiara possiamo, anche nella vita terrena, provare la Gioia vera.

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