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Sarajevo: il ghiaccio della guerra sciolto dalla radicalità dell’amore

Riportiamo un articolo di don Ermanno D’Onofrio sull’esperienza vissuta quest’estate a Sarajevo da alcuni Cavalieri della Luce con famiglie disagiate

Odio…Intolleranza…Violenza…Morte…Distruzione…sono le parole chiave che hanno caratterizzato l’ultima guerra nei Balcani (1991-1995) e che ancora oggi, dopo sedici anni dalla fine del conflitto, sono presenti in queste terre devastate dall’immenso male che la guerra ha portato. Bambini senza sorriso che non sanno giocare; padri di famiglia tristi e traumatizzati dagli orribili ricordi della guerra e attualmente senza lavoro, madri estremamente preoccupate per l’estrema povertà in cui si sentono attanagliate, cuori feriti da dolori inspiegabili ed inconsolabili per le innumerevoli morti innocenti: la guerra è finita, forse, solo politicamente, ma nei cuori e nelle vite di tante persone essa è ancora viva ed accesa nelle tremende conseguenze che essa ha portato.

Ancora oggi, nei luoghi che sono stati scenari del conflitto bellico, continuano a venire alla luce tantissime fosse comuni che rappresentano la massima espressione del male, sembra siano stati 30000 gli uomini uccisi perché appartenenti ad un’etnia diversa! In mezzo a tanto dolore e tanto male, ho avuto il dono di sentire la mia chiamata ad essere sacerdote proprio in questa terra negli anni in cui c’era ancora la guerra…Quel grido di dolore di tutti quei piccoli ha interrogato il mio cuore ed ha rappresentato per me l’incontro con Gesù che, donandomi la gioia di un incontro vero con Lui, mi chiamava a seguirlo per essere nel mondo il suo abbraccio d’amore per i tanti piccoli che avrei incontrato. Fu proprio don Salvatore, il mio amato Vescovo che 10 anni fa’ mi ha ordinato sacerdote a suggerirmi di chiamare “Il Giardino delle rose blu” quel deserto che vedevo fiorire intorno a me…quel deserto che piano piano si arricchiva di volontari generosi di donare se stessi per amare gratuitamente tanti fratelli che vivevano il dolore e la sofferenza. Pur fiorendo in altri luoghi ed avendo a Gornja Bistra il suo luogo fertile e privilegiato, il Giardino delle rose blu ha sempre mantenuto con la Bosnia un legame importante e continuativo, sforzandosi di condividere numerose esperienze e progetti proprio in queste terre che hanno rappresentato l’inizio di un’esperienza determinante per la mia vita e per quella di tante persone che hanno voluto condividere con me esperienze umanitarie in questi territori… In un messaggio che proprio don Salvatore, pochi giorni prima di partire per il cielo, ha voluto lasciare a tutti coloro che avrebbero scelto di vivere un’esperienza nel giardino delle rose blu, egli afferma con tanta energia e passione, nonostante la sua vita era attaccata al respiratore e il suo corpo era ormai viccino alla fine dei suoi giorni, che “non si tratta di andare a fare una gita nei luoghi del dolore ma di essere presenza viva, efficace, di amicizia, di fraternità, di solidarietà con coloro che soffrono. Sento che nel vostro giovane cuore, la passione per gli ultimi e i poveri diventa una impellente domanda alla quale si deve rispondere soltanto con eccomi” e proprio sulla scia di questo messaggio lo scorso 18 e 19 agosto da Cittadella Orizzonti di pace, in Bosnia, è partito un gruppo di membri della Comunità Nuovi Orizzonti (don Tonino, Antonella, Luca, Dino, Mic) insieme a fra Lucio, delle Pelli Sintetiche, e a Kati, della Comunità Giovanni XXIII, gruppo che ho avuto la gioia di guidare alla volta di Sarajevo in visita a numerose famiglie povere che ancora oggi vivono il disagio e la povertà che la guerra ha causato. Rincuorati e rinforzati dalla parola del giorno (Mt 22,39) che ci diceva “AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO” abbiamo vissuto momenti molto intensi di condivisione con persone che hanno perso tutto e che ancora oggi non possiedono nemmeno l’indispensabile per vivere. Tutti ci hanno accolto con grande ospitalità ed amicizia, hanno voluto condividere con noi il poco che avevano e sono stati felici di raccontarci le loro storie.

Le famiglie che abbiamo visitato, una quindicina, rientrano tutte nel progetto “Il Ponte del Sorriso” che il Giardino delle rose blu porta avanti in questi territori. Un progetto di adozione a distanza che nel garantire un piccolo aiuto economico per diversi nuclei familiari, costituisce, al tempo stesso, l’occasione di vicinanza umana e condivisione. In molte di queste famiglie sono presenti, oltre la povertà e i disagi conseguenza della guerra, situazioni di gravi disabilità e malattie. Siamo tornati alla scuola dei piccoli e dei poveri i quali ancora una volta sono riusciti a parlare ai nostri cuori e a convertirli, a smontare le nostre certezze spronandoci a vivere l’essenziale, abbiamo dunque creato con loro un dialogo d’amore in cui da un lato abbiamo ricevuto tanti insegnamenti e, soprattutto, un esempio di dignità, amore ed ospitalità e, dall’altro, siamo riusciti a portare, come si legge nell’Articolo 39 degli Statuti di Nuovi Orizzonti, “l’abbraccio di Gesù misericordioso a quanti sono nella sofferenza fisica e spirituale testimoniando con la propria vita quanto sia infinito l’amore misericordioso del Padre; impegandosi in particolare nelle opere di misericordia e nella realizzazione di progetti in paesi in via di sviluppo”. Un dono grande per il Giardino delle rose blu quello di aver aperto il cuore al carisma di Nuovi Orizzonti…un cammino che appena intrapreso ha già visto un gruppo di piccoli della gioia condividere, nei primi dieci giorni del mese di agosto, l’esperienza della tendopoli estiva a Gornja Bistra, presso l’ospedale pediatrico di bambini affetti da gravissime malattie genetiche, ha visto ora questa breve ma intensa missione micors a Sarajevo e vedrà, alla fine del mese, la presenza di altri membri di nuovi Orizzonti al Campo di animazione per bambini presso il villaggio di Cerska, nei pressi di Srebrenica, nella Repubblica Serba.

Questi due giorni di condivisione che hanno visto il gruppo visitare anche il famoso tunnel che durante la guerra garantiva l’unico accesso alla città assediata, ha vissuto l’esperienza più profonda nella celebrazione dell’eucaristia vissuta presso il Convento francescano di Sarajevo; proprio in quella celebrazione abbiamo affidato al Signore i tanti volti sofferenti incontrati e abbiamo chiesto il dono di riuscire ad essere sempre una presenza reale e concreta nella vita di coloro che soffrono; personalmente ho lodato il Signore per avermi chiamato ad essere un piccolo della gioia sacerdote condividendo tutta la mia gioia per questa nuova avventura che si è aperta nella mia vita grazie al carisma di Nuovi Orizzonti che ha permesso di farmi vivere le esperienze che da tanti anni già vivevo con una maggiore intensità e profonda gioia grazie alla chiamata nella chiamata che, imprevedibilmente, il Signore aveva preparato per me!

Don Ermanno D’Onofrio

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1 thought on “Sarajevo: il ghiaccio della guerra sciolto dalla radicalità dell’amore”

  1. Grazie, don Ermanno. Ho letto solo ora il tuo articolo che è testimonianza di carità operosa e forte. Contemplo da molto tempo l’urgenza di Dio che vuole rendere universale e multietnica anche la nostra piccola comunità. Se allargheremo il cuore come quello di Dio sentiremo davvero il suo battito e sarà incredibilmente bello!!

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