Evangelizzazione

Un tesoro in vasi di creta e una morte che può dare la vita…

Quest’oggi – come sempre – ho meditato il Vangelo del giorno. Poi ho guardato quale “parola del giorno” fosse stata condivisa da Chiara Amirante nella sua pagina; con grande stupore mi sono trovato una lettura che sempre mi ha affascinato e che spesso ha parlato al mio cuore: 2Cor 4,7-15. La prima lettura della liturgia odierna è in modo speciale un concentrato dell’essenza del cristianesimo e del mistero della vita.
Condivido così di getto e in modo semplice alcuni pensieri…

Di questo brano oggi più che mai mi hanno colpito due passaggi.

Il primo è l’incipit. “Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi.”
Spesso ci chiediamo perché si ricada sempre negli stessi errori o dinamiche. Sopraggiunge anche il dubbio che Dio si stanchi di noi… Invece Lui sa che siamo “creta”! Forse il punto chiave è proprio qui. Se anche noi “facessimo pace” con questa verità esistenziale, allora il nostro super-io lascerebbe lo spazio necessario alla Sua Grazia.

Il secondo passaggio che mi ha colpito é: “Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita.”
Spesso non ci rendiamo conto che dinnanzi al mistero della sofferenza abbiamo solo due strade: rifiutarla e dunque subirla passivamente non cambiando nulla comunque; oppure entrare in quello che la Scrittura definisce come “crogiolo” che purifica “guardando a Colui che hanno trafitto”, a Colui che è Maestro e Signore e non ha disdegnato di provarsi della sua ricchezza per noi “spogliando se stesso… fino alla morte di croce”. Allora il dolore sicuramente non va cercato, saremo dei masochisti! Ma se si presenta, come sempre per tutti accade, sotto la forma di una specifica prova o più prove personali, può essere solo abbracciato. Si tratta di abbracciare la nostra croce quotidiana. Offrendola permettiamo a Dio di generare vita intorno a noi e attraverso di noi. Se ci pensiamo è qualcosa di inscritto nella nostra natura, basta osservare una donna che partorisce o più alla portata di tutti si sperimenta che ogni grane risultato passa per tanti sacrifici e croci…

“Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita.” Ci sono due tipi di morte che può operare in noi: quella che é frutto del peccato, che non genera vita ed ha come unico rimedio il pentimento, la Confessione e la riparazione. Ma esiste poi la morte di ogni giorno a se stessi abbracciando la propria croce per seguire Gesù. Questo secondo tipo permette a Colui che ha già vinto di operare con la potenza della Sua Resurrezione! Possiamo continuare a vivere una morte dentro il cuore, é la croce, ma se offerta per amore genera vita negli altri. La croce portata nel silenzio, senza lamentele, con il sorriso, con spirito di servizio e dono di sè spiazza, confonde, folgora, illumina, genera!

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6 thoughts on “Un tesoro in vasi di creta e una morte che può dare la vita…”

  1. Ciao DON Davide, volevo chiederti se anche le diffocoltà in famiglia con moglie e figli, sono croci? cioè difficoltà nell’educare i figli, per va di 2 tipi diversi di educazione o meglio vedute…per farmi capire meglio è che uno dei 2 coniugi fa un cammino e quindi cerca di portare sani valori alla famiglia e ad i figli, mentre l’altro è più del mondo quindi vive diversamente l’educazione , ecco vorrei sapere se anche queste sono croci d’abbracciare e portare con gioia? perchè posso dirti che se fosse cosi a me riesce dificili portarle con gioia perchè in me subentrano sentimenti di preoccupazione per per il futuro e la salvezza dei propri cari.. cosa mi puoi dire in merito ….grazie !!!

    1. La mia riflessione è personale e generale. Per i casi singoli e particolari bisognerebbe ragionarci a fondo… Tenendo le linee di quanto meditato direi che una buona revisione base potrebbe essere sull’origine della sofferenza: se ci sono cosa su cui in prima persona si può cambiare perché diminuisca e le situazioni si risolvano allora è del primo tipo, se invece non dipendono da noi ma dal peccato altrui per noi diventano “croce” da portare con amore…

  2. quindi nel mio caso è una croce da portare con amore e offrire le mie croci a DIO ? con la speranza che un giorno anche loro possano incamminarsi nel cammino di conversione.però posso dire dal canto mio che è dura ,è dura vedere i propri cari vivere delle cose che il mondo offre , accettare leggi immorali e tu li che non puoi fare nulla o meglio pregare per loro.

    1. Certamente è dura… E’ il dono della libertà… A volte penso quanto può soffrire Dio dinnanzi alla libertà di tutti noi figli usata male e vedendoci gli uni contro gli altri… Gesù ha vissuto ogni sfumatura di possibile dolore e si fa Cireneo con noi nel cammino…

  3. Dimenticavo, come diceva Chiara Lubich, avviene però un’alchimia divina quando abbracciamo Gesù abbandonato nelle croci quotidiane: la croce resta e pesa, ma il carico diventa portabile, dolce e soave insieme a Lui e soprattutto si trasfigura! Se non qui, sicuramente in Cielo dove abiteremo la casa che qui sulla Terra iniziamo a edificare con le nostre offerte quotidiane.

  4. A Christian desidero far presente una frase, che Gesù disse ad un’anima mistica: “Non entra la parola, dove il preconcetto fa barriera, ma la grazia entra; e la croce è calamita di grazie”. E questo vale pure per quanto eventualmente riguarda i nostri familiari… Coraggio!

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