Spettacolo

Dall’Iraq la risposta al messaggio di solidarietà dei THE SUN

In occasione del Giffoni Festival, il fan club della rock band vicentina aveva rivolto una dedica a 4 ragazzini di Mosul – ospiti della manifestazione – che in Iraq vivono da rifugiati dopo le persecuzioni dell’Isis.

https://www.facebook.com/thesunofficial/videos/vb.90101239894/10153238968629895/?type=2&theater

“Per prima cosa vorrei ringraziare la rock band dei The Sun per questo dono, penso che questo video sia fantastico e un’ispirazione per andare avanti… Mi ha rallegrato più dei regali che ho ricevuto per il mio compleanno e sono veramente contenta che ci siano persone che, anche se sono così lontane da noi, ci pensano, ci supportano e credono in noi.” Basma,Aneeta,Dilan e Dana al Giffoni_2

Queste le commoventi parole di ringraziamentodella piccola Basma, 12 anni, che assieme ai coetanei Dilan, Aneeta e Dana è stata ospite dell’ultima edizione del Giffoni Film Festival, grazie a un’iniziativa di solidarietà promossa dal Ministero degli Esteri italiano in Iraq e felicemente accolta dalla giuria della manifestazione dedicata al cinema per ragazzi. L’anno scorso i 4 giovanissimi iracheni furono costretti a fuggire dalle loro case a Mosul assieme alle famiglie e a migliaia di altri civili perseguitati dall’Isis perché cristiani.

Una storia che non ha lasciato indifferenti i The Sun, rock band che quest’estate ha scelto di anticipare l’uscita del nuovo album Cuore Aperto pubblicando Le Case di Mosul, canzone in difesa della libertà religiosa ispirata proprio alle drammatiche vicende dei profughi della Piana di Ninive.La band ha quindi deciso di registrare un videomessaggiodi solidarietà,in seguito al quale i ragazzi del fan club hanno voluto rivolgere ai 4 giovani iracheni una versione speciale di #credointe(tradotto per l’occasione nell’arabo “o minubika” /ؤمنبك#)la dedica che a giugno, riprendendo i temi de Le Case di Mosul, aveva creato un caso di viralità a partire dalla community dei The Sun.

La raccol745x1120xGiffoni-Film-Festival-ragazzi-iracheni_jpg_pagespeed_ic_auihS-VT3cta di tutti i contributi arrivati dall’Officina del Sole – il fan club della band guidata da Francesco Lorenzi – è un esempio di messaggio positivo nato da un’aggregazione spontanea attorno a temi umanitari e veicolato dalla rete. Oltre che un tentativo concreto di mettere in comunicazione ragazzi di culture diverse, come testimoniano i ringraziamenti arrivati via mail dall’Iraq.

A testimoniare il senso dell’iniziativa bastano forse le risposte integrali di Basma, Dilan, Dana e il significativo commento finale di Martin N. Niqola, il professore che li ha accompagnati durante l’esperienza al Giffoni:

“1st I wouldlike to thank the rock band (the Sun) for thisgift I thinkthis video isprettyamazing and itinspired me to go forward… Itmakes me happy more than the gifts I got on mybirthday and I amtoo happy thatthere are some peoplewho are faraway from usbutstillthinkaboutussupportus and believe in us.”

BasmaBazzuee

“I wouldlike to thank the Italian rock band “The Sun” for theirsongtitledMosul’shomes, which talk about the importance of their voice to defend human rights and religiousfreedom, besideour friends and family. I appreciatethisgiftwhich I reallylikeit so much and I willthankagain the rock band and allwhosupportedus for theirsong and the gift.”

DilanHakeem

“First of all i need to thank the band (THE SUN) the songthattheysing the Mosul homes and thankyou for encouragingus to go forward and to help people in needasthey help us to go more forward and I reallylike the video thatthey made for makeus smile or happy.”

Dana Qas Elias

“I wouldlike to thankanyonehelpedus to draw big smiles on thesechildrenfaces, may the almightyGodblessallwhoiskeepworking to show the suffers of ourpeople to the world community.”

Martin N. Niqola

Una risposta che rappresenta una gratificazione molto particolare per tutti i ragazzi che hanno partecipato e per i The Sun, raggiunti dalla notizia durante ilCuore Aperto Tour 2015: “Per quanto si tratti di semplici parole, il risultato è che riescono a farci sentire più vicini a tutti coloro che vogliono far sentire la propria voce e lottare in difesa dei diritti umani basilari, come la libertà religiosa. Pertanto, le parole di questi ragazzi iracheni valgono forse più di qualsiasi riconoscimento artistico o posizione raggiunta nelle classifiche di vendita” ha commentato Francesco Lorenzi, cantante della band. “Attualmente i quattro ragazzi iracheni sono tornati a vivere nel quartiere cristiano della città di Erbil, nella parrocchia di Sant’Elia, assieme a molti altri profughi, coetanei e non.Il nostro è solo un piccolo segno di solidarietà ma speriamo serva come segno tangibile di presenza, un augurio di serenità per i bambini iracheni che dà motivazione a tutti coloro che hanno bisogno di resistere.”

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