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Ciao Dolores, che la tua morte non sia vana.

Mancano circa dieci minuti alla fine della mia diretta in radio, seleziono l’ultima canzone e controllo le notizie dell’ultim’ora. Poco prima di salutare,arriva la notizie della morte di Dolores O’Riordan,anima dei Cranberries (gruppo musicale rock irlandese). Mi fermo,chiudo gli occhi pochi istanti, rileggo la notizia, non volevo crederci. Dolores no,non è possibile, lei ha la mia età. Una delle voci più belle di sempre. Colonna sonora di tanti anni della mia vita. Ho sperato fosse una delle solite notizie fake che circolano in rete.

Faccio una ricerca veloce. No! E’ tutto vero. Mi sento fortemente turbata,ma io questa notizia la devo,nonostante tutto, leggere in radio. Cambio velocemente programmazione ed inserisco “Ode to my family”. Si, credo sia la canzone giusta. Conosco la sua vita, i suoi dolori raccontati. Voglio donarle un ultimo urlo di dolore. Con la sua voce di velluto è un urlo che fa ancora più male.
Liberarsi completamente da profonde ferite ancestrali che le hanno condizionato l’intera vita. Posso farlo solo così. C’è un veleno invisibile che pervade l’esistenza, una morte lenta che intacca l’anima. Poco importa se sei alto basso, magro o grasso, ricco o povero, amato o dimenticato. E’ un serpente che striscia dal cuore alla gola, fino a strozzarti. A volte, ne conosci bene la motivazione, la radice, la causa, altre stai male e non riesci davvero a comprenderne il perché.

Le ore passano, i giorni, le settimane, e le macerie della tua vita,oscurano sempre di più la vista del cuore.
Quante Dolores in questo istante staranno leggendo tutto questo?
Quante volte io mi sono sentita come Dolores?

Puoi avere in apparenza davvero tutto e dentro di te, avvertire il vuoto assoluto.
Perdi i colori e il senso della vita, la voglia di relazionarti. A volte,anche solo avere persone intorno provoca fastidio, perché non ti senti compreso. Vedi nero, perdi ogni speranza.

Anche chi ha fede e crede in Dio? Si,accade anche a noi.
Ma noi abbiamo una marcia in più per correre ed uscire dal buio. Ci si sente abbandonati, ci si chiede: “Dio perché mi hai abbandonato?”. Si perde la connessione con il cielo. Spesso si dice a chi sta male, e me lo sono sentito dire anche io: “Ma tu sei una roccia, sei forte” … Già, sono forte, peccato che è proprio la forza che si perde quando il tuo mondo interiore è in tilt. Bisogna però comprendere se ci si sente depressi, o semplicemente infelici. La fede però aiuta, lo posso testimoniare in prima persona, e non per una profonda conoscenza, ma più per una personale esperienza con Lui, reale e concreta.

“Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio” (Salmo 42, 5). Un amico, non troppi giorni fa mi ha detto: “Tiziana, stai pregando poco vero?” … Io non so se sto pregando poco,tanto,bene o male,so che il contatto con Dio,cerco di non perderlo mai. So che Lui ha cura di me e mi sostiene sempre. Anche quando io mi allontano. Mi parla attraverso i miracoli ordinari, quelli giornalieri. Basterebbe mettere la mano sul cuore per comprenderlo. Il battito del cuore è il primo miracolo. Ed io sarò sempre in debito per questo. Non riuscirò mai a ricompensarlo per tutti i battiti donati fino ad oggi. E adesso mentre scrivo,ce ne sono altri ed altri ancora.

Gli scogli accettano le onde del mare, e si corrodono lentamente, ma non muoiono, si modellano, ed allo stesso modo, cerco di accettare tutte le cose che non posso cambiare.
Strano a dirsi, ma a volte, una profonda tristezza, dopo un iniziale smarrimento, può servire ad avvicinarti ancora di più a Dio. Si riparte con una linfa nuova e forse, una fede anche più salda.
In un mondo dove si è ossessionati dal successo, dai cellulari, dalle cose materiali, dalle apparenze,dai numeri,dove tutto diventa corsa, ci si allontana sempre di più dall’essenziale. Il nostro cuore non sa più passeggiare,e gustarne le sfumature. E’ un treno in corsa.

Come disse Papa Francesco, bisogna focalizzare bene il cammino da intraprendere, perché le mete sono tante e spesso illusorie, promettono ristoro, ma alla fine ci lasciano semplicemente nella solitudine.
«Gesù non ci leva i pesi dalla vita, ma l’angoscia dal cuore; non ci toglie la croce, ma la porta con noi». Dio ci guarda negli occhi. Dio ci vede esseri umani, non ci considera numeri. E allora, torniamo a guardarci negli occhi. Torniamo ad essere umani, non solo esseri. Torniamo a profumare di Cielo, che sa di semplicità. Dolores aveva degli occhi bellissimi, ma ne aveva perso la luce. Canta Dolores, canta dalle stelle, che noi da qui, continueremo ad ascoltarti.

Ciao Dolores, che la tua morte non sia vana.

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