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Ogni uomo e donna è una missione

Diario del Sinodo

Domenica è stato un giorno molto importante per me! Tutta la Chiesa infatti si è unita in preghiera e richiesta di aiuto per sostenere le missioni nel mondo. Sì, c’è stata la Giornata missionaria mondiale celebrata all’interno del mese dedicato a noi giovani.

Papa Francesco, a tal proposito, ci ha lasciato un messaggio molto ricco che ci rappresenta in pieno e, per chi ha già fatto una piccola esperienza di missione come me, si possono ritrovare delle parole che descrivono molto bene l’identità del missionario:

Ogni uomo e donna è una missione e questa è la ragione per cui si trova a vivere sulla terra”.

Faccio un passo indietro. Sapete cos’era la missione per me? Prima di fare un’esperienza di vera missione, pensavo che quest’ultima consistesse innanzitutto nel dover dare qualcosa. Partii in seguito per un viaggio in Brasile con la mia Comunità. Lo feci senza molte aspettative, però dentro me c’era forte questa convinzione: parto per dare qualcosa agli ultimi, a chi non ha il necessario per vivere una vita dignitosa…

Il Brasile invece ha stravolto tutte le mie idee preconfezionate della missione.
Ho colto che la missione sì, include un posto in cui vai a dare qualcosa, ma in realtà è una dimensione e un luogo in cui ricevi tantissimo. Ho sentito che ero dentro un sogno e un progetto molto più grande di quello che pensavo o immaginavo. È come se avessi contattato il mio cuore più in profondità e cogliessi la ragione per cui sono qui a vivere questa vita…

Però c’è qualcosa di più! È qualcosa di estremamente esperienziale, fatto di persone e non di concetti. Non c’è missione senza vere relazioni. Se penso infatti all’esperienza che ho fatto, mi vengono in mente tanti volti, tanti sorrisi. È stato questo per me: qualcosa che ho dato e molto che ho portato indietro.

Per chi sta con Gesù – afferma il Papa – il male è provocazione ad amare sempre di più”.

E sappiamo che l’amore funziona per contagio: più si dà e più si riceve. Le povertà incontrate mi hanno fatto sperimentare un grande senso di impotenza; o venivo schiacciata dalla miseria o mi mettevo ad amare.

Ho scelto nel mio piccolo di mettermi ad amare. È stata la risposta più gratificante che io abbia mai dato, permettendomi di spogliare me stessa da tutte le barriere che di solito tengo su più facilmente quando sono in un posto sicuro e che conosco.

Che messaggio lascerei ai giovani? Mi vengono in mente le parole di una missionaria del Brasile prima che io ripartissi per l’Italia. Io le dissi: “Come faccio ora a tornare alla ‘normalità’ dopo tutto quello che ho vissuto, dopo tutte le emozioni forti che ho provato?”. E lei mi disse: “Federica, ora vai e impara a trovare il povero anche in chi povero non appare!”. Questo augurio mi ha stravolto. La missione dunque non è solo in Brasile o in altri continenti dove ci sono povertà più visibili; c’è una povertà di cui noi tante volte non ce ne accorgiamo nemmeno e anche lì, soprattutto lì, siamo chiamati ad essere missionari, evangelizzatori.

E c’è un povero dentro ciascuno di noi da amare ed evangelizzare!

Ora so che posso essere missionaria anche qui dove vivo! Vorrei dire un’ultima cosa ai miei coetanei: quando non sapete che senso dare alla vostra vita o perché siete in questa terra così piena di contraddizioni, partite! Partite! Vi garantisco che ritroverete voi stessi e non solo!

E, come dice il Santo Padre, non pensare mai che non hai niente da dare o che non hai bisogno di nessuno. Molta gente ha bisogno di te, pensaci. Ognuno di voi pensi nel suo cuore: molta gente ha bisogno di me!

Fonte: https://www.agensir.it/chiesa/2018/10/20/trovare-il-povero-anche-in-chi-povero-non-appare/

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