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È UNA BAMBINA E NASCERÀ A MARZO

La storia di Francesca e di sua mamma Pina

«Francesca, parlami di tua madre!».

È una leonessa  con un grande desiderio di farcela, con una speranza certa di vincere la battaglia, perché io avevo bisogno di lei e lei aveva bisogno di me».

Mi trovo in un incontro di Presentazione di Nuovi Orizzonti. Durante l’evento viene proiettato un documentario sulla storia di Chiara Amirante. Come e quante possono essere le tenebre nelle quali, per nostra scelta o meno, ci si sprofonda! Nella storia di Chiara ho visto che anche esse, con la luce di Dio, diventano momento fertile per un percorso di gioia.

«Colorare gli inferi di Paradiso»  e «ognuno di noi può diventare quel pittore che prende i colori più belli per dipingere il quadro della vita». Sono le frasi che più mi hanno colpita nella presentazione…

Al termine dell’incontro vedo Francesca, un’amica che conosco da tempo, e senza un’apparente perché le dico: «Voglio raccontare la storia di tua madre!». A Francesca le brillano gli occhi. Aspettava questo momento?

Gli occhi di Francesca, di un azzurro oceanico che di per sé sono di una bellezza indescrivibile, diventano ancora più luminosi e da soli sono espressione di quell’amore immenso verso sua madre. In essi leggo  gratitudine per averglielo chiesto. «Sono in attesa – mi dice Francesca, mostrandomi il pancione – forse sarà una bambina».

In quel momento si è fermato il tempo. Di esso non voglio dimenticare neppure un istante,  perché è stato per me il momento di Dio. È come se avessi intravisto la stretta di mano di Dio alla sua creatura per dirle: «Io trasformerò il tuo pianto e il tuo lutto in danza». «Incontriamoci!».

Un abbraccio d’amore tra madre e figlia. Era quello che riuscivo a leggere nel suo parlare e mi chiedevo quanto avesse amato quella madre per ricevere tanto amore… racchiuso in un abbraccio.

Il mio pensiero andava ai tanti abbracci manchevoli che ci sono intorno a noi, per cui è facile perdersi, inaridirsi e cercare altre strade che riempiono questi vuoti. Scopri solo dopo come esse siano strade di non ritorno, che aggiungono solo sofferenza su sofferenza e uccidono quel desiderio di amare che è in ciascuno di noi.

Per Francesca non è stato così ed è per questo che riesce a trasmetterlo ed ha avuto il coraggio di lottare e accompagnare la madre moralmente e fisicamente nella malattia.

Era Natale: mamma Pina ha un cancro e Francesca, nonostante abbia un bambino di meno di 1 anno, prende in mano la situazione, si fa carico della croce e con il suo diventare gioia riesce a trasformare in gioco ogni situazione.

Mi racconta di quando ha dovuto dire alla madre a quale intervento sarebbe stata sottoposta e che la sua condizione di vita sarebbe cambiata totalmente…in peggio.

Tra me e mamma si era creato un clima particolare. Forse entrambe eravamo inconsapevoli dei giorni che sarebbero arrivati, ma riuscivamo a fermare quel treno in corsa su cui mamma sarebbe salita per allontanarsi sempre di più da me. E così è stato: la malattia ha vinto, la medicina ha deposto le sue armi… E poi il vuoto.»

Nel racconto di Francesca, nonostante lei mi parlasse di rabbia, non percepivo il vuoto. Mi ha colpita una frase: «Ho insegnato a mio figlio la favola della morte».

Francesca certamente è una donna matura e ha tanto da insegnarci: in lei ho trovato forza morale, speranza, coraggio, che si sposano in una semplicità di vivere.

Quando le ho chiesto di incontrarci era la festa degli angeli. In un messaggio al cellulare mi dice che ha appena fatto l’ecografia: è una bambina e nascerà a marzo. Si chiamerà Pina come sua mamma. Era anche le festa dei nonni e un regalo più grande Francesca non poteva riceverlo. Ha saputo abbattere quel muro tra la terra e il cielo, ha guardato il tutto con lo sguardo proiettato sull’eternità. Mamma Pina continua a vivere!

Auguri Francesca!

Imma Ruotolo

 

 

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