GiovaniPensieri e Riflessioni

Io appartengo a questo popolo!

«Una donna felice, perché generosa davanti a Dio»

Ci troviamo in Cittadella Cielo a Frosinone e l’entusiasmo di alcuni è già presente da tempo nell’aria. Si percepisce una luce particolare nei volti di chi aspetta con gioia la Cerimonia di Apertura della XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù a Panama.

Grazie allo sviluppo dei mezzi di comunicazione e alla tecnologia anche noi  giovani della comunità ci organizziamo per seguire in diretta questo evento mondiale.  Allestiamo la sala polifunzionale proprio come quando ci si ritrova per seguire le partire di calcio: prepariamo diversi punti ristoro, disponiamo le sedie davanti ad uno schermo, posizioniamo le casse per permettere a tutti di sentire bene, lasciando al centro l’altare per un momento di preghiera che precede la proiezione.

Il tema scelto da Papa Francesco è preso dal passo del Vangelo di Luca: «Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola». Questa donna diventa quindi modello dell’umanità, madre della gioia e fonte di ispirazione, esempio di ogni creatura per aver pronunciato il suo al sogno che Dio aveva su di lei. Quello di Maria è un che ha richiesto coraggio per  accogliere la novità, per dare vita a un progetto di salvezza per ognuno di noi.

E tu hai il coraggio di pronunciare un sì pieno al sogno di Dio su di te?

La partecipazione a un grande evento prevede la condivisione di valori che trovano la realizzazione nell’opportunità della solidarietà, dell’unità, dell’inclusione per essere i tifosi di Gesù. Come ogni giovedì anche ieri sera abbiamo lodato tutti assieme Gesù affidandogli i  giovani di tutto il mondo e, in particolare, dell’America Latina e l’umanità che sta attraversando una crisi morale, educativa, umana.

Non possiamo mancare nel seguire la diretta; anche noi vogliamo esserci per vivere un momento di Cielo che trasforma, che rende vivi, che testimonia la bellezza di essere Chiesa nel mondo.

«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo» ci dice Gesù. Sullo schermo in sala vedo proiettati giovani di diverse nazioni provenienti da ogni continente, appartenenti a culture differenti; sento parlare lingue sconosciute che mi permettono di identificare la provenienza di quella persone.

Vedo che in me qualcosa si accende, sono particolarmente toccata e un sorriso di speranza e fiducia appare sul mio volto e dico tra me e me:

Io appartengo al popolo della gioia che testimonia in diverse forme l’Amore e questo deve essere la mia sicurezza per farmi fare un passo nell’incertezza e dire il mio sì fermo, convinto, pieno a Lui».

Il mio andare mi dà la possibilità di trovare, capire, scoprire, costruire ponti. Non posso permettermi di alzare muri o fermarmi ai limiti che incontro. Voglio trovare il coraggio di sperimentarmi e provare a dire il mio sì. Solo così il mio andare avrà un senso e sarà ricchezza per me e per l’altro.

Afferma il Papa, riprendendo anche parole di Benedetto XVI: «Diventiamo maestri e artigiani della cultura dell’incontro che ci fa camminare assieme a partire da noi, ciascuno con il proprio cammino. Abbiamo il fiuto che l’amore non annulli le legittime differenze ma le armonizza in un’unità superiore».

Non è necessario andare lontano per incontrare l’altro. È possibile farlo tra noi anche lì dove siamo, ogni giorno, sul posto di lavoro, a casa, per strada perché ognuno ha dentro di sé un mondo inesplorato che viene definito e assume un’identità solo quando ci apriamo alla diversità e alla cultura dell’incontro. Essa prende vita solo se abitata da un amore totale che è rispetto, libertà, accoglienza, umiltà, silenzio.

Questo è l’amore, questo è Cristo. E tu, sei pronto a vivere il Suo sogno d’amore per te con lo stesso coraggio di Maria?

                                                                                                                               Alessia Dosi

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