Sono tante le domande che mi sorgono: Cosa può fare l’uomo? Cosa posso fare io? È una situazione drammatica, e di fronte a tutto questo si rimane senza parole, impotenti.
Il 2019 è stato un anno martoriato da importanti incendi (Siberia, Alaska, foresta Amazzonica), ma alla fine di questo anno e con l’inizio del 2020 è entrato in scena un nuovo imponente incendio che ha afflitto l’Australia.
Qui, gli incendi si verificano ogni anno nella stagione secca, ma il 2019 è stato l’anno più caldo e più secco mai registrato: clima secco, vegetazione più secca, e di conseguenza più infiammabile. E così è stata distrutta un area di circa 60.000 chilometri quadrati, con decine di persone che hanno perso la vita, migliaia gli evacuati e circa un miliardo gli animali morti.
Australia, scrigno di biodiversità, attaccata da una grave devastazione.
In questi giorni stiamo sentendo parlare anche di pioggie: esse non risolvono del tutto il problema, ma danno un po’ di sollievo ai vigili del fuoco e ai volontari che stanno combattendo contro le fiamme, quegli stessi uomini che qualche giorno fa hanno fatto illuminare Sidney sulla facciata dell’Opera House. È stato un grazie di una popolazione riconoscente, che combatte e cerca di guardare il positivo.
Si, perché è facile cadere nel pessimismo, vedere l’uomo solo come minaccia per la terra… in realtà, l’uomo può fare cose meravigliose e ne ha tutte le potenzialità. Basta guardare questa eroicità di uomini che, senza tregua, stanno lottando contro le fiamme, rischiando anche la propria vita.
Per iniziare un cambiamento serio basterebbe iniziare a mollare il proprio io che assoggetta a sè tutte le cose, le persone e la natura, non permettendo di vedere in esse la meraviglia della creazione, dono che il Signore ha voluto dare all’uomo. Non è facile abbandonare il proprio io con tutte le sue pretese.
E quello che abbiamo intorno a noi è una manifestazione sempre presente che annuncia la meraviglia che noi siamo.
Guardare questa bellezza è possibile, anche quando il fumo sprigionato dagli incendi si riversa nell’atmosfera inquinando; anche quando il cambiamento climatico porta ad un collasso degli ecostistemi; anche quando il processo di scioglimento dei ghiacci è velocizzato dalla nube di cenere trasportata dai venti; anche quando tutto sembra aver innescato una reazione a catena.
Potremmo imparare sempre di più da queste situazioni, ad aprire il nostro sguardo ad osservare l’oltre di noi: guardare l’altro, l’altro inteso come uomo, l’altro inteso come creatura, come dono.
E guardando a questa bellezza che è piena della Sua gloria, è possibile iniziare un cammino di rispetto e di cura nei confronti della nostra casa comune: la madre terra.
Marco Tucci