Attualità

DIO COME DOMANDA: UN CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA

Nella lettura di un libro di Vito Mancuso mi ha colpito questa pagina che mi sembra singolare e accattivante.

‘What was the question?’, qualcuno aveva scritto sul muro della metropolitana di New York sotto l’annuncio di Dio come risposta. Nel ricercare la domanda che per me avrebbe potuto avere Dio come risposta, un giorno all’improvviso ho pensato: e se Dio non fosse una risposta, ma piuttosto una domanda? Una domanda alle rassicuranti risposte che incasellano la realtà a nostra immagine e somiglianza? Dio come domanda: forse è questo il cambiamento di prospettiva necessario. Dio come domanda, ovvero accettare di lasciarsi provocare dalla realtà che si presenta ai miei occhi con tutte le sue potenzialità di senso che attendono di essere espresse.

Sono andato a sfogliare la Bibbia alla ricerca delle domande che i testi attribuiscono a Dio, e tra tutte ne ho individuate due che ho avvertito più intensamente delle altre, quasi come se ancora oggi siano rivolte a me:

  • ‘Che cosa vedi?’
  • ‘Dov’è tuo fratello?’

La prima venne rivolta al profeta Geremia: ‘Che cosa vedi, Geremia?’ (Geremia 1,11 e 1,13); la seconda a Caino dopo che aveva ucciso il fratello: ‘Dov’è Abele, tuo fratello?’ (Genesi 4,9). Di domande attribuite a Dio nelle pagine bibliche ve ne sono altre ma queste mi hanno toccato di più portandomi a riflettere su cosa cerco, su cosa voglio da questa mia vita, e su che posto hanno gli altri in questo mio cercare, su che importanza ha per me la fraternité, il più dimenticato tra gli ideali della triade rivoluzionaria del 1789.

Dio come domanda su di me (‘Che cosa vedi?’) e come domanda su di me in relazione con gli altri (‘Dov’è tuo fratello?’).

(Vito Mancuso, Io e Dio, Garzanti, Milano 2011, pp. 399-400)

Pensare a Dio come domanda mi consente di uscire da quella fissità mentale con cui a volte mi avvicino alla dimensione religiosa, mi libera da quella ricerca esclusivamente consolatoria che mi accompagna nelle pratiche devozionistiche. Inoltre mi scuote davanti alla realtà di me, di quello che vivo, delle mie modalità di relazione, sollecita la mia disponibilità a lasciarmi dire, orientare lo sguardo e vedere in modo diverso, stuzzica la mia creatività nel far emergere risposte.

Può essere che faccia lo stesso effetto anche a voi che state leggendo…

 

 

 

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1 thought on “DIO COME DOMANDA: UN CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA”

  1. Leonardo da Vinci diceva che, per comprendere una data realtà, bisogna guardarla almeno da tre angolazioni diverse. Grazie Mariella per aver proposto questa prospettiva contenuta nel libro “Io e Dio” di Vito Mancuso: ha stimolato anche me; sono perfettamente in sintonia col tuo corsivo!!!

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