Evangelizzazione

Tu sei invidioso perché io sono buono?

Il Vangelo di oggi Matteo 20,1-16 sicuramente non piacerebbe ad un sindacalista. Ma é profondamente vero…

Se il Signore si é accordato con noi per un denaro perché dovremmo lamentarci pretendendo di più?!? Troppo spesso lo sport preferito da noi cristiani é la critica, il mugugnare, il pretendere sempre e comunque senza sapere gioire di ciò che abbiamo. Troppo spesso si pensa di sapere meglio di Dio ciò di cui avremo bisogno o ciò che Lui dovrebbe fare… Ricordiamoci – come nella parabola di oggi – che anche nella nostra vita il Maestro é passato e ci ha tolto dalla strada, dal non far niente, dal vuoto, dal nulla, dal peccato, dalla morte…Dandoci la possibilità di essere protagonisti nella vita e di lavorare nella Vigna!! Che fiducia e che responsabilità! Allora la vera paga é già il poter lavorare nella vigna. La vera paga é la comunione con Lui! Non abbiamo nulla da pretendere, solo da lodare e ringraziare! E se concede ad alti di più… Lode a Lui che é buono e che nella Sua Sapienza infinita sa bene ciò che opera… E lode a Dio che arricchisce un fratello o una sorella che é un altro me! Siamo in cordata. Il Vangelo non sono chiacchiere e lamentele, ma vita e concretezza. Grazie Signore per ricordarcelo

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 20,1-16.

«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».

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5 thoughts on “Tu sei invidioso perché io sono buono?”

  1. Caro Don Davide, permettimi di esprimere una mia differente interpretazione del passo del Vangelo di oggi, anche se non sono un sacerdote ma un semplice laico.(Ovviamente posso sbagliarmi). In questo passo io vedo la volontà misericordiosa di Gesù di condurre tutti gli uomini nella vigna. C’è chi arriva prima e chi arriva dopo. Ma quello che conta per Lui e che comunque ci arrivino, accordando ad essi, senza distinzione alcuna e con pari ricompensa, la Grazia e la Gioia. Grazia e Gioia che non può ovviamente essere ricompensata in modo diverso in quanto inquantificabile. E la stessa lagnanza del fratello del figliuol prodigo al quale il Padre riconosce le sue istanze ma lo invita ad usare un’altra unità di misura nei confronti del fratello pentito che è l’Amore e la Misericordia. Permettimi comunque di dirti che l’accostamento delle lagnanze dei primi operai all’attività del sindacalista non c’entra assolutamente nulla. Il lavoro di attività sindacale riguarda la ricerca di giustizia sociale che deve riconoscere la dignità del lavoro e la possibilità di condizioni dignitose di vita (Pacem in Terris punto 6). E peraltro di questi tempi un lavoro difficilissimo, soprattutto perché molte aziende stanno scaricando sulla gente che lavora i costi della crisi (cioè poi quella che non lavora) e quanto difficile è oggi il compito di chi svolge ruolo di tutela, di difesa. Quasi volessi associare chi ha un ruolo sociale tra la gente, con la gente e per la gente, ai globalizzatori dell’indifferenza. Sono molto dispiaciuto di quanto hai scritto anche perché ti leggo sempre molto volentieri, ma questa volta fraternamente ti dico che non condivido affatto quanto hai scritto. Posso inoltre assicurarti che chi fa attività sindacale oggi non ha tempo per pensare all’invidia, credimi, guardiamoci intorno e c’è ben altro a cui pensare. Vedo sofferenza ovunque e prego il Signore, con il cuore affranto, di darci la forza di costruire Amore e non indifferenza ed egoismo. Un forte abbraccio e sono a tuo disposizione per chiarirci . maurizio (sono un sindacalista in produzione, cioè lavoro e faccio anche attività sindacale)

    1. Ti ringrazio per la tua sincerità che accolgo fraternamente. La tua lettura sapienziale la condivido appieno ed é una delle infinite possibilità con cui questo brano può parlare ai nostri cuori.
      Per la battuta iniziale preciso a scanso di equivoci che si tratta di una provocazione ironica. Sono impegnato in prima linea nel sociale per cui immagina quanto posso ammirare chi difende i diritti di chi non ha voce o é discriminato. Accolgo la tua osservazione. Ma preciso appunto é una ironica apertura di un post dove – a lettura sic et simpliciter della parabola – un sindacalista avrebbe chiesto a Gesù una retribuzione in base alle ore di lavoro. Ma la logica di Dio per chi opera per il Regno non rientra nei nostri schemi.

      1. Si, caro fratello Davide, mi sono reso conto di aver pigiato su una battuta sicuramente ironica. Solo che, credendo nel lavoro che faccio e riconoscendo di essere un po’ permaloso, sono partito in quarta. Me ne dispiaccio davvero e ti chiedo umilmente scusa. Restiamo uniti in Cristo e uniti nei diversi carismi ma in un solo Spirito lavoriamo insieme nella vigna del Signore con Gioia. Ti mando un forte e fraterno abbraccio maurizio

        1. Ci mancherebbe… Tranquillo é bello e giusto tra fratelli confrontarsi e per me é sempre una ricchezza soprattutto se una persona ha un punto di vista differente e si sente – tra le righe – la passione che anima il tuo servizio. Forse avrei potuto scrivere “Giustamente” al posto di “Sicuramente non piacerebbe ad un sindacalista” o qualcosa che renda meglio il fatto che la logica della parabola é davvero spiazzante e contraria anche ai nostri parametri di giustizia, come a dire che davvero nel Regno c’è qualcosa i più, che noi in Cielo (e in teoria noi cristiani così in Terra!!!) dovremmo avere uno scarto in più: l’amore per il nemico, la gratuità, l’amore che tutto scusa sopporta perdona ama, il sentirci davvero famiglia umana con tutti, il vivere come scritto negli Atti degli Apostoli e nella Lettera a Dignote…

        2. Ci mancherebbe… Tranquillo é bello e giusto tra fratelli confrontarsi e per me é sempre una ricchezza soprattutto se una persona ha un punto di vista differente e si sente – tra le righe – la passione che anima il tuo servizio. Forse avrei potuto scrivere “Giustamente” al posto di “Sicuramente non piacerebbe ad un sindacalista” o qualcosa che renda meglio il fatto che la logica della parabola é davvero spiazzante e contraria anche ai nostri parametri di giustizia. Come per affermare che davvero nel Regno c’è qualcosa in più, che in teoria noi cristiani
          come in Cielo così in Terra dovremmo avere uno scarto in più: l’amore per il nemico, la gratuità, l’amore che tutto scusa sopporta perdona ama, il sentirci davvero famiglia umana con tutti, il vivere come scritto negli Atti degli Apostoli e nella Lettera a Diogneto…

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