GiovaniPensieri e Riflessioni
Lo sguardo aperto dal silenzio
Testimonianze da casa: il contatto con ciò che ci circonda
Siamo circa al giorno 36 di quarantena. La mia vita è stata stravolta, un po’ a tutto il mondo del resto. È stata stravolta da una cosa piccola circa 200 nanometri, bloccandoci violentemente con tutta la sua forza. A me e a molti ci ha resi separati, isolati.
Sono fermo. Ma non fermo esteriormente, perché sembra che le cose stiano andando avanti, si procede con lezioni online e ci si scrive e ci si sente tramite social.
Diciamo che il tempo lo sto gestendo, sto trovando tempo per riprendere in mano passioni e talenti messi un po’ da parte, tipo dipingere, leggere. Sono fermo nel mio silenzio davanti a tutto quello che sta succedendo, è tutto così improvviso.
oltre i miei progetti, le mie corse, le mie fisse, le mie superficialità, i miei vizi, i miei idoli.
Abito in una casa dove affianco ho il bosco, e per questo mi sento molto fortunato rispetto a tanti che attualmente stanno vivendo tutto questo in un appartamento. Sto riscoprendo ancora una volta la grandezza della natura,
sto riscoprendo quello che ho intorno a me in tutta la sua profondità.
Questo silenzio mi ha liberato dai tanti automatismi e distrazioni e sta aprendo il mio sguardo all’opera che il Signore ha posto davanti e intorno a me, guardare questo dono di Lui e del suo immenso amore che mi circonda, che mi rinfresca, che mi riscalda.
Gli alberi con le loro ombre e fronde avvolgono il mio sguardo. Il sottobosco, le foglie, la terra, fanno da cuscino ai miei piedi, e questo mi fa sentire vivo, mi fa sentire concreto. Il sole che avvolge il mio corpo, la mia pelle, il mio viso con il suo calore. Il fresco della sera pungente, mi dona quella sensazione di limpidezza e freschezza insieme alla poggia, all’umidità… respiro. A pieni polmoni. Soprattutto in questo periodo di silenzio scopro la bellezza del mio respiro, attraverso questi polmoni fragili e vulnerabili. Respirare, percepire i profumi, sentire il vento che entra nelle narici e arriva ai polmoni. Mi sto sentendo vivo!
Sento anche quel vuoto, quella mancanza del contatto fisico, degli abbracci. Ho un estremo bisogno di rivedere gli altri. Quando prima era tutto scontato, scontato anche il guardarsi, adesso tutto questo mi manca. Il parlare faccia a faccia senza timore. Il vedersi negli occhi con le persone con cui ero vicino ma che ora non posso vedere.
Tutto è dono.
Nulla è scontato, e non dovrà mai più esserlo.
Cammino in silenzio, senza correre, in attesa.
Marco Tucci