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“Un cuore … una capanna …” di Luigi Germano

Non è una favola …. è una storia, una storia che ancora una volta si ripete nell’indifferenza di un mondo che corre frettolosamente, immerso nelle sue sicurezze, nelle sue voglie di successo, di emancipazione che lo allontanano sempre più dalla realtà, da una realtà che parla di altro, di una realtà che richiama all’amore.

Per noi cristiani, la capanna dovrebbe farci sognare, contemplare il Mistero d’Amore, di un Dio che si è fatto Bambino nell’umiltà, per dimostrarci che nell’amore si parte dal basso per volare alte vette insieme a Lui. Ma i palazzi, le città, il frastuono delle grandi metrò, ci mostrano ogni giorno una realtà diversa che non ci fa più sognare e ci fa credere che tutto sia una favola, una leggenda, anche il nostro Dio.

Eppure posso dire che questa storia è reale.

E oggi che cammino per le strade di queste favelas, riesco a comprendere di più il mistero, l’immensità di un amore che vuole parlare ancora ai nostri cuori, nella quotidianità, per dirci “Ci sono per te”…e anche Io come te ho vissuto questo ….Posso capirti ….Se chiudo gli occhi penso all’intimità della grotta, all’amore di Maria, alla protezione di Giuseppe, al calore di un bue e di un asinello che accolgono con le loro pochezze, il Tutto di Dio.Un bambino che nella semplicità, raccoglie intorno a sé pastori, Re potenti assetati di amore, assetati di verità.

La mia mente va oltre quello che abbiamo sempre visto e cercato in quella grotta, a volte addobbata con mille luci per renderla più bella agli occhi di chi la guarda, e si perde nell’immaginare un bambino nudo che non sa di cosa coprirsi se non del fieno di una mangiatoia, una mamma indaffarata nel cercare l’acqua per provvedere alla sua igiene, a preparare quella poppata importante per la sua sopravvivenza, un papà schiavo delle regole di un tempo, che si trova a nascondersi e proteggere il frutto di un amore che il mondo non comprende, una stalla ricca di odori e sentimenti che mi richiamano all’attenzione e che mi dicono che non è solo una mia immaginazione, che è stata realtà e lo è ancora.

Quante capanne ho visitato in questi giorni, quanti bambini ho incontrato nudi per strada o nell’intimità della loro casa, che di intimità non hanno un bel niente, amache che fanno da letto, pavimenti che fanno da tavola, da sedia, da bagno, da tutto a volte vere e proprie stalle ….

Ma non è Natale e non siamo nel nostro bel presepe di casa o di parrocchia.

Siamo in case vere, di chi ha ancora un sogno, ancora voglia di vivere e dimostrare al mondo che ce la può fare, che l’amore può vincere nonostante tutto.Una cosa mi ha colpito che nella grotta di Betlemme non c’era e, che nessuno hai mai pensato di mettere nemmeno nelle migliori rappresentazioni: è la Signora Tv. Perché questo?….., perché in tutte le capanne che ho visitato nella loro miseria, lei regna sovrana, anestetizza la vita di ognuno quasi a renderli parassiti incapaci di vivere, ma solo di sognare attraverso di essa.

Non crocifiggiamo ancora l’amore, come abbiamo fatto più volte nella storia, non permettiamo che il mondo vinca su di esso.

Un bambino, se pur solo un bambino, ha bisogno della sua dignità, di poter ancora sognare un futuro migliore.

Impegnamoci insieme la capanna di Betlemme esiste davvero ed esiste ancora oggi per attirarci tutti a sé.

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1 thought on ““Un cuore … una capanna …” di Luigi Germano”

  1. Fratellino grazie per questo articolo, è come un volo di andata e ritorno da quelle strade che tu ed Anna con altri di Nuovi Orizzonti state percorrendo, grazie perché leggendo e guardando l’ultima immagine è possibile sentire qui profumi, emozionarsi immaginando gli sguardi di tutti quei bimbi che nascono e vivono in quelle “capanne” che ci ricordano una nascita povera e ricca allo stesso tempo.
    Grazie per questo assaggio di essenzialità!
    Un forte abbraccio da Roma.

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