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Il Rosario per entrare in connessione con il mondo e con Dio
Diario del Sinodo
Eccoci qui. Il Sinodo sta procedendo con le condivisioni nei circoli minori che mi permettono di vedere la diversità della Chiesa, le meraviglie che Dio sta realizzando e anche le difficoltà che si riscontrano nella società in cui viviamo.
Al mattino, un giovane appena sveglio, come prima cosa si connette con il mondo del web. È un modo per tuffarsi nei social e così sentirsi in qualche maniera parte di un tutto. Parliamoci chiaro: questo è lo strumento più utilizzato; diremmo, più cliccato.
C’è però una modalità insolita per sentirci parte del mondo, una connessione che ho scoperto dopo il mio incontro con Dio, che si serve di parole ordinarie portandoti però a vedere lo straordinario; non richiede giga, abbonamenti, soldi…
C’è un mezzo del tutto originale che ci permette di entrare in connessione con il mondo e con Colui che l’ha pensato e voluto: la preghiera, in particolare quella del Rosario.
Quanti strani pensieri facevo non appena sentivo anche solo nominare tale devozione prima di averla sperimentata… Mi dicevo: è una cosa da vecchi, per chi non ha molto da fare e non conosce altri strumenti per mettersi in relazione con gli altri o con Dio; è inutile, ripetitiva, poco accattivante, fuori moda…
Però vi dico una cosa: quando la si prova si apre un orizzonte nuovo!
Io ho riscoperto la preghiera del Rosario poco dopo la conversione. In casa, mia nonna, ma pure mia madre, lo hanno sempre recitato. Ne ero a conoscenza ma io non l’avevo mai preso in considerazione. Dopo l’incontro che ha cambiato la mia vita ed è nato in me il desiderio di avvicinarmi più a Dio e, di conseguenza, alle persone, ho rispolverato questa devozione.
Volete sapere qual è stata la cosa divertente? Non sapevo da che parte iniziare… Mi sono dunque messa in ricerca sfruttando il web. Ebbene sì, dal desiderio di preghiera, ho digitato on line: come recitare il Rosario? Mi appare innanzitutto un brano del Papa su questa preghiera rivolto proprio ai miei coetanei:
“Nel Rosario infatti, ripetendo l’Ave, Maria, noi meditiamo i Misteri, gli eventi della vita di Cristo per conoscerlo e amarlo sempre più. Il Rosario è uno strumento efficace per aprirci a Dio, perché ci aiuta a vincere l’egoismo e a portare pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo”.
Sì, a casa da sola ho imparato a recitare tale preghiera. All’inizio non è stato per niente facile perché è una preghiera talmente semplice e alla portata di tutti, che per giovani e adulti, così complessi quali siamo, le cose semplici non sono quelle che subito amiamo; la semplicità in effetti è stata rimpiazzata oggigiorno con l’immediatezza…
“E qui vorrei sottolineare la bellezza di una preghiera contemplativa semplice, accessibile a tutti, grandi e piccoli, colti e poco istruiti; è la preghiera del Santo Rosario”.
Ad oggi lo posso dire anch’io: è veramente una preghiera semplice, accessibile a tutti e soprattutto ai giovani. Il Papa ce l’ha chiesta e continua a farlo ininterrottamente anche per questo mese, come un modo per chiedere la protezione di Maria, la più invocata in questa pratica.
Io ho un’immagine che porto nel cuore ogni volta che prego e penso al Rosario: una corda che mi lega al mondo intero. Attraverso le diverse “Ave, Maria” posso rimanere accanto alle persone che amo e conosco! È la prima connessione del mattino, è il mezzo che mi permette di fare parte del mondo, legandomi a luoghi e persone che conosco e che porto nel cuore. È la preghiera semplice e accessibile a tutti, sì! Abbiamo bisogno di cose semplici, anche ripetitive per certi versi, perché ho sperimentato che, come la goccia scava una roccia se cade con frequenza, così il Rosario recitato con costanza e impegno scava il mio, il nostro cuore di pietra.