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A Natale con incanto

L'ultima opera natalizia di Banksy

E’ quasi Natale: periodo di festa, ma anche di corse alle casse dei supermercati, nella frenesia di impacchettare i regali – magari ricordandocene all’ultimo -, di addobbare la casa, di scegliere il menù che metta d’accordo tutti.

E poi ci sono i pensieri: su come sarà l’anno avvenire e i ricordi verso le persone care del passato; il tutto tra ghirlande, profumo di abete o pino domestico, con la musica di Bublè in sottofondo e gli spettacoli di luci e lucine che vediamo in questi giorni.

E io in questo frattempo ho posto l’attenzione su una panchina.

Sì perché qualche settimana fa, nel Jewellery Quarter di Birmingham, il noto writer di strada Banksy ha sorpreso tutti: nella notte, ha dipinto sul muro due renne natalizie che si slanciano verso le stelle, e con le redini trainano in cielo la panchina a cui sono legate.

È un simbolo forte per questo Natale, oggi, che forse siamo più concentrati su luci, vacanza e regali piuttosto che sul vero valore di questa festa.

Per alcuni minuti, Banksy ha filmato la sua opera, proprio mentre un senzatetto di nome Ryan si posava su quella panchina a dormire, per trovare riposo dalla fatica della sua esistenza per strada, assieme ai pacchi che rappresentano la sua lotta quotidiana per sopravvivere. Ne è risultato così un Babbo Natale clochard.

Quella notte è capitato a lui, ma su quella panchina ogni giorno si siedono turisti, gente del posto, bambini e chiunque voglia farsi una foto e sentirsi partecipe di quella scena che vorrebbe simboleggiare un Natale speciale. Ecco che potrebbe essere così lo spirito con cui vivere questa festa.

Potremmo essere portatori di gioia, di una gioia destinata a tutti senza precluderla a chi cerca in noi uno spazio di amicizia, di conforto, di casa.

Chiunque di noi potrebbe sedersi su quella panchina e “interpretare” il Babbo Natale della situazione, chiunque potrebbe prendere le redini di quelle renne e portare gioia laddove sente il suo cuore.

Perchè non farlo? Perchè non sforzarci di cambiare il nostro piccolo mondo per una volta?

Questa può essere l’occasione giusta.

A Natale, noi possiamo essere i protagonisti, sederci su quella panchina e incarnare l’amore: un abbraccio agli amici del cuore, una carezza alla nostra persona speciale, un gesto d’affetto a chi vive nell’amarezza quotidiana, un momento di attenzione a chi ne ha bisogno in questo momento, un ascolto interessato a chi non ha nessuno vicino, un clima di festa a chi si sente senza ristoro e nella nostalgia, un sorriso per quei bimbi e quei piccoli che troverà attorno a sé.

Possiamo essere noi il Natale per qualcuno, indipendentemente da chi siamo, da dove veniamo e dalla nostra storia. Tutti noi possiamo dilapidare la gioia, e sperperare felicità.

Banksy quella notte forse l’ha intuito e ha cercato di consegnarcelo, un modo vero di essere Natale, indipendentemente dal credo religioso o altro, una gioia incontenibile che non si ferma. Nemmeno quando un anonimo la sera successiva decide di vandalizzare l’opera disegnando due nasi rossi sulle renne.

Forse non aveva colto il senso pieno di quell’immagine, quella possibilità che avrebbe avuto di sedere anche lui sulla panchina per un attimo e diventare protagonista di annuncio, di una lieta visita, per portare la gioia, incarnare la speranza, farsi trainare verso una scelta con incanto.

Noi lo possiamo, se lo vogliamo.

Sempre, a partire da oggi.

Buon Natale a tutti!

David Martìnez

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