Attualità
“Si può ancora sognare…” di Luigi Germano
Tra fogne a cielo aperto, mattoni impastati ad escrementi, cartoni e materiali riciclati, dove non oseremo far riposare nemmeno il nostro maialino, tra discariche abusive e un fiume traboccante di melma che scorre stanco disegnando il perimetro di una città provata dal degrado, battono ancora i cuori di tanti uomini e donne in cerca della loro dignità.
Uomini che cercano di essere “normali” ma schiacciati dal dolore della certezza che questo è e sarà solo un sogno. Uomini che si lasciano andare a se stessi, abbandonandosi all’alcool, alla droga per anestetizzare i loro sentimenti, le loro emozioni, la loro voglia di essere semplicemente uomini capaci di amare ed essere amati. Uomini che come nelle favole sognano una famiglia, cercano la propria donna da amare con cui fare progetti e sogni. Uomini che desiderano essere padri, mariti ma che purtroppo non riescono nemmeno a rendersi conto di essere uomini…
Tra odori indescrivibili che attraversano questi quartieri, quasi a coprire tutto il bello che questi cuori ancora nascondono, c’è una speranza che parte dalla spensieratezza dei bambini, dal loro sorriso, dal loro cuore puro, capace di gioire nonostante tutto, nonostante la totale indifferenza di uno stato che li considera solo un numero, un sovrannumero….E pur quel numero in più è il numero che conta, il numero che ha parlato a tanti nella storia e che oggi sta parlando anche a me che sono in giro nei quartieri di questo posto che tutti chiamano favelas. Sembra un nome idilliaco, un sogno da vivere ma non lo è affatto, se non fosse per questi bambini che rallegrano le strade, i cuori delle loro mamme danno ancora una speranza a quei padri che in loro ritrovano la dignità, semplicemente con il loro esserci.
Un sogno che prende ogni giorno sempre più forma grazie a chi nella sua vita ha incontrato il dolore, ha fatto i conti con lui e ha deciso di non farlo più vincere nella sua vita e in quella degli altri, scegliendo di vivere qui povero tra i poveri, di gioire con loro, soffrire con loro ed essere uno di loro.
Questo è quello che rende queste favelas una favola, un cuore che batte, che batte di amore vero, di quell’amore capace di far incontrare sguardi che nonostante la diversità delle lingue si comprendono semplicemente amandosi…
Si può ancora sognare … perché ciò che l’amore vuole l’amore osa…
stupendi !!! tutti 🙂