Attualità
DONNA E’ BELLO! Ma la lotta è dura…
Da pochi giorni abbiamo celebrato l‘8 marzo, festa della donna, con una serie variegata di iniziative, dibattiti, incontri. Ma non riusciamo a liberarci il cuore da quei 3 femminicidi che hanno segnato il giorno e con i quali si è dichiarata la NON festa della donna.
Ieri la vicenda triste delle ‘quote rosa’, bocciate alla Camera, ha sollevato nuovamente e in modo forte il dibattito della presenza delle donne nella politica e ha evidenziato oltre modo la resistenza ad oltranza dei maschi a lasciare le poltrone, ma soprattutto ad abbandonare la loro mentalità patriarcale e sessista.
Anche la Chiesa, con diversi interventi di Papa Francesco e di altri cardinali, rimette a fuoco il grave problema della NON presenza della donna all’interno delle sue realtà istituzionali e decisionali.
Riguardo all’ambito della politica, proprio questa mattina ho letto un lungo articolo che, appoggiandosi a studi e ricerche e con dati alla mano, sottolineava il fatto che, dove le donne governano con la stessa dignità e potere degli uomini, la politica e le istituzioni sono migliori e i risultati assai positivi.
“Questo perché uomini e donne in politica hanno priorità diverse: le donne danno maggiore importanza al welfare, alla famiglia, ai bambini e ai diritti delle donne, sono liberali e inclusive nelle loro scelte rispetto alle fasce più emarginate della società, nei confronti dei giovani, degli anziani e degli stranieri. Occorre passare dal genere dei politici alle politiche di genere. L’Italia è indietro nelle rappresentanze politiche delle donne e questa realtà ha un impatto (negativo) anche nella cultura della buona amministrazione”.
Riguardo all’ambito ecclesiale, interessante, tra le tante interviste, quella al cardinal Kasper che ha tenuto giorni fa la relazione introduttiva al Sinodo straordinario sulla famiglia nel corso del Concistoro. Tra l’altro, alla domanda circa la sua opinione sui ruoli della donna nella chiesa, il cardinale risponde così:
Penso che le donne debbano essere presenti a ogni livello, anche in posizioni di piena responsabilità. È indispensabile l’apporto della ricchezza e delle capacità intuitive insite nel genio femminile. La Chiesa senza le donne è un corpo mutilato. Tante sono oggi impiegate attivamente negli organismi ecclesiali. Possiamo immaginare oggi strutture comunitarie, caritative, culturali senza la presenza delle donne? Senza di loro le parrocchie chiuderebbero domani stesso. Nella realtà e nella Chiesa “in uscita” prefigurata dal Papa le donne sono già avanti, sono alle frontiere.
Di fatto la realtà esprime la stessa cosa: quanto siamo ancora lontani dalla costituzione di un mondo che parla la lingua del femminile e del maschile in una comunicazione e in una relazione fondata sul rispetto reciproco e sull’ascolto profondo senza manipolazioni o sopraffazioni!
Per questo, il tema della differenza di genere e della necessità di reimpostare la relazione tra maschio e femmina è una richiesta e una necessità urgente e impegnativa. Ne va della realizzazione del sogno di Dio che ha creato l’uomo e la donna a sua immagine somigliantissima, con identica dignità, senza alcuna discriminazione per l’uno o per l’altra.
Una domanda però nasce con forza nella mia mente e ve la rivolgo volentieri: perché questa guerra spietata tra i generi? Perché questa secolare incapacità delle donne di mettersi in piedi e degli uomini nell’abbandonare la sicurezza del potere? Come una fede vissuta e attuata fedelmente nella quotidianità può modificare le sorti belliche dei generi?
Carissima, hai espresso esattamente quello che penso da decenni, ma, che da tempo, e in troppi contesti, mi sembra persino ormai del tutto inutile ribadire, sottolineare…Abbiamo constatato l’immaturità politica di coloro che credono di essere estromessi da una maggiore presenza delle DONNE in Parlamento, meschinamente nascosti dal voto segreto, in un Paese che è anni luce lontano dal riconoscere quanto sia opera concreta e quotidiana, il lavoro instancabile e senza rumore, la struttura stessa, creativa e dinamica, il sacrificio senza pari di milioni di donne in questa nostra povera Italia, i cui veri Padri hanno formato figlie dignitose e stimabili, ancora prive di riconoscimento e d’investitura sociale, bistrattate e relegate per quel maschilismo retrivo e deleterio che è frutto dell’ignoranza e della collusione… Credo che servirebbe mettere in atto forme rilevanti del nostro esserci: se le donne fossero capaci di non andare a votare, tutte, per quelli che così si sono espressi…Se fossero capaci di coalizzarsi positivamente per il bene del Paese…purtroppo l’ambizione di alcune mi ha dimostrato che molto dipende da Chi siamo veramente, uomini o donne, in tutta la nostra dignità e lealtà di esseri umani gli uni per gli altri e non uno/a contro l’altra/o…molto, cioè, dipende dall’amore autentico a noi stesse e agli altri di cui siamo capaci e promuoverci l’un l’altro fa parte della medesima stima tra ‘figli’ dell’unico Dio di cui siamo ‘impronta’ nel mondo…E’ da questo che siamo realmente lontani…anche nella Chiesa! Il genio ‘riconosciuto’? Questa è un’altra storia…da riesaminare nella verità…Un saluto, davvero grazie! Concetta F. Sinopoli