Video di presentazione del JoyMix Team

Marco Manfrè scrive così di un incontro tenuto da Maurizio e Maurizia del Joymix Team: “«Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5)
È questo il brano del Vangelo che ha caratterizzato la V domenica di Pasqua di quest’anno, uno dei brani che ci ha accompagnato durante il pellegrinaggio giubilare a Frazzanò nel corso della Giornata Diocesana dei Giovani, sotto la protezione di San Lorenzo Presbitero, di cui ricorre l’850° anniversario della morte.

La nostra riflessione è stata incentrata sulla gioia, la gioia vera che si ha nello stare uniti a Cristo vera vite, e punto di partenza per questa riflessione è stato senza dubbio il messaggio del Papa per la 27^ GMG del 2012: «Siate sempre lieti nel Signore» (Fil 4,4).
Gioia: è la parola chiave di questa Giornata, è il fulcro della fede in Cristo Gesù. Se siamo Cristiani non possiamo avere le facce smorte… noi non testimoniano un morto ma “Il Vivente”.

Ci hanno aiutato a comprendere meglio questa “Gioia”, che viene da Cristo, Maurizio e Maurizia della Comunità “Nuovi Orizzonti”. Ci hanno donato la loro testimonianza, senza usare maschere hanno raccontato la loro esperienza di giovani delusi dalla vita, in cerca dell’Amore vero… ma che lungo il loro cammino hanno trovato amori-chimera che davano gioie effimere, passeggere.
Cristo? Dal loro racconto risultava essere un perfetto sconosciuto, o comunque qualcuno da cui stare lontano! Ciò che era importante ricercare era il successo, lo “sballo”, la fama, la ricchezza, il divertimento… tutto questo ad ogni costo! E come piangeva il cuora quando hanno detto: «Io avevo tutto, ma non ero felice, non avevo trovato l’Amore e la Gioia».

«Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi si perde o rovina se steso?» (Lc 9,25) Il tralcio staccato dalla vite è morto, non ha linfa vitale, non produce frutto… «Senza di me non potete far nulla», dice Gesù, ma Lui, nella sua grande misericordia, ha un’infinità di vie per poter andare incontro alle sue pecorelle perdute, così si serve di un sorriso di un bimbo africano, che gioca in una pozzanghera, per spalancare il cuore a uno; del ricordo della Messa domenicale a cui si partecipava da piccoli per dare la spinta a un altro per tornare ad accostarsi a Lui… e quanti altri esempi si potrebbero portare.

Maurizio e Maurizia, dopo essere stati lontani da Gesù hanno avuto il coraggio di farsi prendere in braccio da Lui, hanno pianto, e a Lui si sono affidati con queste parole: «Finora ho fatto a modo mio, ora fai Tu». Credo che la loro esperienza, qui raccontanta solo a grandi linee per non invadere la loro privacy, possa far riflettere tutti. Ognuno di noi ha le sue dipendenze: dal gioco, dall’alcool, dalla droga, dal sesso – e perché no – da internet, da Facebook, dal telefonino… ma quanti di noi hanno la capacità di mettersi in ginocchio, magari piangere per il dolore che provoca l’allontanamento dall’Amore per seguire gioie futili.
Eppure Gesù è chiaro: «Restate nel mio amore, perché la gioia sia piena» (Cfr Gv15,9-11). Solo restando in Lui possiamo avere la vera Gioia, quella che non delude e che vale la pena di testimoniare agli altri, così come hanno fatto questi due “Testimoni della Gioia”, perché sicuramente porterà frutto.
Quando si incontra Gesù, non lo si può tacere, pertanto «La gioia del Signore Risorto è la nostra forza», o per dirla con Maurizio e Maurizia: «E gioia sia!».”