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“In quell’ abisso di dolore – amore a cui tu mi chiami..”- (Esperienza micors in Bosnia 27 dicembre 2011) – articolo di Francesco Torelli

Sono partito per questo viaggio in Bosnia- Erzegovina consapevole solo di iniziare un percorso esperienziale di formazione al volontariato, ma non avrei mai immaginato di immergermi in un abisso così profondo di disagio, di vivere una realtà così cruda.. di vedere tanta gente di ogni età, anziani e soprattutto bambini, vivere un dramma così forte come quello della povertà,  non possedere niente ma avere un cuore pieno e traboccante di vita. Sono cresciuto in un mondo dove regnano le grandi potenze del consumismo, dell’edonismo e del piacere, dove si può avere “di tutto e di più”, dove più hai e più vuoi e non sei mai soddisfatto, mai appagato.

Tante sono le scene di povertà che ti passano avanti ogni giorno attraverso la tv, internet ed altri mezzi di comunicazione, scene che nel momento in cui le vedi ti commuovono, ti toccano il cuore, magari ti fanno venir voglia di fare qualcosa, ma non riescono a squarciarti il cuore e a farti immergere in quel grande abisso di dolore-amore che può avvenire solo attraverso l’incontro con l’altro, tu e lui, lui e te solo. Non è una fiction come siamo abituati a vedere ogni giorno, è una realtà, è un’ esperienza , un incontro faccia a faccia, cuore a cuore con tuo fratello, quello che non ha potuto avere quello che magari hai avuto tu, ma che in fondo è la stessa identica persona che sei tu, non è  un diverso!

Ancora una volta sono partito, come spesso mi capita, tanto sicuro di me, con tanta voglia di fare, immaginando di crearmi possibilmente anche qualche spazietto per soddisfare i miei piaceri.. ed ancora una volta il Signore ha scombinato i miei piani e mi ha chiesto con forza non di “fare” ma di “essere”, si perché il volontario non lo si fa, ma lo si è. Nel momento in cui mi è stato chiesto questo, mi si è aperto un mondo ed ho  cominciato a fare i conti  con la mia di povertà, quella che fino a qualche giorno prima non sapevo nemmeno esistesse, perché ogni volta che mi si presentava davanti la evitavo..e  sempre sono fuggito.

Una voce nel cuore mi invitava a spogliarmi e farmi povero con i poveri perché solo cosi avrei potuto incontrarli, e nel cuore gridava sempre di più la voce di Cristo che diceva a Pietro : “Coraggio, sono io, non aver paura!” (Mt 14, 22-33).  Tante voci nel cuore m’impedivano di vivere quell’incontro cosi speciale, la paura dello sporco, la paura di prendere una malattia, quella di un rifiuto dell’altro, ed una vocina che mi ripeteva sempre nella testa: “ Stai attento che….”. Effettivamente uno “perfettino” come me, amante del piacere, non avrebbe mai potuto  vivere un esperienza del genere se non si fosse spogliato di tutte le sue paranoie, ma per fortuna nel cammino che sto facendo nella comunità di “Nuovi Orizzonti” ho imparato a scegliere.. scegliere come vivere in una determinata situazione , anche in un forte momento di dolore, quando ti sembra proprio di non farcela più.. scegliere di vivere in pienezza quell’istante, quel “qui ed ora” affinchè  quel momento potesse diventare un momento magico.

Allora più forte della morte, più forte delle mie paure, più forte del dolore è stato l’Amore, ed è proprio lì, in quel preciso momento che ho potuto  contemplare, penetrare, perdermi e consumarmi in quell’abisso di dolore – amore a cui Lui mi chiamava ed è lì che la loro povertà è diventata la mia ricchezza. Non avevo mai capito prima che cos’era la povertà, eppure questa gente me l’ha insegnato. Rimarrà sempre nel mio cuore l’incontro con due vecchine, che avevano perso tutto a causa della guerra, famiglia e figli, vivendo, se cosi vogliamo chiamarla, in una povera ed umile “casa”, ma non avendo mai perso quel sorriso e quella gioia di vivere che solo in Dio avevano trovato.

Sono state tante le esperienze che ho vissuto, posso solo dire che in quei posti ho incontrato Gesù bambino che mi stava aspettando al freddo e al gelo, nella povera grotta di Betlemme e che ancora una volta mi ha chiamato ad essere e non a fare..

Ed è grazie a questa esperienza che oggi posso testimoniare che il micors non si fa, ma lo si è!  Grazie Gesù!

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2 thoughts on ““In quell’ abisso di dolore – amore a cui tu mi chiami..”- (Esperienza micors in Bosnia 27 dicembre 2011) – articolo di Francesco Torelli”

  1. Grazie Frà per avermi fatto vivere quello che hai potuto provare e respirare in quei giorni lì, con un cuore totalmente aperto..
    E’ proprio vero, il volontario non lo si fa,ma lo si è!!! 🙂
    Crediamo di vedere in queste immagini,nei tg,nei video, un mondo lontano da noi,finto, quando in realtà -come hai detto tu- non è una fiction! La povertà e il disagio sono più vicini di quanto crediamo..sono dietro l’angolo e noi possiamo fare sempre qualcosa di concreto, aprendo solo un pò il cuoricino!!!
    Grazieee..

  2. Un caro saluto a voi che avete ricevuto il grande dono di far parte di un’esperienza così intensa e unica.
    È vero, è proprio una voce interna che chiama a intraprendere un tale viaggio, non tanto fisico ma soprattutto spirituale. La mia speranza è proprio quella di vivere anch’io un’esperienza del genere. Grazie grazie grazie di cuore

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