Evangelizzazione

“Desidero che, anche per voi, la croce sia gioia” (Medjugorje)

Il 14 di questo mese ricorre la festività della Santa Croce…
In hoc signo vinces

In questo mondo non può esserci luce senza ombra, riposo senza fatica,
guarigione senza malattia, autentica gioia senza dolore e quindi neppure
risurrezione senza morte.
Pertanto Gesù con la sua croce ha voluto umilmente
sottomettersi alle normali, ma difficoltose e non di rado assai crudeli,
condizioni dell’esistenza terrena. E l’ha fatto anzitutto per rispettare la libertà
di ogni essere umano, come egualmente fu di ogni puro spirito creato a suo tempo;
poiché senza libertà non può esserci né bene né male.
Egli però si è servito delle condizioni e delle leggi di questo mondo corrotto per
infondervi l’antidoto della purificazione, del rinnovamento. Ha perciò lasciato agire
il male: non ha sterminato i demoni, non ha incenerito gli empi. Anzi, da loro si è
lasciato condurre persino al disprezzo e alla solitudine della morte in croce; ma per
poter risorgere nella gloria, da vero Dio e vero uomo, ed aprire in tal modo a tutti
le porte del Paradiso.
Così ha vinto il mondo e senza apparentemente cambiare nulla! I dolori – infatti –
le ingiustizie, le croci di ogni genere e pure la morte, continuano ad esistere.
Ma, con la sua croce, Gesù ha messo definitivamente nelle nostre mani l’arma
della vittoria; anche se ancora a tutt’oggi rimane sempre un’arma assurda,
incomprensibile e nascosta, per coloro che hanno la disgrazia di avere poca fede.

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5 thoughts on ““Desidero che, anche per voi, la croce sia gioia” (Medjugorje)”

  1. “La Croce, dice Gesù, è il trono del mio Amore, della mia Misericordia, della mia compassionevole Bontà. Un Re, quando è a palazzo e deve ricevere, riceve nella sala del trono, seduto sul trono” (Suor Benigna Consolata Ferrero)
    «Quanto è dolce… il nome “croce!”; qui, appié della croce di Gesù, le anime si rivestono di luce, s’infiammano d’amore; qui mettono le ali per elevarsi ai voli più eccelsi. Sia dessa croce anche per noi sempre il letto del no­stro riposo, la scuola di perfezione, l’amata nostra eredità> (P.Pio).
    Nella mia miseria non trovo parole adatte per onorare questo glorioso vessillo, ma ai piedi del trono del mio Re chiedo la grazie di accettarla, quando ne sono caricato, e abbracciarla con amore così come donata dalle mani del Padre mio e porre in essa il mio unico vanto. Al mondo non esiste segno glorioso e vittorioso più grande di essa.

  2. “Desidero che, anche per voi, la croce sia gioia”…
    Ma – siccome si tratta di una straordinaria forma di gioia predisposta dall’Altissimo – per ben comprenderla, occorre tenere presente quel versetto dell’Antico Testamento, in cui si dice: “La gioia, che dà il Signore, è la nostra forza” (Neemia 8, 11). Vale a dire che ogni nostra sofferenza, se di cuore offerta all’Onnipotente, finisce sempre con il tramutarsi in gioia (come i dolori del parto); e che, da tale gioia, ci deriva la forza necessaria per il superamento di ogni ostacolo al fine di produrre “frutti buoni e duraturi”.

  3. caro paolo,ho letto i tuoi due articoli come promesso. Devo dire che hai la grazia della sintesi. Gli argomenti, cioè l’intercessione e l’offerta della sofferenza, mi stanno molto a cuore. ho visitato anche il tuo blog. Insomma, GRAZIE|

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