Evangelizzazione

Plasmati dalla grazia: ‘essere’ evangelizzatori !

 

Molti di noi avranno avvertito, in qualche occasione, la stridente contraddizione tra speranza e quotidianità, spesso, e non soltanto in questo tempo, l’impossibilità quasi ad alzare lo sguardo al cielo, quando torrenti di pioggia greve si abbattono sulla terra… Leggere le notizie di questi giorni , – non eccezione, piuttosto consuetudine delle scelte dei media ,- mentre celebriamo la  Risurrezione, induce a guardare oltre,  ‘costringe’ a pensare alla necessità, alle povertà estreme del mondo, alla minaccia del male che sovrasta i destini di popoli e nazioni, dell’intero pianeta…In mezzo a morti e uccisioni di bambini, incendi, terremoto in mare  e crisi politica, che non ci lascia tranquilli perché incombe sulla vita di tutti, scorrendo articoli e titoli, finalmente un po’ d’ossigeno e di cibo per l’anima che rischiava l’angoscia… Come abbiamo potuto constatare ogni volta, le parole di Papa Francesco al Regina Coeli, (Angelus del tempo pasquale), àncorano immediatamente alla Vita non solo da annunciare, quanto da  far propria, accogliere, lasciandosene ‘impregnare’ come spugne….

“Cristo ha vinto il male in modo pieno e definitivo, ma spetta a noi, agli uomini di ogni tempo, accogliere questa vittoria nella nostra vita e nelle realtà concrete della storia e della società”…”La grazia contenuta nei Sacramenti pasquali e’ un potenziale di rinnovamento enorme per l’esistenza personale, per la vita delle famiglie, per le relazioni sociali”. “Ma tutto passa attraverso il cuore umano: se io mi lascio raggiungere dalla grazia di Cristo risorto, se le permetto di cambiarmi in quel mio aspetto che non e’ buono, che può far male a me e agli altri, io permetto alla vittoria di Cristo di affermarsi nella mia vita, di allargare la sua azione benefica”.

Quando qualcuno ci osserva incuriosito, cerca di scandagliare se ciò che diciamo, o crediamo di annunciare,

Evangelizzatori 'rinati'!
Evangelizzatori ‘rinati’!

-forse più per entusiasmo e desiderio d’impegnarsi che per esperienza di fede sofferta e provata (ognuno fa come può!)… –  corrisponde a ciò che viviamo e traspare , quell’ osservatore o solo curioso  viene ‘evangelizzato’, dall’amore che dimostriamo,  a fatti , proprio come succedeva già quelle prime esperienze che hanno permesso al cristianesimo di prendere il posto di antiche e radicate credenze, anche fra i pagani.

“Il Battesimo che ci fa figli di Dio, l’Eucaristia che ci unisce a Cristo, devono diventare vita, tradursi cioè in atteggiamenti, comportamenti, gesti, scelte“, ha insegnato egregiamente, e semplicemente, Papa Francesco:  “Per questo mi sembra importante sottolineare quello che oggi domandiamo a Dio nella liturgia: ‘O Padre, che fai crescere la tua Chiesa donandole sempre nuovi figli, concedi ai tuoi fedeli di esprimere nella vita il sacramento che hanno ricevuto nella fede’”. Ed ha  spiegato ancora: “Esprimere nella vita il sacramento che abbiamo ricevuto: ecco cari fratelli e sorelle il nostro impegno quotidiano, ma direi  anche la nostra gioia quotidiana! La gioia di sentirsi strumenti della grazia di Cristo, come tralci della vite che e’ Lui stesso, animati dalla linfa del suo Spirito!” 

Come Maria, chiamata per nome dal Risorto , non è di questo rinnovamento personale e comunitario di cui abbiamo tutti bisogno?  Non ne avvertiamo l’urgenza per noi  e per ogni cristiano di qualsiasi età, esperienza, condizione sociale e spiritualità particolare? Come non guardare all’esempio di Maria, Madre di Cristo e dell’Umanità, che da sempre è stata plasmata dalla grazia e ne è la testimone più autentica e feconda?

Ha dato se stesso per me e mi dà vita!
Ha dato se stesso per me e mi dà vita!

E’ a questo che siamo stati chiamati, eletti, e per questo, ogni volta, inviati ad annunciare attraverso il dono di noi stessi… In questa  dimensione di consapevole, continua conversione di fede ‘diricta’ ( forte, sicura) , speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda , secondo la preghiera del Poverello di Assisi, saremo evangelizzatori sulle strade e negli ambienti della quotidianità in cui  Dio ci vuole evangelizzatori rinnovati,  trasformati  dalla  sua grazia ‘accolta’, permeati e rilucenti di nuove vesti,  trasfigurati dalla Risurrezione, finché non rivestiremo quelle dei redenti lavate nel Sangue dell’Agnello definitivamente… essendo nella ‘realtà del già, non ancora’!

Il Cristo Risorto e Vivo chi trasformi e plasmi sino ad essere suoi efficaci scintille, capaci di accendere fiaccole e d’illuminare il mondo, invocando già il Fuoco dello Spirito…Buon cammino di gioiosa Speranza!

Allora...attirerà tutti a Sé
Allora…attirerà tutti a Sé 

O alto e glorioso Dio, illumina el core mio.

Dame fede diricta, speranza certa,

carità perfecta, humiltà profonda,

senno e cognoscemento

che io servi li toi comandamenti. Amen.

(Al Crocifisso, Francesco D’Assisi)

 

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1 thought on “Plasmati dalla grazia: ‘essere’ evangelizzatori !”

  1. Se veramente lo vogliamo, possiamo sempre evangelizzare!
    Vedi questo breve articolo…
    Le meraviglie dell’Amore
    San Francesco era solito dire: “E’ dando che si riceve!”… Questi tipici paradossi evangelici, le “irrazionalità” dell’amore divino…
    Ma c’è, a tal proposito, qualcosa di apparentemente ancora più assurdo: si può addirittura dare anche ciò che non si ha!
    Si può, infatti, offrire compagnia e assistenza anche se vivi da solo; sorridere al tuo prossimo, pur avvertendo asfissia tra le spire della tristezza; regalare agli altri la luce, pur trovandoti nell’oscurità; infondere speranza, coraggio, fiducia, nonostante l’avvilente constatazione dei tuoi non pochi fallimenti e per di più – talvolta – con la straziante sensazione d’essere ignorato persino dal “Padre tuo, che è nei cieli”.
    Però, affinché tali eventi possano davvero realizzarsi, occorre anzitutto mettere in atto con grande determinazione la propria buona volontà al fine di liberarsi dall’”uomo vecchio”. E dico semplicemente “la buona volontà”, poiché a liberarsi del tutto non ci si arriva mai… Ma – grazie a Dio – Egli ritiene sempre e comunque sufficienti anche solo le nostre buone intenzioni, per poter prodigiosamente agire in noi e per mezzo di noi. Anzi, persino le nostre quotidiane imperfezioni a Lui di cuore offerte, gli danno modo di intervenire con ulteriore incisività.
    Più noi – pertanto – guarderemo a Dio e al prossimo, sforzandoci di dimenticare noi stessi e quindi di creare “il vuoto” dentro di noi (più cercheremo di divenire poveri, piccoli, “puri di cuore”) e più copiosamente potremo allora donare a chiunque; e donare persino ciò che, almeno per il momento, ancora non possediamo. Poiché, in effetti, non saremo tanto noi ad agire; bensì sarà lo Spirito Santo, ossia l’Amore stesso, che liberamente potrà operare tramite la nostra persona.
    Come, infatti, ebbe la grande gioia di poter constatare quel sacerdote – protagonista del film Diario di un curato di campagna – che infine se ne uscì con questa frase: “Quanto è meraviglioso poter donare ciò che non si ha: miracolo delle nostre mani vuote”.
    Paolo Morandi

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