Spiritualità

Lettera ai Gruppi di Preghiera – Dicembre 2017

Come vivere al meglio l'arrivo del Santo Natale

Anche cambiando l’aspetto del nostro sito ufficiale, rimangono gli appuntamenti per noi irrinunciabili, come il ritrovarci per una nuova Lettera di aggiornamento e di formazione, rivolta a tutti i Gruppi di Preghiera dei Cavalieri della Luce. Natale si avvicina, con la sua tradizionale aria di festa, di luce e di famiglia. Per far sì che la nostra vita si prepari al meglio in questo tempo di Avvento e perché viva in pienezza le Feste del periodo di Natale, ecco alcuni spunti di riflessione.

Come sempre, dopo alcune notizie molto importanti relative ad alcune novità tra i Responsabili dell’Area Spiritualità e Preghiera della nostra Comunità, troverete il link da cui scaricare la nuova Lettera, il cui testo completo trovate subito dopo. Buona preghiera a tutti!!!

Lettera ai Gruppi di Preghiera – Dicembre 2017

Roma, 7 dicembre 2017

Carissimi/e,

innanzitutto vi saluto unitamente ai nuovi responsabili dell’Area Spiritualità e Preghiera, ovvero don Simone Sassi, e delle Famiglie di Servizio degli “Incediari” con don Alexandro Gatti e dei “Piccoli di Maria” con Agniezska Flanek. Con loro e insieme all’Assistente Spirituale Generale don Davide Banzato raccoglieremo mensilmente le intenzioni di preghiera che vorrete mandarci, inserendole nella lettera mensile per i Cenacoli di Preghiera. Avremo modo di creare nuovi strumenti e modalità di interazione, come il nuovo sito dei Cavalieri della Luce. Cammineremo insieme per i prossimi sei anni e con loro ci tengo a farvi arrivare l’affetto e la gratitudine per il vostro preziosissimo sostegno tramite la preghiera. Non spegnete mai questo Fuoco indispensabile per tutta la Famiglia Nuovi Orizzonti! La vostra preghiera è davvero importante per ognuno di noi, così come ogni vostra offerta spirituale. E se avrete modo di fare crescere altri Cenacoli di preghiera segnalateceli perché sono davvero il motore di ogni attività concreta che opera con le Equipe di servizio e i diversi Centri nel Mondo.

Vorrei offrirvi qualche spunto spirituale per questo mese…

Il 19 novembre 2017, un gruppo di ragazzi accolti in Comunità, accompagnati dai loro operatori, si è unito alla folla di poveri accolta da Papa Francesco in Vaticano. Alcuni di loro hanno avuto anche la grazia di poter assistere il Santo Padre nella celebrazione della S. Messa.

È stato poi bello entrare nell’Aula Paolo VI, per l’occasione trasformata in sala da pranzo, e condividere il pranzo con il Papa e altri 1500 poveri, uomini e donne inseriti nel cammino di recupero della propria dignità.

Sulla scia della celebrazione della Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, l’8 dicembre, guardiamo a Maria come la povera in spirito per eccellenza, Colei che ha saputo farsi talmente povera da accogliere l’Onnipotente nel suo grembo, il Dio altissimo nascosto nel Bambino di Betlemme.

Guardando a Maria e soprattutto alle vicende della sua vita terrena, viene spontaneo soffermarsi a chiedersi quale sia la vera ricchezza e la vera povertà. Ecco che la spiritualità genera la conversione della vita, qualora ci fossero alcuni capitoli da rileggere e correggere.

Ci facciamo aiutare dalle parole che Papa Francesco ha pronunciato proprio in occasione della sopra citata Giornata Mondiale dei poveri, durante l’omelia alla S. Messa. Eccone un estratto, mentre l’intervento completo può essere reperito cliccando qui (le sottolineature sono nostre).

Proprio di doni parla la parabola del Vangelo. Ci dice che noi siamo destinatari dei talenti di Dio, «secondo le capacità di ciascuno» (Mt 25,15). Prima di tutto riconosciamo questo: abbiamo dei talenti, siamo “talentuosi” agli occhi di Dio. Perciò nessuno può ritenersi inutile, nessuno può dirsi così povero da non poter donare qualcosa agli altri. Siamo eletti e benedetti da Dio, che desidera colmarci dei suoi doni, più di quanto un papà e una mamma desiderino dare ai loro figli. E Dio, ai cui occhi nessun figlio può essere scartato, affida a ciascuno una missione.

Infatti, da Padre amorevole ed esigente qual è, ci responsabilizza. Vediamo che, nella parabola, a ogni servo vengono dati dei talenti da moltiplicare. Ma, mentre i primi due realizzano la missione, il terzo servo non fa fruttare i talenti; restituisce solo quello che aveva ricevuto: «Ho avuto paura – dice – e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo» (v. 25). Questo servo riceve in cambio parole dure: «malvagio e pigro» (v. 26). Che cosa non è piaciuto al Signore di lui? In una parola, forse andata un po’ in disuso eppure molto attuale, direi: l’omissione. Il suo male è stato quello di non fare il bene. Anche noi spesso siamo dell’idea di non aver fatto nulla di male e per questo ci accontentiamo, presumendo di essere buoni e giusti. Così, però, rischiamo di comportarci come il servo malvagio: anche lui non ha fatto nulla di male, non ha rovinato il talento, anzi l’ha ben conservato sotto terra. Ma non fare nulla di male non basta. Perché Dio non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati, è un Padre alla ricerca di figli, cui affidare i suoi beni e i suoi progetti (cfr v. 14). Ed è triste quando il Padre dell’amore non riceve una risposta generosa di amore dai figli, che si limitano a rispettare le regole, ad adempiere i comandamenti, come salariati nella casa del Padre (cfr Lc 15,17).

(…) L’omissione è anche il grande peccato nei confronti dei poveri. Qui assume un nome preciso: indifferenza. È dire: “Non mi riguarda, non è affar mio, è colpa della società”. È girarsi dall’altra parte quando il fratello è nel bisogno, è cambiare canale appena una questione seria ci infastidisce, è anche sdegnarsi di fronte al male senza far nulla. Dio, però, non ci chiederà se avremo avuto giusto sdegno, ma se avremo fatto del bene.

Come, concretamente, possiamo allora piacere a Dio? (…) Quando vogliamo offrire qualcosa al Signore, troviamo i suoi gusti nel Vangelo. Subito dopo il brano che abbiamo ascoltato oggi, Egli dice: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Questi fratelli più piccoli, da Lui prediletti, sono l’affamato e l’ammalato, il forestiero e il carcerato, il povero e l’abbandonato, il sofferente senza aiuto e il bisognoso scartato. Sui loro volti possiamo immaginare impresso il suo volto; sulle loro labbra, anche se chiuse dal dolore, le sue parole: «Questo è il mio corpo» (Mt 26,26). Nel povero Gesù bussa al nostro cuore e, assetato, ci domanda amore. Quando vinciamo l’indifferenza e nel nome di Gesù ci spendiamo per i suoi fratelli più piccoli, siamo suoi amici buoni e fedeli, con cui Egli ama intrattenersi. Dio lo apprezza tanto, apprezza l’atteggiamento che abbiamo ascoltato nella prima Lettura, quello della «donna forte» che «apre le sue palme al misero, stende la mano al povero» (Pr 31,10.20). Questa è la vera fortezza: non pugni chiusi e braccia conserte, ma mani operose e tese verso i poveri, verso la carne ferita del Signore.

Lì, nei poveri, si manifesta la presenza di Gesù, che da ricco si è fatto povero (cfr 2 Cor 8,9). Per questo in loro, nella loro debolezza, c’è una “forza salvifica”. E se agli occhi del mondo hanno poco valore, sono loro che ci aprono la via al cielo, sono il nostro “passaporto per il paradiso”. Per noi è dovere evangelico prenderci cura di loro, che sono la nostra vera ricchezza, e farlo non solo dando pane, ma anche spezzando con loro il pane della Parola, di cui essi sono i più naturali destinatari. Amare il povero significa lottare contro tutte le povertà, spirituali e materiali.

E ci farà bene: accostare chi è più povero di noi toccherà la nostra vita. Ci ricorderà quel che veramente conta: amare Dio e il prossimo. Solo questo dura per sempre, tutto il resto passa; perciò quel che investiamo in amore rimane, il resto svanisce. Oggi possiamo chiederci: “Che cosa conta per me nella vita, dove investo?” Nella ricchezza che passa, di cui il mondo non è mai sazio, o nella ricchezza di Dio, che dà la vita eterna? Questa scelta è davanti a noi: vivere per avere in terra oppure dare per guadagnare il cielo. Perché per il cielo non vale ciò che si ha, ma ciò che si dà, e «chi accumula tesori per sé non si arricchisce presso Dio» (Lc 12,21). Non cerchiamo allora il superfluo per noi, ma il bene per gli altri, e nulla di prezioso ci mancherà. Il Signore, che ha compassione delle nostre povertà e ci riveste dei suoi talenti, ci doni la sapienza di cercare ciò che conta e il coraggio di amare, non a parole ma coi fatti.

La nostra Chiara Amirante qualche anno fa ci ha regalato un piccolo libro densissimo di spiritualità e di intuizioni profonde, partendo da mistero del Natale: “Perché sei venuto nel mondo?” (ed. ODL).

Commentando l’atteggiamento di Erode e degli scribi alla venuta del Bambino Gesù, scrive Chiara: “Il Signore del cielo e della terra si è presentato come il Dio dell’umiltà. Si è fatto uomo scegliendo di venire al mondo nella povertà di una mangiatoia puzzolente. Come può farti paura? Ma per chi è pieno di sé, per chi vuole prevalere, per chi vuole schiacciare, per chi vuole dominare non è molto attraente imparare da Lui l’umiltà, imparare da Lui a scendere, a mettersi a servizio degli altri. È una verità un po’ sconcertante. Per accogliere il Signore è necessaria una profonda conversione, un cambio di direzione a 360 gradi.” (p. 81)

In uno degli ultimi passaggi del libro Chiara provoca: “Sei come i pastori? Vigilante, attento, pronto a partire senza indugio per andare incontro al Signore quando ti si presenta? Sei capace di lodare e glorificare Dio per le cose che hai potuto contemplare nella tua vita?

Sei come i Magi? Con il cuore in ricerca, capace di rinunciare a qualcosa di te, a quella cosa che ti dà sicurezza e a cui sei così tanto attaccato, per iniziare seriamente questo viaggio alla ricerca di Dio?

O sei forse con Erode, ancora imprigionato nei sepolcri dell’ipocrisia, della superbia, della vanità, del potere, del bisogno di affermazione e continui a fare strage perché questo Signore che vuole portarti la sua luce ti fa paura, ti minaccia?

Quanta paura hai che possa far chiarezza su tutto il putridume che magari hai sotto quel sepolcro imbiancato della tua immagine dietro la quale ti nascondi?

Chiedi al Signore che ti rivesta della sua luce, perché tu possa rivestirti della sua magnificenza. 

Per questo c’è bisogno di umiltà. Senza umiltà non possiamo contemplare la manifestazione della Gloria di Dio. Come ti ha manifestato la sua Gloria scegliendo di nascere una povera mangiatoia, così il Signore decide di manifestare la sua Gloria rivestendo di luce propria te che magari fino a ieri ne combinate di tutti colori, te che hai fatto i peccatacci peggiori che si possono immaginare. Che le porte della tua anima siano sempre pronte ad accogliere Gesù che viene nella tua vita. Magari anche quando si presenta nel dolore, del povero, nell’antipatico, in quello che ti ha ferito, in quello che non sopporti.” (pp. 97-99)

Ecco perché prepararsi seriamente al Natale significa fare i conti con la povertà, con l’umiltà, con lo spogliamento di sé. Guardiamo allora a Maria, lasciandoci guidare da tutta la schiera di Santi che ci ha preceduto nel cammino della vita, imparando a dare per guadagnare in cielo.

Oltre alle intenzioni base per tutti i Cenacoli di preghiera[1], questo mese pregheremo per le intenzioni seguenti:

  1. Preghiamo per la salute di Chiara Amirante. A fronte di un’estate particolarmente dura da questo punto di vista, ha deciso di trascorrere un tempo prolungato di riposo totale, cercando di recuperare quanto possibile. Sarà presente agli incontri comunitari nazionali, ma per ogni altra situazione, la priorità resterà la salute. Sosteniamola con la nostra preghiera e vicinanza.
  2. Preghiamo per i tanti amici ed amiche vicini ai nostri Cenacoli, Gruppi e Comunità, che in questo momento stanno vivendo prove e difficoltà, sia fisiche che spirituali come Marco il fratello di Chiara, la nostra sorella Mariella ricoverata in ospedale, alcune coppie che stanno vivendo un momento difficile e tutte le famiglie e le vocazioni nel celibato in crisi; inoltre continuiamo a sostenere Agniezska, nostra Piccola Sorella. Ognuno nomini le persone per le quali desidera pregare e chiedere una guarigione dal Cielo;
  3. Preghiamo alla luce della ripartenza delle attività formative annuali, sia a livello centrale che a livello locale, perché rappresentino un nuovo momento di crescita per tutti noi;
  4. Sosteniamo la partenza del nuovo Centro di Formazione ed evangelizzazione a Vasto (CH), perché sia un luogo dove molti possano fare esperienza dell’Amore di Dio e affidiamo alla Santa Famiglia di Nazareth Maurizio e Maurizia Fratamico;
  5. Affidiamo a Dio i nuovi Responsabili Centrali nominati nell’ultima Assemblea Centrale, svoltasi a inizio Novembre, con le elezioni delle cariche di governo per i prossimi sei anni. Lo Spirito li sostenga e li aiuti ad essere fedeli al carisma e al dono ricevuto.

Alcuni appunti relativi alla vita della nostra Comunità.

  • Quest’anno il CAPODANNO DI LUCE avrà tre diverse declinazioni: una a Cittadella Cielo a Frosinone, una a Vasto con il JoyMix, una a Medjugorje nella Cittadella Cielo con due Corsi di Arte di Amare di una settimana a cui è possibile partecipare. Le informazioni e le iscrizioni saranno presto per tutti e quattro gli eventi su iscrivi.me
  • Su iscrivi.me sono aperte anche le iscrizioni alle Giornate di Spiritualità 2017-2018, come pure gli appuntamenti dell’Arte d’Amare, come ogni altri appuntamento di formazione.
  • Inoltre Le Giornata di Spiritualità dell’anno scorso con Chiara Amirante sono ora visibili anche su Youtube: https://www.youtube.com/user/nuoviorizzontiwebtv Iscrivendosi al canale si verrà aggiornati della disponibilità di nuovi video da vedere.
  • Come sempre, vi ricordiamo la possibilità di nutrirsi quotidianamente di Parola di Dio grazie alla Parola di Luce che Chiara Amirante condivide ogni giorno sulla sua Pagina Pubblica in Facebook. Ecco il link diretto alla Pagina Pubblica di Chiara: http://www.facebook.com/C.Amirante

 

In unità di preghiera

 

Don Giacomo Pavanello

Don Davide Banzato

Don Simone Sassi

Don Alexandro Gatti

Agniezska Flanek

 

[1] – pregare per coloro che non hanno conosciuto l’Amore, che vivono nella disperazione e nella completa separazione dal Padre celeste;

– pregare per tutte le attività di evangelizzazione dei Cavalieri della Luce e l’Opera Nuovi Orizzonti;

– chiedere con insistenza l’effusione dello Spirito Santo per la Chiesa e per tutta l’umanità.

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