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Mille motivi per correre

“Abbiamo tanti motivi per correre […]. A volte ci affrettiamo perché ci attira qualcosa di nuovo, di bello, di interessante. A volte, al contrario, si corre per scappare da una minaccia, da un pericolo…” Papa Francesco

Il cammino che abbiamo intrapreso la settimana scorsa in preparazione all’incontro pre-sinodale con Papa Francesco a Roma mi ha ricordato che nulla accade per caso. È stata una decisione presa con poca volontà da parte mia, ma credo che in fondo fosse la Sua volontà che io partecipi.

E devo dire che adesso non smetterei mai di ringraziarLo per il dono che mi ha fatto. Ogni giorno di questo lungo percorso che ci ha fatto partire da Cittadella Cielo di Frosinone, riscoprivo quanto la fatica, non soltanto fisica, se condivisa può diventare più leggera. Ogni giorno le paure che mi portavo diventavano più piccole e venivano affiancate da un coraggio che pensavo di non riuscire ad avere.

Riecheggiano e prendono senso allora le parole che Papa Francesco ci ha rivolto: “Non accontentatevi del passo prudente di chi si accoda in fondo alla fila. Ci vuole il coraggio di rischiare un salto in avanti, un balzo audace e temerario per sognare e realizzare come Gesù il Regno di Dio, e impegnarvi per un’umanità più fraterna. Abbiamo bisogno di fraternità: rischiate, andate avanti!”.

Ogni giorno capivo sempre di più di avere accanto persone che ormai vedevo come la mia seconda famiglia. Sì, persone che prima di essere amici o fratelli sono diventati mamme e papà di cui avevo bisogno. In fondo, 110 km con lo zaino pesante sulle spalle li rifarei altre migliaia di volte perché non li ho affrontati da sola, ma insieme.

 

“E’ stato bello e faticoso il cammino per venire a Roma; pensate voi, quanta fatica, ma quanta bellezza! Ma altrettanto bello e impegnativo sarà il cammino del ritorno alle vostre case, ai vostri paesi, alle vostre comunità. Percorretelo con la fiducia e l’energia di Giovanni, il “discepolo amato”. Sì, il segreto è tutto lì, nell’essere e nel sapere di essere “amato”, “amata” da Lui, Gesù, il Signore, ci ama!” 

E con il cuore straripante di gioia ringrazio per ogni singolo passo condiviso per arrivare alla nostra meta. Per tutte le lacrime versate e gli abbracci ricevuti. Per l’ultimo giorno che, per quanto mi sentiva casa, non volevo andarmene. Per tutto l’amore incondizionato che mi è stato donato.

Ecco che anch’io oggi posso dire, anzi fare mio quanto ci ha annunciato Papa Francesco: “Ognuno di noi, tornando a casa, metta questo nel cuore e nella mente: Gesù, il Signore, mi ama. Sono amato. Sono amata.”

Carlotta Carai

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