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È già Natale…

E così come per incanto, le vetrine si spogliano dei colori arancione e nero di Halloween e si tingono di rosso e verde, le zucche lasciano spazio a renne e babbi Natale e in un attimo quasi senza preavviso gli scenari lugubri lasciano spazio alle luminarie calde e rassicuranti del Natale:

Quasi senza tregua siamo già dentro un altro festeggiamento; inevitabilmente si inizia già a parlare dei regali di Natale: le offerte si susseguono e le pubblicità di giocattoli si moltiplicano intonando tutte più o meno lo stesso lietmotiv finale: “lo voglio”.

La tecnologia ci viene incontro in questo ritmo di vita sempre più veloce che ci tiene sempre più ore davanti ad uno schermo connessi con il mondo, ormai più di un terzo dei regali di Natale viene fatto online: diventa più comodo acquistare il proprio regalo da casa, ad orari in cui solitamente i negozi sono chiusi, da Store che offrono anche la possibilità di scegliere che il nostro acquisto venga incartato direttamente da loro, con tanto di biglietto di auguri, così se voglio posso farlo recapitare direttamente al destinatario del regalo.

E per gli indecisi e quelli che si riducono all’ultimo ci sono sempre le card regalo, quelle che ti permettono di spendere una determinata cifra in un determinato negozio, dando a chi la riceve la possibilità di scegliere quando e cosa regalarsi.

Qualcuno potrebbe pensare a questo punto che stia scrivendo le solite quattro righe radical chic contro il progresso e una società di cui inevitabilmente facciamo tutti parte, ebbene faccio subito la mia confessione: confesso di avere regalato almeno una volta una card, di averne ricevuta più di una in regalo (e di essere stata anche contenta di usarle) e di avere già fatto alcuni regali di questo Natale 2018 per non lasciarmi perdere l’offerta del 50% di sconto sul secondo pezzo (ovviamente il meno caro…).

Forse proprio per questo il mio cuore e la mia mente stanno tornando ai primi Natali passati a Nuovi Orizzonti, nella comunità di Piglio.

Ognuno a inizio Avvento pescava un bigliettino recante il nome di una persona della comunità, quella doveva essere la persona per cui pregare fino a Natale e a cui fare trovare il regalo sotto l’albero il 25 dicembre.

Eravamo tanti in comunità ma di soldi ce ne erano pochi, così il regalo per non mettere in imbarazzo nessuno, doveva essere un regalo di “provvidenza” cioè un regalo che poteva essere fatto a mano oppure qualcosa di proprio che si decideva di regalare, in sostanza quello che il mondo giudicherebbe un regalo “riciclato”; eppure il valore di quei regali era considerato altissimo, tanto che chi non riusciva a rimanere in questi canoni e comprava il regalo in un negozio quasi ne era mortificato.

Ogni regalo poi veniva rigorosamente accompagnato da un biglietto di auguri attraverso cui la persona poteva scoprire, solo il giorno di Natale, chi aveva pregato per lui in tutto quel periodo.

La mattina di Natale la comunità si riuniva nel grande salone polifunzionale (serviva per mangiare, pregare, fare gruppi di condivisione, sport…) attorno all’albero e si scartava un regalo alla volta, in una catena di regali che passava attraverso ogni membro della comunità.

Così ognuno aveva un solo regalo, per di più “riciclato” e che non si poteva cambiare! Eppure tutti eravamo affascinati e felici di questo modo di scambiarci di doni di Natale: io ho ancora un coccio di legno che mi ha regalato un ragazzo che stava nel settore delle icone. Nelle comunità di Nuovi Orizzonti, lo scarto dei regali funziona anche oggi così.

Questa memoria che faccio oggi insieme a voi, mi serve per ricordarmi che il valore di un regalo non è solo il prezzo che sta sul suo cartellino, ma forse oggi più che mai in questa società dove i social imperversano e dove conta il numero di “like” e di persone che ti “seguono”, il valore di un regalo sta nel tempo che dedico a pensare alla persona che lo riceverà, nel tempo che spendo per cercare quel regalo, per cercare di capire cosa potrebbe piacerle per farla felice, nell’assumermi la responsabilità di regalare qualcosa che parli anche di me e che le dica cosa a me farebbe piacere che riceva.

Infondo il valore di un regalo è quell’amore che voglio fare arrivare alla persona che lo riceve per nutrire la relazione che ci lega: questo valore non si acquista in nessuno store e non è soggetto a offerte speciali, ma certamente può essere messo dentro a qualsiasi regalo acquistato ora o il 24 dicembre, nel negozio sottocasa o su Amazon, così il nostro non sarà un Natale di consumo, ma un Natale di relazione.

Katia Fabbri

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