Spettacolo

Il prete dj che in discoteca parla ai giovani con la musica

Si chiama don Roberto Fiscer ed è un giovane sacerdote genovese. Ha iniziato da adolescente a frequentare le discoteche con gli amici, è diventato dj lavorando in svariati locali e sulle navi da crociera fino all’incontro con Gesù che ha dato un nuovo senso alla sua vita; poi la chiamata sacerdotale e infine… il ritorno nelle discoteche, ancora come dj… questa volta però per incontrare i giovani e regalare loro qualche cosa di importante.

Propone alle discoteche serate “alternative” e ai giovani propone un modello sano di divertimento: il prete dj suona dischi scelti, musica da ballare condita con messaggi ricchi di grandi valori da comunicare ai giovani.

Recentemente ha realizzato anche un cd, “Don’t dance with the life”.  Del brano che dà il titolo all’album don Roberto dice: “E’ il mio invito rivolto ai ragazzi di ballare con la musica, non con la vita”, ha spiegato l’autore. Un inno rivolto ai giovani ed ai ragazzi ai quali il sacerdote non si stanca mai di ripetere il suo messaggio: “Divertiti, distinguiti dalla normalità, dalla monotonia, ma non distruggerti. Balla con la musica, non con la tua vita, non calpestarla”.

Quello di don Roberto è un messaggio laico, che come sacerdote e insieme ai suoi ragazzi, desidera rivolgere a tutti, credenti e non credenti. “Dobbiamo accompagnare la voglia dei ragazzi di oggi di crescere, cambiare, essere liberi. Il male, infatti, li porta a distruggersi. Per questo noi dobbiamo aiutarli a distinguersi ma non a distruggersi. Purtroppo, troppo spesso, stiamo troppo a guardare senza sapere come intervenire”.

“Ammiro la voglia di cambiare dei ragazzi, nelle scuole, nelle strade, nelle piazze – ha detto ancora don Roberto – ed i loro eccessi, i loro errori, spesso nascono da colpe nostre, dal nostro giudicarli sempre, dal nostro non capirli”. Il nuovo singolo, così come i precedenti, rappresenta un’iniziativa in linea con quanto affermato da Benedetto XVI nel messaggio inviato ai vescovi europei in occasione della riunione del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) svoltosi  a Tirana (Albania). In quell’occasione, infatti, il Santo Padre aveva parlato di “individuare con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione specialmente al servizio delle nuove generazioni”.

Nel brano  compare la voce di don Roberto oltre a quelle di Madre Teresa di Calcutta e del Beato Giovanni Paolo II. Parole pronunciate con la forza prorompente dell’Amore da due grandi del nostro tempo, mixati in un brano davvero coinvolgente.

Il progetto è nato sul solco dei cd precedenti lanciati da don Roberto e dalla compagnia delle 3G, ossia, “giovani che parlano ai giovani con il loro linguaggio, la musica, un messaggio che arriva veloce come la tecnologia 3G e che vuole essere rivolto a tutti tutti, credenti e non credenti”. Come altre iniziative, anche questa, è nata grazie alla collaborazione tra don Roberto, Dj Sox e Vittorio Pastorino che ha dato vita al video reperibile anche su YouTube.

Il cd “Don’t dance with the life” contiene anche Replay cantato con i giocatori del Genoa Il disco è disponibile nei negozi delle Edizioni Paoline ed LCD e on line.

 

Clicca per vedere la testimonianza di don Fiscer http://vimeo.com/41089650

http://www.youtube.com/watch?v=KH0ermzl8Uk&feature=player_embedded#!

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4 thoughts on “Il prete dj che in discoteca parla ai giovani con la musica”

  1. La musica è il linguaggio che colpisce prima degli altri la sensibilità dei giovani. Penso che la voce della mamma, fin dal concepimento, piena di dolcezza e di amore,sia la causa dell’ interesse umano per l’espressione musicale…Molto interessante per lo sviluppo armonico della personalità dei ragazzi, è anche l’espressione figurativa. Linee-scarabocchi-colori; ritmo-suoni-rumore, gli educatori li propongono a figli o alunni fin dai primissimi anni dell’infanzia. Salvo poi disinteressarsene quando non riescono più a vedere la necessità e la bontà di quegli esercizi che aiutano creatività e manualità…La mancata o insufficiente risposta a questi bisogni dell’anima, crea il disagio con grave danno della vita interiore e relazionale.
    Va detto infine che l’umile e fervente educatore,per essere davvero utile e suscitare emozioni ed interesse, sente che
    nel dialogo pedagogico, strumenti a parte, è lui il vero allievo!!!. Prima ascolta, poi ascolta. Poi si decide ” Insieme”. Senza cattedra!. La mamma,il papà, non salgono mai in cattedra!!! L’Amore serve con amore, per Amore! Si cresce e ci si arricchisce reciprocamente provando gioia: nel dialogo, nella visione, nel silenzio nei momenti di riflessione I singoli e il gruppo proveranno, aiutati da chi ha la responsabilità della ricerca del bene comune,a realizzare un clima sereno di rispetto reciproco e di sana competizione. Mai disagio,egoismo, discriminazione o indifferenza. Tutti responsabili di tutti!!!

  2. Quanto è vero Pietro!
    Salire in cattedra spesso pone una distanza e una sterilità nella creatività che un rapporto sincero cuore a cuore può scardinare.
    Con l’arte si comunica ad una profondità insondabile, pertanto credo che sia fondamentale discernere attentamente e con coscienza che cosa comunicare con tali linguaggi potentissimi, come la musica, l’arte in genere, perché si entra nei cuori senza chiedere ‘permesso’. Quanto amore e quanto bene si può fare in questo modo!

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