Attualità
Gerusalemme se avessi compreso anche tu quello che porta alla pace!
Questa mattina quando ho ascoltato il vangelo della liturgia del giorno:
“In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi…perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». (Lc 19, 41-44)”
sono rimasto profondamente colpito dalla coincidenza della Parola con quello che sta succedendo in questi giorni in Terra Santa e ho deciso di pubblicare le mail che mi ha inviato Miriam, una cara amica che abita e lavora a Gerusalemme.
Vi lascio alle parole di Miriam:
“Ciao a tutti! vi volevo aggiornare un po sulle notizie da qui, scusate la fretta e il disordine del messaggio… io sto bene anche se non vi nascondo che sono un po triste, preoccupata, tesa, arrabbiata, per quello che sta succedendo. Gerusalemme è relativamente tranquilla, a parte un po’ di spavento venerdi per tre missili che sono arrivati a pochi chilometri da qui. Ero inufficio ed è suonata la sirena militare, 30 secondi in cui sono tremati i vetri, io e la mia collega ci siamo guardate e non sapevamo cosa fare (e infatti non abbiamo fatto niente), ma mi è bastato.
Poi poco dopo sono rimbalzate le notizie dei missili, anche se non si capiva bene dove erano caduti, poi abbiamo saputo in tre insediamenti in Cisgiordania non molto distanti da qui (alcuni amici di betlemme li hanno visti). Comunque, la situazione sembra andare verso il peggio a Gaza, dove Israele continua a bombardare, da quattro giorni ormai, e Hamas continua a lanciare razzi verso a Tel Aviv e un po a caso. La gente là è rinchiusa e continua a salire il bilancio dei morti, già molti bambini, e come al solito tra i pazzi da una parte e i pazzi dall’altra ci va di mezzo la povera gente…
Io seguo gli io seguo gli aggiornamenti di alcuni giornalisti, del parroco, delle suore che vivono là. parlano di gente
terrorizzata, che non dorme da 4 giorni, che ha fatto rifornimento di cibo e che si rifugia in parrocchia sperando di poter sfuggire alle bombe. il parroco di gaza, che è argentino, era in argentina quando è scoppiato il casino perchè il padre è malato. quando ha saputo si è messo in viaggio per rimanere con la sua gente, è rientrato di corsa a gaza. insomma siamo un po preoccupati, ma la situazione qui è tranquilla per ora. In cisgiordania, in molte città e villaggi, ho saputo che ci sono scontri, manifestazioni represse anche in modo violento dai militari.
Le notizie che arrivano sono una fucilata continua. Una violenza cieca, che sembra non fermarsi. Foto scioccanti, un bambino piange terrorizzato accasciato contro un muro, il fratellino in braccio: dice la didascalia, ha appena saputo della morte dei
genitori. Distruzioni, vite distrutte, l’orrore. Questa mattina Gaza city si è svegliata dalla “notte di bombardamenti più pesanti dall’inizio dell’offensiva israeliana”, dicono le agenzie di stampa. Poi a ora di pranzo la notizia di un’esplosione su un bus a Tel Aviv. La tregua si allontana e la tristezza si fa più cupa.
Eppure c’è una cosa che mi rende forse anche più triste delle notizie che arrivano: l’indifferenza. Il ricevere telefonate che dicono “ma sì, tutto andrà meglio”, scivolando via veloci sul cosa e sul come. Come se fosse tutto un brutto sogno, tra poco
ci sveglieremo e non sarà successo niente, alla televisione finalmente la smetteranno di mostrarci gli spettacoli sconvenienti di corpi dilaniati e torneremo a scherzare sul gabibbo. Siamo tutti improvvisamente analisti, pronti a puntare il dito su questo e su quello, corazzandoci dietro le nostre convinzioni politiche e le nostre simpatie per una parte o per l’altra, e non
ci accorgiamo che in questo modo trasformiamo anche noi le vite umane in semplici pedine del gioco. Abituati alla brutalità dai servizi televisivi, che appiattiscono tutto e alla fine ci permettono con un pulsante di tornare alla nostra cena e di cambiare argomento. Sballottati da un’informazione spesso distorta anch’essa da interessi più potenti. Che non vede vite umane sotto le macerie, persone con un nome e un volto, con una storia, dei genitori, dei figli, delle
speranze, delle preoccupazioni. Ma che nello stesso tempo si accanisce su di esse, le utilizza per dimostrare le sue posizioni.
Mi metto dentro anche io, in questo “noi”, perchè è la prima volta che vivo una guerra da così vicino, e probabilmente anche io prima di adesso vedevo le cose che succedevano – anche qui in Terra Santa, dove comunque avevo già vissuto – con
questa logica viziata. Viziata da un bisogno di distaccarsi, di incasellare ogni evento, per non restare troppo coinvolti in una causa che alla fine non è la nostra.
Ora, nel vedere da vicino la carneficina che sta avvenendo a poche decine di chilometri da qui, non posso fare a meno di vedere prima di tutto la sofferenza delle persone. Sentirla. Stare male. Leggere i nomi delle vittime uno per uno, anche se non le conosco. Mettermi nei loro panni, nei panni di chi stanotte si è sentito crollare addosso la casa, si è visto morire i figli davanti agli occhi. Di chi vive nel terrore continuo. A Gaza, nel sud di Israele, non importa. Poi certo, vengono tutte le considerazioni politiche del caso, ma vengono dopo.
Miriam”
Miriam lavora per l’ONG ATS Pro Terra Sancta che fa capo al Custode di Terra Santa (Ordine Francescano) se qualcuno volesse sostenere la popolazione locale qui di seguito vi lascio il link ufficiale al sito: http://www.proterrasancta.org/2012/11/17/e-emergenza-nella-striscia-di-gaza-il-tuo-aiuto-per-sostenere-la-comunita-cristiana/)
Non rimaniamo indifferenti facciamone occasione di preghiera per la pace come ci ha chiesto la Madonna a Medjugorie nei messaggi dei primi tempi e insistentemente ricordato anche ultimamente.
Messaggio del 25 luglio 1991: «Cari figli!… In questo tempo la pace è minacciata in modo particolare e chiedo a voi di rinnovare il digiuno e la preghiera nelle vostre famiglie. Cari figli, io desidero che voi capiate quanto è seria la situazione e che molto di quello che accadrà dipende dalla vostra preghiera. Ma voi pregate poco. Cari figli, io sono con voi e vi invito a cominciare con serietà a pregare e a digiunare come nei primi giorni della mia venuta…». Messaggio del 25 aprile 1992 ci ha detto: «Cari figli! Anche oggi vi invito alla preghiera.
Solo con la preghiera e il digiuno si può fermare la guerra…»
Una testimonianza coraggiosa, una “logica viziata”.
Riporto le parole di Madre Maria di Nazaret che concludono un post dei giorni scorsi sul sito dell’Unitalsi:
“Nostro Signore Gesù Cristo, Principe della Pace, accoglie le preghiere che si levano da Gaza e per Gaza.
Che Egli possa donare a tutti l’amore per la giustizia, la pace e la riconciliazione. Che possa consolare tutti coloro che soffrono, curare i feriti…allora cesserà il rumore di ogni aggressione. Infine che conceda una pace giusta tra Israeliani e Palestinesi.
Ciò che sembra impossibile agli uomini non lo è per Dio. Che Egli possa toccare il cuore di tutti, affinché un giorno – non troppo lontano, speriamo – tutti gli abitanti di questa Terra Santa possano vivere come fratelli.
Ossia come Dio voleva.”