AttualitàSpettacolo

“Non mi avete fatto niente”, la vita va oltre l’odio e le bombe

L’amore che vince la paura, la speranza che è più forte di ogni violenza, il desiderio di credere che “tutto va oltre le inutili guerre”. È un grido che nasce da dentro, un urlo dell’animo umano che si rifiuta di pensare che tutto possa finire con un attentato terroristico, o che l’odio possa avere davvero più voce della forza della vita.

Quella stessa forza con cui i cantautori Ermal Meta e Fabrizio Moro hanno scritto e interpretato la canzone vincitrice del 68esimo Festival di Sanremo, “Non mi avete fatto niente”.

Il brano ripercorre gli attimi violenti degli attentati terroristici più recenti, in “questo corpo enorme che noi chiamiamo Terra, ferito nei suoi organi dallAsia allInghilterra”. Quello del concerto di Ariana Grande a Manchester, quello sul lungomare di Nizza, quello del Bataclan a Parigi, e ancora quello di Londra, de Il Cairo e delle Ramblas, a Barcellona.

Nonostante le tante vite spezzate, la violenza che distrugge, il dolore che non trova nessuna giustificazione, il testo che ha vinto Sanremo urla al mondo “Non mi avete fatto niente, non mi avete tolto niente, perché tutto va oltre le vostre inutili guerre”.

Se è vero che gli eventi come il festival della canzone italiana siano uno spaccato della società, lo specchio dei sentimenti e delle sensazioni popolari, questa canzone intercetta e interpreta alla perfezione il desiderio di tutti gli esseri umani: la speranza. “C’è chi si fa la croce, e chi prega sui tappeti. Le chiese e le mosche, lImàm e tutti i preti. Ingressi separati della stessa casa, miliardi di persone che sperano in qualcosa”.

E cosa è questo “qualcosa” che tutti abbiamo dentro e di cui tutti abbiamo bisogno, se non l’amore? È da lì che si deve ricominciare. Liberarsi dall’odio, dai pregiudizi delle differenze, dalle interpretazioni umane, spesso di comodo, che ci fanno perdere di vista la grande verità: c’è un disegno eterno e indistruttibile in questa galassia, in cui noi siamo il frutto di un amore immenso, incontenibile. E nulla finisce con una guerra, con una bomba, con la morte. La nostra vita non finisce qui, e non finisce così.

Non mi avete fatto niente - Cavalieri della Luce

Ecco la speranza che ci accomuna, la verità che appartiene a tutti. Anche a chi non crede. E questa speranza diventa tangibile grazie all’amore che ogni persona “dispersa nello spazio” riesce a trovare nello “spazio di un abbraccio”, nelle attenzioni verso il prossimo, nell’affetto di chi ci sta accanto, in tutti qui piccoli gesti che ci fanno sentire che un attentato terroristico non può essere più forte della vita.

La canzone che ha vinto il Festival di Sanremo, terminato lo scorso sabato 10 febbraio, è un grido contro la paura ma è anche la “ricetta” attuale che rafforza e conferma una Parola immortale, che vale per ogni popolo, per ogni razza, per ogni religione: “Amatevi intensamente gli uni gli altri di puro cuore” (Pietro 1:22).

Non c’è antidoto più efficace di questo contro il terrore e la violenza che ogni giorno ci tolgono forza e gioia di vivere. La certezza che l’amore è più forte dell’odio, che alla fine di tutto, sarà il bene a vincere sul male, che “la vita va avanti, oltre tutto, oltre la gente” e che “contro ogni terrore che ostacola il cammino il mondo si rialza col sorriso di un bambino”.

Tags

Related Articles

Close