Attualità

Il Vangelo vissuto nelle favelas (di Tommaso Colella)

Ogni avventura nell’ Amore, vissuta per amore, porta con sé le mille sfumature di quell’ abisso di dolore-amore a cui siamo chiamati. Siamo partiti per la missione estiva in Brasile in 23 pensando di aver portato con noi tutta l’attrezzatura necessaria per l’immersione in questo abisso.. ma una volta scesi.. esplorando i nuovi fondali.. ci siamo accorti che ad ognuno mancava qualcosa..che ogni nuovo fondale esplorato ci chiedeva un pezzetto di cuore in più da mettere in gioco.. ed è così che siamo tornati.. consapevoli di dover chiedere al nostro cuore di diventare ogni giorno più grande .. per contenere gli orizzonti sempre nuovi che l’immersione negli abissi di dolore-amore del mondo e della storia,  dischiudono  ai nostri occhi.

Sono tante le storie..le emozioni.. i pensieri sparsi.. che vogliamo raccontarvi di ritorno da questa avventura. Cominciamo da un pensiero scritto da Tommy di getto,  di ritorno da una visita nelle favelas, una delle attività che ci hanno accompagnato in questo campo lavoro.. Tommy si pone e ci pone questo interrogativo: il Vangelo vissuto nelle favelas.. si può?

Il Vangelo vissuto nelle favelas ( di Tommaso Colella)

Il Vangelo vissuto alla lettera nelle favelas si può?

Questa mattina siamo stati nelle favelas a far visita alle famiglie del Progetto Coraçao.

Queste famiglie vivono in case costruite con il fango, come cucina un piccolo focolare all’esterno della casa, che con qualche pezzetto di legno riuscivano giusto a far bollire un piccolo  pentolino con del riso che dovrebbe sfamare almeno le persone che abbiamo visto cioè 7 bambini e 2 adulti. Il papà ( penso che sia il primo uomo che abbiamo trovato presente in famiglia) con un viso magro e segnato dalle fatiche, con tanto orgoglio ci mostra il suo piccolo orticello.

Ci racconta che per grazia di Dio fino a poco fà c’erano tanti cetrioli, ma ora ne erano rimasti pochi perché li aveva condiviso con tutte le famiglie che non avevano nulla perchè “gratuitamente abbiamo ricevuto da Dio e noi gratuitamente dobbiamo dare.”

20130711_102953Mi sono guardato intorno e mi sono reso conto che aveva dato tutto quello che possedeva!

Un insegnamento che mi ha toccato il cuore e mi ha messo tanto in discussione.

Un grande insegnamento di fede e di fiducia in quel Papino che nulla fa mancare ai suoi figli.

I veri poveri siamo noi che abbiamo tutto e non siamo in grado di condividere nulla.

Il vero povero è chi non sa di essere un dono di Dio per il fratello che abbiamo accanto.

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3 thoughts on “Il Vangelo vissuto nelle favelas (di Tommaso Colella)”

  1. Ciao a TUTTI sono Gabriele Bastardi Grazie in particolare a te Lucia e a Tommaso per aver condiviso queste frasi mi hanno dato la forza di provare a scrivervi visto che paradosso mi sento SOLO sono di Sassuolo provincia di Modena ( una delle Provincie più ricche d’Italia ) e mi sono trovato a essere in Missione da circa 20 anni nelle FAVELAS di questa Provincia ( Modena ) ho la consapevolezza di essere un Dono di DIO e sono Molto Ricco di tanti talenti ( senza che io abbia fatto niente per meritarli) ma di sicuro non sò pregare visto che mi sento solo questa spero possa essere presa come una preghiera spero tanto possiate parlare con vostri Amici che risiedono nelle vicinanze e spero di essere fortunato come le persone che siete andati a trovare qui nessuno le cerca le va a trovare tutti aspettano e si muovono solo se vi sono i documenti in ordine altrimenti neanche la Caritas Aiuta ( lo posso dire perchè l’ho vissuta personalmente accompagnando una persona ) in 20 anni ho condiviso TUTTO quello che Ho ricevuto e adesso stò vivendo Grandi Prove dove Paradossalmente a causa di sbagli di altri stò rischiando di perdere tutto quello che ho costruito assieme ad altre persone che però ora sono morte a causa di gravi malatie e non sapendo scrivere ( sono dislessico ) nessuno mi aiuta ad aiutare una trentina di persone tra famiglie intere con 4 bimbi, ragazze madri con bimbi di un anno che i servizi sociali hanno fatto solo terrorismo dicendo che tolgono i figli e quindi la mamma non va a chiedere aiuto, e ho provato ad andare a chiedere Aiuto anche ad Amici, Tutti Delegano ad altri è per questo che spero un giorno alcuni di voi ( risparmiando tanti soldi del viaggio riusciate a venirmi a trovare ) potrei scrivervi tante storie simili e peggiori di quelle che avete accennato il paradosso è che è più facile andare ad aiutare le persone lontane occasionalmente che averle vicino e condividere tutti i giorni in parte le prove che stanno vivendo Ho vissuto nel mio piccolo quello che MADRE TERESA è riuscita anche a
    scrivere e che condivido completamente:
    > LA CURA DEI POVERI E DEI BISOGNOSI NON È RESPONSABILITÀ SOLO DELLO STATO.
    È
    RESPONSABILITÀ DI TUTTI.
    > OGNUNO DEVE PREOCCUPARSI DEI BISOGNI DEI SUOI FRATELLI E SORELLE.
    > CONOSCERE IL PROBLEMA DELLA POVERTÀ DA UN PUNTO DI VISTA INTELLETTUALE NON
    SIGNIFICA COMPRENDERLO.
    > NON È LEGGENDO, ANDANDO A FARE UNA PASSEGGIATA NEI BASSIFONDI,
    RAMMARICANDOSI O AMMIRANDO LA POVERTÀ CHE ARRIVIAMO A COMPRENDERLA E A
    SCOPRIRE CIÒ CHE HA DI BENE E DI MALE: DOBBIAMO TUFFARCI IN ESSA, VIVERLA,
    CONDIVIDERLA.

    se scrivete gabriele bastardi su google vi sono alcune cose che ho provato a condividere
    ma oltre a rispondermi che è già molto visto che mi hanno risposto in pochi nessuno ripeto nessuno mi è venuto a trovare neanche le persone delle parrocchie dove io vivo e dove mi hanno insegnato catechismo e ad AMARE
    paradosso se chiedi aiuto con entusiasmo e gioia sapendo di poter condividere la gioia nessuno crede che ho bisogno
    se invece parli raccontando i problemi nessuno ti aiuta perchè nessuno vuole condividere dei problemi e tutti delegano
    spero tanto di incontrarvi o almeno mi possiate dare suggerimenti
    gabrieleb65@libero.it

  2. e’ vero….l’ho provato anch’io!in brasile, in amazzonia ho trovato dei poveri che vivevano in capanne ,ma la gioia dei loro volti quando ci hanno visto era autentica.e avevano loro da offrire
    qualcosa a noi!

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