Evangelizzazione
Facciamo un giretto!
Prendo spunto da alcune parole del libro di Chiara Amirante “Perché sei venuto al mondo?”, che mi hanno fatto pensare.
Chiara scrive: “A differenza di tutte le altre religioni, noi cristiani crediamo non solo che Dio esiste, ma che il Signore della creazione si è fatto uomo come noi.
E’ stupendo! Ci pensi? Non so se hai capito bene! Il tuo Creatore ha deciso di lasciare il suo paradiso e venire a ‘farsi un giretto’ qui in mezzo a noi sulla terra”.
E’ proprio così. Come ha detto Chiara, è veramente stupendo! Dio, infatti, non ha voluto avere una relazione virtuale con noi, ma ha deciso di incontraci, di dialogare, di condividere le nostre stesse gioie e sofferenze.
Partendo dalle bellissime ed entusiasmanti parole di Chiara, ho cominciato a riflettere sull’importanza dei nostri rapporti con gli altri e sul modo in cui, oggi, si costruiscono relazioni e non-relazioni.
Nelle grandi città sta scomparendo l’antica cultura del cortile e della piazza, luoghi all’aperto in cui i bambini praticavano tradizionali giochi di gruppo, in un clima di festa e di allegria.
Erano parentesi di svago in cui bastava poco per essere felici. Ma, soprattutto, erano situazioni creative in cui si stava davvero insieme. Non rappresentavano soltanto un’occasione di divertimento, ma erano momenti educativi in cui ci si abituava ad avere delle regole e a rispettare i propri coetanei.
Poteva capitare anche di discutere. Ma lo si faceva attraverso un dialogo costruttivo, guardandosi negli occhi.
Troppo spesso, oggi, il tempo libero viene vissuto in modo solitario e individualista. I ragazzi, a volte, sono spinti a trascorrere tante ore davanti allo schermo freddo di un computer, tra videogiochi ripetitivi, navigazioni interminabili su Internet e conversazioni virtuali. Si nutrono di fantasie “già pronte”, che qualcuno ha creato per loro.
Certamente i nuovi mezzi di comunicazione non sono strumenti cattivi. Il mondo di Internet può offrire anche straordinarie opportunità. L’importante è che le relazioni virtuali non prendano il posto della vita vera, generando solitudini e alimentando un falso rapporto con la realtà.
Crescendo soli, i giovani rischiano di maturare più tardi l’idea del rapporto con gli altri. Come si fa a considerare il prossimo, se non ci si abitua realmente a incontrarlo e a dialogare con lui? Come si possono prendere a cuore i suoi problemi?
Per invertire la rotta, può essere utile risvegliare la bellezza dei rapporti umani autentici. Rinchiudersi troppo nel mondo virtuale significa, in fondo, rifiutare di confrontarsi. Significa rinunciare ad impegnarsi, perché il rapporto diretto con il prossimo rappresenta anche un impegno, uno sforzo per mettersi in discussione.
Insomma… proviamo a seguire l’esempio di Gesù. Oltre a navigare su Internet, facciamo un giretto e andiamo ad incontrare gli altri.
Mi ha colpito molto ciò che è scritto nella Bibbia, nella seconda lettera di San Giovanni.
Il Santo, rivolgendosi ad alcuni amici, conclude la sua lettera dicendo: “Molte cose avrei da scrivervi, ma non voglio farlo per mezzo di carta e inchiostro. Spero invece di venire da voi e di parlarvi faccia a faccia, affinché la nostra gioia sia piena”.
Anche San Giovanni sembrava preferire gli incontri reali rispetto a quelli virtuali. Il suo invito alla “gioia piena” è attualissimo. E gioia sia, quindi, in ogni momento della nostra vita.
Forse i pochi commenti sono sinonimo di aver preso alla lettera il tuo invito 😉 speriamo dia così, un bel “digiuno digitale”!
Ciao Don Davide. E’ proprio così. L’obiettivo di questa mia riflessione era proprio quello di non avere commenti! Utilizzo ed apprezzo molto internet, ma ogni tanto sento il bisogno di richiamare l’attenzione sul tema dell’amicizia e del dialogo vero, che possa andare oltre il virtuale.
quando ci vediamo???? così invece di scrivervi…. inizio a parlare fino all’esaurimento vocale 🙂 <3
Ciao Marisa, grazie per il tuo commento. Un saluto e buon fine settimana.
Si , sono pienamente in sintonia con quel che scrivi : il Verbo si è fatto davvero carne e non virtualmente …; non c’è dubbio che internet non può surrogare i nostri incontri reali nelle comunità locali , concrete ed è difficile supporre che possa realizzzare quello che solo un percorso concreto può dare ; tuttavia può essere un momento di scambio di idee – come adesso-ecco , un pensare liberamente , purchè accompagnato dalla preghiera , meditazione, insomma , dalla normalità del quotidiano; il Web 2.1 dovrebbe essere un momento di solitudine meditativa , una sorta di solitudine condivisa , come gli antici monaci nella loro cella , così dovrebbe essere il WEB 2.1 per noi
Grazie per la meditazione e ciao
Cesare
Ciao Cesare, grazie! Sì, sicuramente il web può offrire molte buone opportunità di dialogo e condivisione. L’importante è che, come hai giustamente scritto tu, sia accompagnato dalla normalità del quotidiano. Ciao buona serata!
ha usato una cit. del Vangelo. il “Santo”, che si autodefinisce presbitero, si rivolge alla “signora Eletta” o la “signora sovrana” (e ai suoi figli) metafora poetica che designa una comunità particolare, posta sotto la giurisdizione del presbitero stesso e minacciata dai falsi dottori;…nel rivolgersi ai figli li elogia perchè camminano nella Verità, osservano i comandamenti nell’amore;…li mette anche in guardia nei confronti dell’operato degli anticristi;…nel prendere commiato usa le parole: “ti salutano i figli della eletta tua sorella” – la Chiesa appunto.. probabilmente Efeso dove si trovava l’apostolo mentre scriveva. E sì, che dice [..ho speranza di venire..]..per poter parlare a viva voce – [“incontri reali”, termine da lei usato, può voler dire molto ma molto di più]. Ma, anche se la sua riflessione sull’utilizzo dei mezzi di comunicazione contemporaneo è senz’altro positivo, mi sembra un pò riduttivo usare come termine di paragone il pensiero dell'”Apostolo per eccellenza” (Giovanni evangelista appunto) quasi come uno slogan, per promuovere “l’incontro faccia a faccia” ..- il mio non voleva assolutamente essere un tono polemico, ma solo una piccola sottolineatura dell’importanza della scelta delle “parole”, ma soprattutto dei contesti all’interno dei quali esse vivono. – mi unisco a lei nell’invocazione della “gioia piena” su tutti i fratelli in Cristo Gesù.N.S. – non solo attualissima ma sempre auspicabile!!!!
Ciao Emanuela, ti ringrazio molto per questa tua precisazione. E tanti auguri di buona Pasqua!