Evangelizzazione
Forse anche voi volete andarvene?
Larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano! Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita… e che vita! Per te e per gli altri. Vivi la spiritualità dell’in manus tuas e della centralità eucaristica fino ad immolarti come vittima. Non credere che sia esagerato…forse questo dubbio è la stessa vocina che fece borbottare Pietro quando Gesù annunciava la sua morte: [Gesù] gli disse: “Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Mt 8,33).
Pensa secondo Dio, in manus tuas Domine! Dare la vita ogni giorno, rinunciare a qualcosa di te stesso ogni giorno ti condurrà a “dare la vita”. Cerca in ogni situazione e istante la vera volontà del Padre, sii attento al Gesù nascosto nei fratelli, vivi per Lui, per la sua gloria e non per la gloria del tuo io.
Questo discorso è duro? (Cfr. Gv 6,60). E’ la stessa cosa che disse sempre Pietro a Gesù quando parlava del massimo dono che avrebbe fatto a loro nell’eucarestia. Ma Gesù anche qui non scende a compromessi, già molti lo hanno appena lasciato e lui domanda: “Forse anche voi volete andarvene?” (Gv 6,67).
Non è un ricatto…
Gli altri non lo hanno capito, ma sembra che dica: “Voi, voi almeno avete capito che dono voglio farvi? Cosa vi sto dando?”. Guarda le alternative che hai, quali sono? Allora come Pietro ti renderai conto che non ce ne sono: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”.
Entra in questa visione mistica e sapienziale della vita. Troppo tempo abbiamo sprecato in spiritualità che puntavano alla mortificazione nel senso di “che cosa non si deve fare” per essere un buon cristiano. Basta cercare il “non devi far questo o quello”, cose vere ed importanti… ma in cui si cerca la forza nel vaso di creta che essendo creta non può far altro che crollare prima o poi. Punta invece a “cosa sei chiamato a fare”, a renderti conto di “chi è Colui che ti chiama”! Se pecco non è per la forza delle tentazioni, ma perché ho perso di vista la mia identità e la mia missione, ho dimenticato chi mi chiamato e a che cosa. Recuperare tutto questo significa vivere l’unione abituale con Cristo:
Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me (Gal 2,20).
Allora è semplice… basta chiederti in ogni istante: Gesù farebbe questa cosa? La direbbe questa espressione? Come si comporterebbe… Così vivi l’identità cristica.
Entra in questa visione mistica e sapienziale della vita. Troppo tempo abbiamo sprecato in spiritualità che puntavano alla mortificazione nel senso di “che cosa non si deve fare” per essere un buon cristiano.
mi puoi spiegare davide il senso di questa frase o meglio puoi farmi un esempio , sul non fare , grazie!!!
Semplicemente: spesso si predilige la via negativa del tipo “non fare agli altri” quando invece credo sia molto più fruttuosa la positiva del “fai agli alti”… Più che concentrarci su ciò che non si deve fare, impegniamoci sul bene da fare, sulla vita di preghiera da vivere, ecc… Di conseguenza il resto verrà meno perché permetteremo a Gesù di vivere in noi.
Donarzi all’ altro talvolta sembra un peso enorme, troppe volte ho fatto l’esperienza di morire a me stesso per il fratello che Dio mi poneva davanti, ciò che ne ho tratto e stato essere ricolmato di gioia indicibile, riuscire a fare della propria vita un Fiat di amore al suo amore, non e’ un passatempo, come dice nelle sue tante lettere San Paolo Ama e fa’ ciò che vuoi ( ma prima ama poi se ti rimane tempo fa’ ciò che vuoi ).
ringrazio il Signore per queste sue parole ispirate..
Grazie di cuore Don Davide delle tue parole sempre illuminanti. … E gioia sia!
“Rapisca o mio Signore la dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che stanno sotto i cieli affinchè io muoia per amor tuo come tu sei morto per amor mio”
Recito quotidianamente questa preghiera francescana con tutto me stesso e profondamente convinto. Vorrei tanto con tutto il cuore poter dire “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.
Grazie Davide, la tua riflessione è esattamente ciò a cui tendo, morire a me stesso per ridonare la vita al Padre mio e permettergli di salvare tanti miei fratelli. Cristo con la Sua donazione totale ha soddisfatto la giustizia e la misericordia divina…ma c’è ancora da soddisfare la Sua sete di anime. A questo penso siamo chiamati, a completare la Sua passione nel corpo mistico della Chiesa. E per far questo bisogna imboccare la via stretta ed angusta.
In manus tuas Domine
XD
Mi vengono in mente Chiara Luce Badano e Chiara Corbella che hanno avuto la Grazia e la volontà di non andarsene mai via da Gesù, di non lasciarlo mai solo, fino a salire sulla Croce insieme a Lui.
Chiara Corbella ha detto: “Il Signore la mette la Verità dentro ognuno di noi; non c’è possibilità di fraintenderla”.
Queste parole hanno una potenza incredibile e si sono scolpite nel mio cuore, forse perchè ho visto il video della sua testimonianza qualche giorno fa durante il Mladifest a Medjugorje in un momento per me di grande sconforto.
Per invitarci a seguirlo il Signore non ci dà segni inconfutabili, che ci priverebbero della libertà di scegliere. Può non piacerci ciò che ci chiede, possiamo averne paura o far finta di non sentire, ci può sembrare impossibile o disumano seguirlo, possiamo rispondere sì o no, ma la nostra anima non può fraintendere la Sua voce.
Le due Chiare sono due sante dei nostri giorni, due “pazze” d’amore per Gesù, anche se chi non conosce Dio le vede come pazze e basta.
Che il Signore ci conceda la Grazia di essere pazzi d’amore per Lui, gioiosi e anche un pò incoscienti come bambini per dirgli ogni giorno SI’!
Grazie per questa tagliente parola di luce che penetra nel profondo del cuore
Mi sa che sono l’unica… ma in certe situazioni non ho la più pallida idea di come devo agire, se devo agire o se è meglio fare niente o dire niente. Eppure queste situazioni richiedono una di queste opzioni ma non sò quale prendere. Per me capire come agirebbe Gesù è molto difficile.
Rimaniamo aperti e lasciamo entrare Gesu’.Senza condizioni o preconcetti e alla fine senza accorgercene…..
sara’ lui a decidere per noi.Quotidianamente mettiamolo al centro della nostra vita, impariamo a camminare accanto a lui, ogni cosa, anche la piu’ sciocca facciamola per lui. E’ chiaro per noi e’ molto difficile, per la nostra natura umana. Ma lui ci ama proprio per questo. Perche’ siamo fragili, insicuri ma da plasmare. Buona luce a tutti.
” Cosa sei chiamato a fare ? ” è ben diverso dal ” Cosa non devi fare ? ” ; nel primo caso si parla del massimo , nel secondo caso del minimo..; nel primo caso è in gioco una chiamata che spinge ad una crescita nel secondo caso è solo il super-io psicoanalitico che, con i suoi divieti , pone dei limiti e , a volte cera la nevrosi( e forse, qui, Freud non ebbe tutti i torti quando disse che la religione rischia, per alcuni, di divenire la ” nevrosi ossesiva dell’umanità !)
È esattamente ciò che esprimo nella parte che qualcuno mi ha chiesto di precisare. Troppo tempo perso nel cercare di “non fare” giocando in difesa e riducendo il potenziale in noi, quando invece potremmo puntare con tutto noi stessi al positivo! “Ama il prossimo tuo come te stesso.” “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te!”
ESTRATTO DAL POST: Entra in questa visione mistica e sapienziale della vita. Troppo tempo abbiamo sprecato in spiritualità che puntavano alla mortificazione nel senso di “che cosa non si deve fare” per essere un buon cristiano. Basta cercare il “non devi far questo o quello”, cose vere ed importanti… ma in cui si cerca la forza nel vaso di creta che essendo creta non può far altro che crollare prima o poi. Punta invece a “cosa sei chiamato a fare”, a renderti conto di “chi è Colui che ti chiama”! Se pecco non è per la forza delle tentazioni, ma perché ho perso di vista la mia identità e la mia missione, ho dimenticato chi mi chiamato e a che cosa. Recuperare tutto questo significa vivere l’unione abituale con Cristo:
Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me (Gal 2,20).
Allora è semplice… basta chiederti in ogni istante: Gesù farebbe questa cosa? La direbbe questa espressione? Come si comporterebbe… Così vivi l’identità cristica.