Esistono dei momenti che lasciano sensazioni indescrivibili, vere e proprie carezze dell’anima. Esistono emozioni che restano così fortemente attaccate nel nostro profondo, che quasi ne diventano parte integrante nel nostro corpo, come fossero quell’organo in più che produca felicità a fiotti. Sembra così complesso poter immaginare questi istanti, eppure talvolta, sono fin troppo a portata di mano, da toccarsi.
Questa è solo una delle tante meraviglie che un apparente e normale weekend ha donato a tante persone dove, riunite per vivere una momento di serenità e spiritualità, si sono ritrovate poi nel convivere un insieme di queste emozioni e sentimenti tanto da diventare un’unica entità, un unico sentire, verso un unico obiettivo: la GIOIA.
Nelle giornate di incontro con la responsabile regionale nel quartiere di Pianura a Napoli, tutto questo è stato possibile!
Il sabato pomeriggio, è bastato soffermarmi alcuni minuti all’ingresso e vedere entrare man mano sorrisi e voglia di condividere felicità, che quasi sembrava veder scorrere preziose lanterne su acque calme di un fiume verso la foce e dove il mare – trasformato da lì a breve in amare – potesse riunirle tutte… tanto vicine da formare una unica Luce.
Tante sedie che formano un grandissimo cerchio in una grande sala, nella loro descrizione pratica, possono sembrare fredde, perfino asettiche, ma il calore e l’intensità trasportate dalla dolcezza e l’amore di Natalina e Don Enrico hanno donato calore, un fantastico legante emotivo, rendendo tutti noi presenti contestualmente ascoltatori, spettatori ed attori di un momento così intenso.
La domenica, il gruppo ancora più folto – uniti al nostro Cenacolo di Pianura anche Villaricca, Benevento, Avellino, Nocera Superiore, Salerno – prima del Santa Messa, Natalina ha donato un ulteriore ed intenso momento di confronto – riflessione sul Carisma – e dove ormai una 60ina di noi, tutti trainati da uno spirito di amore senza se e ma, hanno vissuto una bellissima condivisione…
In essa traspariva – quasi come se ti potessero afferrare a mani nude – fiducia, empatia e gioia e tutto condito dal sentirsi ascoltati (che assurdo paradosso, eppure da lì a pochi metri, all’esterno della sala la scontata normalità è intrisa di incomprensione e giudizio!).
Quasi a conclusione di questa particolare ed emozionante domenica, nella chiesa di San Giuseppe Operaio a conclusione dell’Eucaristia lo splendido intervento di Ilaria, rappresentante dei giovani presenti, parole toccanti, sentite, ispirate… illuminanti!
Il conoscersi da poco o conoscersi da sempre era una valenza esclusa da questa nuova modalità di percepirsi, di parlare del proprio sentire, di esprimersi che, accantonando un poco la mente che la fa sempre da padrona, è stata l’unica vera chiave di queste due intense giornate.
Non esistevano estranei, non esistevano imbarazzi o diffidenze… ma solo pure, reali e tangibili emozioni (felicità, tristezza, rabbia, paura e tanto altro, tutto sfarinato, condiviso, affrontato ed ascoltato nella più autentica accettazione di tutti i presenti).
Insomma, un weekend in cui non è mancato proprio nulla, dai momenti più profondi di formazione e condivisione interiore e spirituale, a momenti di convivialità in cui, il sentirsi serenamente se stessi ha accarezzato quel bellissimo bimbo genuino di ognuno di noi che per lo più rimane nascosto e non ascoltato.
Dunque, se esistesse un modo alternativo di concepire una famiglia allargata, per tutto ciò che è stato ripercorsi in questi due giorni, la definizione più rigorosa sarebbe semplicemente NUOVI ORIZZONTI. I nostri genitori spirituali, Laura e Salvatore e tutti i loro figli acquisiti, hanno vissuto nello spazio di poche ore sotto lo stesso tetto, un profondo scambio di amore, di condividere, di fede.
Una famiglia in cui ci si sente liberi, felici e accolti. Una famiglia dove si impara a rispettare ed ascoltare.
Una utopistica famiglia… che paradossalmente può esistere, perché ognuno dei presenti, dei suoi adottati ed estemporanei componenti ha potuto dire: IO C’ERO!
Vincenzo Orabona