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‘Mission possible’, nonostante noi…
Ho sempre pensato che l’Amore è un po’ come una tessera del domino: se cade la prima, il gioco è fatto! Ed è stato così che ci siamo sentiti nei giorni di micro-missione a Palermo: tessere di un gioco più grande di noi che ci ha travolti di un amore tale dove “cadere” e, trascinarsi dietro tutte le altre, era l’unica opzione possibile.
È stato tutto davvero incredibile! Abbiamo visto l’Amore farsi strada nei nostri cuori, anche quelli più incerti e in quelli di coloro che ci è stato donato di incontrare. È stata davvero un’esperienza meravigliosa!!!
Come prevedibile non sono mancate certo le difficoltà, gli imprevisti e le defezioni dell’ultimo momento, ma nonostante tutto siamo riusciti a riunire la Sicilia intera e non solo per annunciare a tutti l’Amore di Dio.
Ci siamo ritrovati immersi in uno stato di grazia tale da rimanere sbalorditi… ci chiedevamo se saremmo stati all’altezza e invece… uno stupore dietro l’altro!
Nemmeno a dirlo poi i primi ad essere evangelizzati siamo stai proprio noi. Possiamo dire di aver ricevuto cento, mille volte di più di quanto abbiamo donato.
Due ragazzi ci condividono una gioia post missione talmente adrenalinica da sentirsi il cuore scoppiare di gioia come mai prima, e non sono gli unici.
Un’altra giovane ragazza, titubante all’inizio se prendere parte o meno alla missione, accoglie l’invito ed è la prima a ricevere un dono che l’ha portata a farsi meraviglioso strumento nelle mani di Dio per i ragazzi che accoglierà per strada poco dopo.
C’è chi è alla sua prima esperienza, ma già sente che insieme a Dio non potrà che fare cose grandi perché con Lui tutto è possibile ed è così che in strada lascia paure ed affanni e accoglie e dona amore e speranza ai fratelli che Dio gli metterà dinanzi.
Alcuni arrivano da Messina già alle 8 del mattino perché vogliono incontrare i giovani delle scuole e contano di farvi rientro al massimo per le 21.00. Com’è andata poi? Beh, tra un abbraccio gratis e l’altro nel pomeriggio in centro a Palermo e un “vi diamo una mano a preparare la Chiesa per la luce nella notte poi andiamo via” alle 22.30 erano ancora lì a dire: “È meraviglioso, quanta gente che sta entrando, non riusciamo ad andare via… è qui che vogliamo stare!”.
Don Roberto febbricitante e senza voce, che di chilometri ne aveva fatti davvero tanti, a tempo debito, si è ritrovato con energie e un vocione alla Pavarotti che ha raggiunto persino la ragazza che vendeva sigarette di contrabbando poco distante dalla Chiesa che ci ospitava: vedere i suoi occhi lucidi quando l’abbiamo stretta in un abbraccio è stato l’inizio di quella che si è rivelata da subito una “mission possible,” nonostante noi.
Abbracciare, ascoltare, accogliere aneliti di vita di ragazzi di cui un attimo prima non conoscevamo l’esistenza, dopo le iniziali titubanze o resistenze di alcuni è stato davvero emozionante.
Alla fine di questa micro-missione restano tanti nomi, volti, storie e fratelli il cui ricordo disegna un sorriso sui nostri volti che sa di Cielo. Con alcuni di loro magari proseguiremo il cammino assieme, di molti altri invece non sapremo più nulla, e con altri possibilmente ci ri-incontremo nel tempo, ma una cosa resterà invariata e questa nessuno, nemmeno il tempo potrà portarla via: in quei giorni, in quel preciso istante in cui i nostri occhi si sono incontrati e le nostre braccia si sono strette attorno ai nostri cuori, abbiamo scritto una meravigliosa pagina d’Amore nel libro della vita che leggeremo insieme a Lui quando un giorno Lo vedremo.
Giusi Zanghi