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DIARIO del Campo di Formazione al Volontariato Internazionale in Brasile PARTE 2

I giorni seguenti nella mia testa risuonavano quelle parole “Padre d’Amore”.

In quella povertà disarmante, in quello sporco, in quel nulla, in quelle condizioni disumane quella donna si sentiva figlia, Figlia di Dio e sentiva che questo Dio era un Dio d’Amore.

Inspiegabile. Irrazionale.

Volevo afferrare quella Verità con il cuore, ma ancora non mi era dato di comprenderla.

Ancora avevo troppi schemi, troppi pregiudizi, troppi muri, un senso di ingiustizia che mi portava fuori da Dio.

Chiesi in preghiera al Signore di abbattere tutto ciò.

La risposta me la darà solo la settimana seguente, durante una processione del Santissimo in una cittadina vicino Quixada.

Dopo qualche giorno partiamo per Quixada.

Strada facendo ci abbracciano le montagne, il paesaggio è pieno di vegetazione poiché grazie a Dio dopo due anni ha piovuto e il “Sertao” è fiorito. “Dove Tu sei fiorisce il deserto”.

Il pulmino si ferma davanti alle casa delle bambine e una festa di benvenuto meravigliosa ci aspetta.

Colori, Danze, canti, mani che si stringono, sguardi che si incontrano: è Gioia grande!

Sembra che fino a sera il mondo si è fermato per festeggiare il nostro arrivo.

Ancora una volta sento nel cuore questa sensazione: “Voglio stare con te”.

Ci stavano dando il loro tempo, avevano fermato ogni cosa e preparato tutto ciò i giorni passati per poterci far sentire accolti. E’ un profumo nuovo.

Ancora una volta i bambini invadono lo scenario: saltano, giocano, attirano la nostra attenzione e in meno che non si dica ce li troviamo abbracciati addosso, chi sulle spalle, chi a cavalcioni, chi si arrampica, chi ti abbraccia.

In quel momento qualcosa si è rotto. Quel muro che avevo eretto,  tutto quell’affetto, quell’Amore l’avevano fatto crollare.

Non sentivo più paure,pensieri, timori. Mi importava solo stare lì con loro.

Era splendido sentirsi amati così. Sì, i bimbi ti amano così come sei e se  metti una maschera ti denudano subito. Loro sposano la genuinità, la semplicità.

GIOCHI NELLE FAVELASE così sia.

Sembrava tutto così naturale poter giocare con loro anche nei giorni seguenti. Non ci sono giocattoli. Giocavamo con le mani o al massimo con una corda e un pallone.

Loro passerebbero delle ore abbracciati senza fare nulla. Loro si lascerebbero amare così ore e ore.

Loro stanno in questo amore che desideri donargli.

Arrivare da un mondo in cui devi fare, fare, fare, fare e essere catapultati in un mondo in cui devi tirare il freno a mano e STARE, RE-STARE non è facile.

Il cuore non ha più vie di fuga, non ha filtri. Tutto è amplificato in questa terra così povera e allo stesso tempo così ricca.

Volutamente partendo per questo viaggio ho lasciato a casa telefono e computer.Ho chiesto al Signore di fermarmi e ancora una volta il Signore mi ha risposto.

Mi sono ritrovata a contemplare per ore i bimbi, il loro sguardo eloquente, Madre Terra, il Cielo.

Immancabile poi Lei, Maria.

Sopra di noi infatti, sul monte, il Santuario “Reina do Sertao”. Il manto di Maria ricopre il nostro capo e ci protegge. Lei, madre del silenzio, lei la donna dello “stabat”. Lei su di noi.

Arriva la sera, Fratello Sole tramonta in un battibaleno poiché siamo sull’equatore. Ed è subito notte.

Alzo gli occhi e un tappeto di stelle mi avvolge. Uno scenario mai visto prima in vita mia. Eppure la montagna è il mio habitat e quante volte ho potuto contemplare un cielo stellato ad alte quote. Ma quel cielo sembrava essere più basso, sembrava che da un momento all’altro mi cadesse addosso.

Rimasi a bocca aperta. Avrei voluto fermare il tempo.

Non una luce se non quella delle stelle. E’ il tuo Volto, mio Signore.

La sera seguente c’è un momento meraviglioso: la lode!

Credo che in Cielo per una lode così ci sia stata una festa immensa.

Tutti ripetevano: “Obrigado Signor Gesù…obrigado….”.

I canti, i balli, tanti cuori catturati da quel dischetto bianco in cui si nasconde umilmente un Dio che si è fatto uomo per Amore!

All’invocazione dello Spirito Santo una Pentecoste: nel cuore Gioia, Pace, Unità: Comunione.

CONDIVISIONEI giorni a Quixadà trascorrono lenti, nel silenzio, nell’incontro con altri cuori, nella condivisione, nell’abbraccio in cui i bambini “riposano”, nei giochi, nella preghiera.

Ricordo un giorno in cui è arrivata la Nutella! Un barattolo da 10 kg! Che festa grande!

C’erano alcuni bambini che non sapevano nemmeno cosa fosse, che gusto avesse.

Rosy ha preso un cucchiaio a testa e immergendolo con Amore ne ha dato uno per bimbo: inutile dire la loro felicità!

Non si avventavano sul barattolo per averla per primi, aspettavano invece il loro cucchiaio con calma e pazienza. Non era educazione, ma la piena consapevolezza che era un dono dal Cielo per ciascuno di loro e come tale lo volevano ricevere personalmente.

Rimasi incantata nel vedere i bimbi leccare la Nutella come fosse un gelato, lentamente altrimenti finiva subito.

C’è chi di loro ci ha messo 20 minuti a mangiare quel cucchiaio. Capiva che era unico, che era un dono speciale!

Quante cose do per scontate ogni giorno Signore, quante cose pretendo e non riconosco come dono. Ancora una volta i piccoli insegnavano, ancora una volta i poveri mi insegnavano la legge del Cielo.

Il racconto prosegue la settimana prossima…

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3 thoughts on “DIARIO del Campo di Formazione al Volontariato Internazionale in Brasile PARTE 2”

  1. Mamma che bello questo articolo..che sete di semplicità mi è venuta..grazie Valentina, veramente, grazie per questa tua condivisione..che il Signore ci doni la grazia di essere piccoli e veri, di vivere appieno e di capire i Suoi straordinari doni..

  2. chiudo gli occhi e mi lascio coccolare dall’amore che si respira in queste parole, quanta dolcezza e semplicità, la vostra gratuità d’amore che rende tutto così unico e speciale, GRAZIE.

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