Evangelizzazione

Whitney nella luce

La notizia della morte della cantante Whitney Houston mi ha dato tanto amarezza. Questa è stata la prima sensazione che ho provato…

Poi ho pensato di fare un salto nel tempo, negli anni ottanta, agli inizi della sua carriera musicale. La sua immagine era un’immagine di luce, di bellezza, di straordinario talento donato da Dio.

In quel momento Whitney Houston era l’immagine della gioia della musica che aveva le sue radici nelle chiese, dove aveva cantato tanto, fin da ragazzina. Ha sempre mostrato la sua profonda conoscenza di tutta la tradizione gospel e spirituale, che possiamo ritrovare da sempre nella musica jazz, blues e soul.

Scrivo queste poche righe, di getto, perché la voglio ricordare così, come l’ho conosciuta in quel momento.

Certamente Whitney Houston ha sempre avuto una sua personale ricerca della spiritualità. E sono sicuro che in tutti questi anni avrà continuato a portarsi dentro quella vicinanza con Dio, che lei percepiva attraverso l’arte, la musica, la sensibilità che si può esprimere attraverso una canzone.

Ho voluto scrivere queste parole perché immagino che alcuni mezzi di comunicazione si soffermeranno soprattutto su altri argomenti. Ma io, oggi, voglio avere altri pensieri.

Questi pensieri mi aiutano a trasformare la mia amarezza in un sorriso di gioia, pensando che Whitney è sempre rimasta quella della luce. La luce di Dio che lei aveva dentro. Una luce che lei cercava e che, secondo me, ha sempre continuato a cercare.

Penso sempre che in ogni persona ci sia la luce di Dio e che Dio abbia continuato a bussare alla porta del cuore di questa grande artista, dialogando con lei attraverso le note di una canzone.

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6 thoughts on “Whitney nella luce”

  1. Grazie Daniela, per questo tuo commento. Whitney Houston ha cantato moltissime parole su Dio, con la sua intensa attività nella musica gospel. Mi piace immaginarla, ora, vicina a quel Dio che è stato spesso nelle parole della sua musica.

  2. grazie Carlo! nel blog comunicazione a mass media avevamo lanciato l’iniziativa di adottare un artista, come dice la nostra daniela, e avevamo deciso di usare le armi della luce e della preghiera per difendere questi nostri fratelli e sorelle, così geniali e così schiavi di un mondo che succhia loro l’anima….anche io mi sono profondamente commossa e rattristata per Whitney…..non molliamo i “nostri” artisti!!!

  3. Come hai scritto, anche a me piace ricordare Whitney per il suo straordinario talento artistico. Il resto spetta a Dio.
    Credo che ciascuno di noi, già in vita terrena, debba essere riconosciuto per i suoi talenti effettivi ma soprattutto rispettato, giacchè sempre una persona vera si cela dietro la parvenza dell’artista, con le sue fragilità ed i suoi pregi.
    Il problema come nel mondo dello sport o dello spettacolo è che attribuita un’etichetta ad un artista viene mitizzato ed idolatrato, annullando di fatto la persona. Questo genera frustrazione e scarsa autostima giacchè osanna solo la parvenza senza la sostanza. L’integrità artistica ed umana creda si ottenga dalla gavetta che forma l’arte e l’artista, evitando di proiettarlo nell’arena del successo senza prima avergli dato le basi per sentirsi radicato su un terreno proprio. Ciò limita la possibilità che venga sfruttato e strumentalizzato.
    E’ chiaro che non è facile. Ma il miglior rispetto penso si ottenga nel far valere le qualità umane celate nelle doti artistiche.
    Un salutone e viva Whitney, grande voce e grande artista.

  4. Ciao Patrice mi piace molto quello che hai scritto. Hai ragione. Bisogna vedere sempre l’essere umano che c’è dietro l’artista. Condivido anche quello che hai scritto a proposito della gavetta. Troppo spesso, oggi, c’è una tendenza a gettare troppo rapidamente gli artisti nell’arena del successo. Grazie ancora, buon fine settimana!

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