Sacrificio, impegno, difficoltà economiche, lavoro precario, incertezza. Questi e altri i motivi che ci portano a vedere un’Italia in cui il calo demografico è evidente, in cui le nascite sono sempre di meno, poche, misurate, oserei dire…calcolate.
Che fare davanti a questo bollettino di guerra in cui i caduti, o meglio, i mai concepiti, sembrano essere i protagonisti? Allarme sui giornali; la bilancia fra giovani e anziani pende sempre di più dal lato degli over 60. Quanta desolazione e tristezza e forse un senso di disfattismo che ci invade. Un’Italia che muore. Quale futuro?
Eppure difronte a un quadro che sembra segnare una fine inesorabile non fermiamoci a vedere numeri e statistiche perché dietro a ogni numero si nasconde una vita, un nome, una scelta, un sì o un no alla vita di cui i primi e diretti responsabili siamo noi con la nostra forza d’amare, di credere, di accendere o spegnere questa speranza.
Se il bollettino dichiara quasi persa la battaglia della vita, la mia vita e quella di tante famiglie come la mia alzano una voce e un canto di speranza. Piccole fiaccole disperse nel buio di un accampamento che da sole hanno il potere di rischiarare tutto intorno. Famiglie che ancora credono nella bellezza dei figli; famiglie che accettano le sfide, difficili sì, ma non impossibili; famiglie che accolgono la vita come dono e non come calcolo o preoccupazione, famiglie che fra il ben-essere e l’essere scelgono l’essere, famiglie aperte alla vita e all’accoglienza perché l’altro non è un nemico da battere o un problema da crescere ma un amico da conoscere, un figlio da amare.
“Come in cielo così in terra” così, tre più tre, il numero di miei figli concepiti in terra e nel cielo e non c’è dono più grande, sacrificio più bello che pensare alla vita. Nessuna difficoltà può attenuare il desiderio di vita, se alla vita si crede.
Ci vorrebbero politiche migliori, garanzie per la famiglia, lavoro dignitoso, sicuramente! ma prima di tutto ci vuole il cuore.
Il cuore di chi crede ancora ai valori della famiglia in un legame d’amore unico e indissolubile, dove i genitori fanno squadra assieme; il cuore di credere nel valore dei figli, dono immenso per la famiglia, la società e per l’umanità intera, valore unico al di là di ogni possibile limitazione e sacrificio.
Il cuore di credere ancora nella forza dell’amore, della condivisione e della reciprocità che copre ogni difficoltà materiale perché le difficoltà ci sono, ma non sono insormontabili e abbiamo una storia italiana che ce lo dimostra bussando dalla popolosa povertà del passato; il cuore di credere ancora nell’umanità fatta di persone capaci di tornare ad essere migliori e ad amare la vita a partire dalla propria e da quella che ci sta accanto, perché se il nostro cuore è pronto… si può nascere ancora.
di Stefania Giglio