Evangelizzazione

Ketamina: quando è il cane a guidare il padrone

Avviene un qualcosa di strano quando si rimette piedi in luoghi che hanno segnato alcuni anni della propria vita: certo, non luoghi sani, ma luoghi che in quel momento significavano per la vita una sorta di consolazione.
Io ho passato parecchie serate in ambienti legati al mondo dei centri sociali: per protesta, per affinità di pensiero politico in una Padova universitaria che non ammetteva molte repliche. Fatto sta che tra feste popolari di sinistra e serate intermedie in qualche birreria, la capatina al centro sociale occupato ci stava, fosse anche solo per un concerto di musica alternativa.

E dopo qualche anno ci ho rimesso piede, non a Padova, ma a Roma, al Forte Prenestino.

Lo stile di questo mio nuovo reimmergermi è molto cambiato, ma mentre ci andavo mi sono tornati alla mente i momenti di vita passata, quando la consolazione di un luogo dove nel nome dell’uguaglianza e della fratellanza universale ci si ubriacava e nel nome della libertà ci si fumava qualche spinello lo ricordo molto bene. Il tutto accompagnato da fedeli cani che se ne tornavano a casa la sera un po’ rintronati.

Al Forte Prenestino ho ritrovato esattamente gli stessi valori, le stesse cose che mi affascinavano, da tardo adolescente.
E mi sono spaventato!

Mi ha fatto paura pensare a quanti giovani c’erano: ci saranno state circa 3000 persone imbottite che camminavano al ritmo impartito dal nulla, da un vagare tra i corridoi capienti e gli spazi aperti di un vecchio fortino tra l’altro molto suggestivo.

Mi sono chiesto per quasi tutta la serata, mentre con Don Roberto, Cristina e Valerio cercavamo di capire come si poteva solo immaginare l’evangelizzazione, che cosa si poteva fare, chi avrebbe avuto non solo il tempo, ma anche un minimo di coscienza per ascoltarci. Per un attimo ho pensato a San Francesco e alla predicazione agli uccelli, con l’unica differenza che noi li avevamo solo i cani…

Abbiamo semplicemente pregato per tutta la sera: passeggiando per i corridoi, a volte fermandoci di fronte a sguardi confusi non alla vista ma al riconoscimento di un sacerdote lì in mezzo.
Qualcuno si è anche fermato a parlare, ma brevi battute al volo biascicate tra i fumi di canna che pervadevano qualsiasi luogo chiuso la struttura offrisse.
E per molti aspetti, per una serata di evangelizzazione poteva anche andare bene visto il luogo e la non sobrietà generale.

Tutto è andato regolarmente fino a che alle 3.45 circa abbiamo scelto di andarcene: a questo punto la scena ha assunto contorni deliranti.
Mentre don Roberto mi invitava a volgere lo sguardo da una parte dove bellamente, quasi fosse la cosa più normale del mondo, un ragazzo e una ragazza sniffavano ketamina dalla loro PostaPay (la certezza sulla sostanza è scontata dalla reazione immediatamente successiva della coppia…), dietro di noi una ragazza aveva probabilmente esagerato con la stessa sostanza, o un mix molto simile, e si dondolava sorretta a stento da amici non più sobri di lei..

Pochi metri dopo la stessa ragazza perde il controllo e con movimenti sconnessi cade addosso a uno di noi.
La raccogliamo, il ragazzo si fionda e cerca di capire chi siamo: “Solo alcool, solo alcool…” le uniche parole che riesce a dire, pure false.
Tentiamo di appoggiarla ad un muro, biascica il suo nome e la sua età, troppo giovane, troppo piccola e troppo violata.
Torna il ragazzo, intento probabilmente a finire un “affare”, tenta di sorreggerla ancora lui ma cadono entrambi, addosso ad un cassonetto di immondizia.

Dietro di noi qualcuno ha riconosciuto il “prete” e arriva un ragazzo con lo sguardo inebetito muovendosi in maniera sconnessa con gli amici urlanti che lo incitavano.

Intanto la ragazza resta collassata a terra con il ragazzo intento da una parte a bagnarle il volto nella speranza che si riprendesse in fretta e dall’altra intento a procedere con gli affari, perché i soldi son soldi e se ti prende l’astinenza o la voglia di farsi un trip puoi avere di fronte a te anche una persona morta che non te ne frega niente.
E i cani giravano, in cerca dei loro padroni, in cerca di qualcuno da accompagnare a casa.

Mi fermo, non c’è bisogno di descrivere altro.

Condivido con voi la sofferenza del vedere tutti questi giovani in un veloce processo di autodistruzione: non so e non mi soffermo sul fatto che queste droghe uccidano o no… MDMA, Speed, Ketamina, mix chimici di sostanze che sicuramente uccidono, distruggono e portano all’autodistruzione l’io della persona.

Io mi fermo qui. Custodirò molti volti persi nel mio cuore e li porterò di fronte a quel Dio che credo veramente possa ridare un senso alla vita, per viverla pienamente, per portarla avanti giorno dopo giorno senza bisogno di sostanze che aiutano la dissociazione.
Ho bisogno ancora di un po’ di tempo per metabolizzare il tutto e credo mi potrei dilungare ancora per troppe righe. Non serve parlare ancora: mi basta l’immagine dei cani che portavano a spasso i loro padroni.

Vi lascio con alcune parole di don Roberto Dichiera, lui il calcio se l’è preso, alla fine…

Il calcio sulle cosce l’ho preso dalla stessa ragazza che sorreggevo in piedi, Elisa,strafatta di droghe varie….
Ma non mi ha fatto male il calcio, quanto il vedere buttati via tutti quei giovani, che ogni sabato notte
barcollano nel buio cercando una felicita’ sintetica rischiando la vita…..
Il pensiero che 17 anni fa’ ero uno di loro, mi sprona a cercare l’accesso al loro cuore per parlargli di Gesu’ che è la Via, la Verita’ e la Vita.
Siamo tornati a casa dopo le 05.00 di domenica mattina,
prima di lasciare il centro sociale, ho chiesto a Dio di benedire tutti i presenti
e di trasformare la loro vita attraverso il Suo amore.
Ho fede che lo fara’. Amen.

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11 thoughts on “Ketamina: quando è il cane a guidare il padrone”

  1. Grazie ragazzi, Dio vi benedica!

    Grazie Frà, per questa bellissima condivisione, sei riuscito a farmi arrivare perfino il tanfo di quel girone infernale…

    Grazie a te, a Don Robi e a tutti i coraggiosi missionari, che il Signore vi protegga sempre.

  2. GRAZIE Francesco…
    La realtà che dipingi non l’ho mai vissuta in prima persona, ma la tua descrizione mi basta per dire GRAZIE a te, Don Roberto, Cristina e Valerio…

    Coincidenza, la Prima Lettura di oggi, nel Rito Ambrosiano, è il brano di Ezechiele che Chiara ripete spesso “Profetizza su queste ossa…2 (Ez 37,1-14) e leggere il tuo articolo mi fa pensare che il posto dove voi siete stati era come l’immagine vista dal Profeta…

    GRAZIE per il vostro coraggio e il vostro “SI”…
    con stima, Simona

  3. ..conosco volti e storie di ragazzi e ragazze che frequentano quegli ambienti, perchè a mio volta li ho frequentati (per poco grazie a Dio).. ho visto, come voi, sguardi spenti e cuori in ricerca di un qualcosa di più, che desse un pò di ossigeno alla vita e un pò di pace all’anima. conosciamo il desiderio di felicità e di serenità che ha spinto anche noi a cadere in strade sbagliate…però, da queste autostrade di morte, noi ne siamo usciti…ora abbiamo il dovere di provare a fargli conoscere Colui che ci ha salvati… grazie ragazzi, che avete almeno gettato il seme…poi sarà Dio e il libero arbitrio che lo farà germogliare! grazie di cuore, perchè sappiamo bene che spesso non è necessario parlare di Dio per evangelizzare, ma è necessario donare Amore e accoglienza..e voi lo avete fatto. grazie francesco perchè hai detto il tuo SI, e con questo, mi aiuti a dire il mio! buona giornata! 🙂

  4. Mi ha molto colpito il racconto che ho appena finito di leggere. Un tempo anche io ero da quella parte della “barricata”. Ho rischiato più volte di perdere la vita, non solo quella spirituale, nella ricerca della felicità aggrappato a sostanze che tutto potevano fare alla mia esistenza tranne quello. Ma l’illusione di averla trovata, anche solo per poche ore, mi faceva pensare che fosse così. E’ per questo, che da quando il Signore mi ha salvato la vita (nel vero senso della parola), sento dentro di me il bisogno urgente e appassionato di annunciare a tutti che il Signore è la Vita che viene a prenderti per strada per offrirti la Via per tornare alla Verità della nostra esistenza. Porto nel cuore tanti volti di giovani che hanno vissuto la mia giovinezza e ogni giorno li affido al Padre nelle mie povere ma sincere preghiere.

  5. Grazie Francesco e grazie Don Roberto. penso sempre di aver sentito il peggio, ma purtroppo non è così. Che pena, che sofferenza sentire tutti questi giovani che buttano via la loro vita, tutta da vivere, in questo modo e penso che non c’è fine all’interesse economico con sostanze sempre nuove e sempre più pericolose. Signore che cosa possiamo fare? pregare certo, ma non è abbastanza. Sarà difficile riuscire a dormire con queste parole che bucano la mente e del resto non voglio dimenticarle perchè sono troppo importanti e devono farci pensare. Grazie ragazzi siete meravigliosi e, anche se non sembra, avete fatto tanto.

  6. Cerco di immaginare cosa si possa provare…essere in un luogo dove accanto a te un numero enorme di ragazzi, per motivi diversi, per riempire un vuoto…si fanno del male…rischiando la propria vita…ragazzi che gridano il loro disagio in mille modi…che non chiedono aiuto a parole, sarebbe da deboli…ma se solo mettessimo da parte il pregiudizio, l’indifferenza…la paura…che ci rendono ciechi…i loro sguardi parlerebbero da soli…quegli sguardi si possono cogliere solo se si crede fermamente che in ognuno di quei cuori sanguinanti di dolore ci sia Gesù…io credo che solo così si possa avere la forza per non sentirsi impotenti di fronte a tanto male ed il coraggio di portare la propria Luce in tanto buio…Grazie perchè giorno dopo giorno mi state insegnando nei fatti cosa significa la parola AMORE…per tutte le emozioni…e per quello che fate per permettere a tutti quelli che ancora non lo conoscono…di guardare negli occhi Gesù…di sentirLo nel proprio cuore…di ascoltare la Sua Parola…di innamorarsi della Sua Luce…GRAZIE INFINITE…dal più profondo del cuore…

  7. non ci sono parole da aggiungere alla tua descrizione di un sabato uguale agli altri..
    mio marito era uno di quelli…ho lottato con la preghiera nei due anni di matrimonio,Dio e´fedele´, mi ha risposto ,ora lui che e´brasiliano e´nella comunita´oasis nel ceara con gli operatori dell´amore che seguono l´esempio di Chiara quanto io devo dire grazie,grazie,grazie,appena saro´pronta ..ho tanto desiderio di essere attiva nell´evangilizazzione perche´ho scoperto che ho tanto amore da dare grazie a Gesu che ha reso il mio cuore di carne!

  8. grandissimi, immagino bene la scena, l’ho vissuta più volte durante la mia adolescenza, anche se andare oltre una canna mi spaventava troppo ma, con l’alcool non ci andavo piano,ho visto molti miei amici collassare, andate avanti in que l periodo avreì dato qualsiasi cosa perchè qualcuno mi convincesse che meritavo di piùe

  9. Grazie Francesco, mi sono sentito vicino a voi e allo stesso tempo a tutti quei giovani. Quanto ci si sente piccoli di fronte a tanta miseria, incapaci di poter agire seppur in minima parte. Si soffre con gli altri, si prova compassione. Allora si entra più intimamente in comunione con il Padre e ci si sente corpo, allora il Suo sguardo si posa su ogni filgio lontano, la sua voce chiama: mi ascolterai un giorno? Dio nostro, benedicili tutti, manda il tuo Spirito su di loro. Vogliamo unirci a te Signore che gridi in quei cuori dilaniati, vogliamo essere piccoli per poterci entrare, per farti entrare e portare l’acqua viva che disseta in eterno. Benedicili Signore!

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