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UN’INTUIZIONE TIMIDA E INTIMA

Gioia Piena Festival; un sogno di Dio.

Il festival di Petrella “Gioia Piena” è partito da un’intuizione timida e intima e si è concretizzato in questi anni di preghiera e tanta speranza.

Da quel giorno, in cui fu condiviso un sogno su una panchina in missione a Riccione, ad oggi ho potuto contemplare tanti piccoli miracoli concretizzarsi nei giorni estivi di festival. E davanti a tutto questo c’è solo immensa gratitudine.

Parlo di episodi specifici, di volti trasfigurati, di occhi che hanno imparato a piangere e lacrime che hanno inzuppato la mia maglietta nelle quali si è percepita guarigione; di vite che hanno ritrovato il loro senso profondo, di domande che sono state accolte, di abbracci non dati a caso, ma con lo scopo di voler bene con tutto il cuore e di dimostrarlo; di parole dette perché sentite vere, di piccoli gesti in cui la qualità dello stare insieme ha avuto una profondità diversa da quelle delle “normali” amicizie di tutti i giorni.

Potrei stare ore a scrivere parole e parole su questa esperienza meravigliosa, ma l’unica storia che posso raccontare veramente è ciò che ho visto coi miei occhi e sentito con il mio cuore: la presenza di Dio e del suo amore delicato, libero, attraente che ha conquistato il cuore dei ragazzi indipendentemente dal loro cammino di fede.

È come se questo festival vivesse di un carisma proprio, di un carisma specifico che agisce in quei giorni e permette innumerevoli grazie. Ho questa percezione, bellissima, che mi fa sentire il festival come dono di Dio che vive di vita propria e fa quello che vuole… ovviamente non è spiegabile a parole.

Ma l’azione dello Spirito Santo l’ho riconosciuta fin dal primo giorno quando ci siamo trovati con Donato (nonostante le poche ore di sonno) ad organizzare gli alloggi per meglio accogliere e far stare bene questi ragazzi.

I miei occhi sono ancora lì a rivedere quei momenti: “Toglierò da voi un cuore di pietra e metterò dentro di voi un cuore di carne” dice la Bibbia, ed è questo che è successo in me e nei giovani con cui ho vissuto queste giornate.

La mattina, nella meditazione quotidiana del Vangelo molti ragazzi hanno condiviso parte di sé. Come un ragazzo che ha detto di non aver mai visto un luogo in cui ci si mette così tanto cuore e passione nelle cose, in cui puoi essere te stesso senza la fobia di essere giudicato dagli altri per i tuoi difetti o errori. O come le lacrime di chi non piangeva da anni e qui ha finalmente sentito il bisogno di farlo, di liberarsi.

C’è chi ha deciso concretamente di liberarsi di un vizio per far spazio a Gesù nella sua quotidianità (smettendo di fumare) e sorprendentemente un ragazzo più piccolo, sentendo la sua decisione e forza di volontà, è andato a consegnargli il suo pacchetto perché ha voluto smettere pure lui. Quel ragazzo ha dato l’esempio pur senza accorgersene e grazie al suo a Gesù ha aiutato un ragazzino di 15 anni a decidere!

O una ragazza che non voleva rimanere al festival perché impegnata in una festa di compleanno il giorno dopo a Roma, eppure dopo una sola serata si è sentita a casa e alla fine ha detto che nella sua vita non si era mai sentita così amata! O qualche ragazzo venuto a Petrella senza un percorso di fede profondo che durante La Luce nella Notte ha voluto confessarsi dopo anni perché ha sentito il desiderio di farlo!

O chi è arrivato ateo e dopo 6 giorni ha sentito la voglia di iniziare un cammino di fede! Tutto è stato guidato da Dio e la Sua presenza l’hanno riconosciuta tutti!

Posso parlare ad esempio delle passeggiate da casa Betania alla piazza, che diventavano momenti di famiglia in cui chiacchierare della propria vita o ridere insieme come fanno gli amici d’infanzia.

La visita che abbiamo fatto a Matrice: è stato speciale il clima che si è creato, il poter pregare con tutta la parrocchia nella piazza all’aperto. Ci siamo sentiti una famiglia. Faceva molto freddo e ho visto piccoli gesti di amore gratuito come chi si è levato la sua felpa per prestarla a chi stava tremando e la bellezza degli abbracci che ci siamo scambiati durante il momento di ringraziamento proposto, dove ho sentito qualcuno dire: “Da qui non me ne andrei mai più!”; e chi ha detto: “Questa è l’esperienza più bella della mia vita!”.

Sono stati fantastici i Workshop dove ciascuno si è messo in gioco superando la paura e in cui nessuno si è risparmiato. I ragazzi hanno trovato proprio quello di cui avevano bisogno per esprimersi; ciascuno era al posto giusto. E i responsabili dei Workshop sono stati padri e madri meravigliosi e hanno messo tutte le energie, professionalità e cuore con l’unico intento di fare qualcosa di bello per questi giovani.

Nel giocone notturno ci siamo divertiti da morire, abbiamo potuto conoscere pregi e difetti gli uni degli altri, siamo stati competitivi, sì, perché ciascuno voleva vincere, ma mai nessuno ha litigato o è stato escluso: è stato bellissimo per me vedere che tutti si aiutavano, si ascoltavano, che si sforzavano con delicatezza affinché il più debole non venisse mai lasciato indietro e dove chi non parlava mai o era poco abituato a relazionarsi si è aperto a 360° e ha trovato una famiglia.

Durante le messe c’è stato chi ha potuto finalmente presentare a Dio le sue domande senza vergogna e ha trovato dei compagni con cui pregare insieme: stupendo vedere i ragazzi che animavano coi canti mettersi fuori a pregare insieme prima di suonare.

I pranzi e le cene sono stati momenti speciali, dove piano piano i ragazzi hanno imparato a mischiarsi nei vari tavoli e a condividere con tutti; ci hanno aiutato spontaneamente a servire i piatti, a pulire i tavoli, a trovare soluzioni per chi non aveva posto, a dare una mano in cucina, a lavare le pentole, a spazzare per terra; e poi vedere all’una di notte i ragazzi stanchi dopo una giornata piena e nonostante tutto aiutarmi a preparare le colazioni per la mattina dopo è stato commovente.

I ragazzi più responsabili sono cresciuti tantissimo, si sono presi cura dei più piccoli, li hanno fatti sentire amati, sono stati sempre attenti alle necessità degli altri, maturi e capaci di trasmettere l’amore dentro la regola. Se non ci fossero stati loro io non ce l’avrei fatta.

Negli spettacoli realizzati ciascuno ha sentito che c’era qualcosa per sé: in un ballo, in una canzone, in un mimo, in una parola… e la forza di volontà che hanno messo per realizzarli, con passione e con impegno, con voglia di fare qualcosa di bello con Dio, con tanto sacrificio e collaborazione mi ha dato la possibilità di vedere dei miracoli.

Alla Luce nella Notte tanti hanno vissuto un momento forte, dove chi non mi aspettavo mi ha chiesto di vivere l’esperienza dell’evangelizzazione di strada ed è rientrato in chiesa con una luce nuova negli occhi. Chi si è trovato per la prima volta così vicino ad un altare e al Santissimo e con un filo di voce mi ha detto: “Io ho fatto esperienze di molti tipi, ma mai mi sarei aspettato di vivere una cosa intensa come questa; è l’emozione più bella che ho provato nella mia vita!”.

È stata bellissima anche la presenza dei bambini di Petrella che hanno partecipato ai workshop e che hanno convinto a loro volta anche i loro amici a iscriversi perché si sono trovati bene ed erano contenti di starci.

Le famiglie di Petrella hanno accolto i ragazzi in modo meraviglioso perché li hanno trattati come figli, li hanno coccolati e sono stati attenti a ogni esigenza: ci hanno dato da mangiare, ci hanno sempre fatto trovare quello di cui avevamo bisogno. Alcuni hanno partecipato alla meditazione la mattina e ci hanno regalato delle perle e ho visto anche loro felici! Alcuni ragazzi mi hanno detto: “Grazie che ci avete mandato a dormire dalle famiglie, sono bellissimi!” e li ho visti realmente entusiasti!

E poi certo, ci sono stati i problemi, delle incomprensioni, della stanchezza che è diventata ansia o preoccupazione, ma anche in questi momenti lo Spirito Santo (nel carisma del festival) ha donato tranquillità e momenti particolari dove tutto si è risolto. Dio ha messo sempre a posto i nostri casini.

Io non ho dubbi che questo festival sia di Dio. È un suo progetto, un suo sogno.

La prova è il fatto che umanamente tutto questo non si può reggere. La stanchezza, il sonno, i problemi, come anche i miracoli che ho visto e la famiglia che si è creata, la qualità delle nostre relazioni; nessuno può reggere umanamente tutte queste cose insieme. Solo un pazzo potrebbe dire di riuscirci.

Gioia Piena Festival viene da Dio ed è un progetto di Dio. E io sono grato per poterne essere parte e poter vedere tutto quello che ho visto.

Potrei usare altri mille fogli e non mi basterebbero a dire tutto!

Quindi, grazie Gesù per questo dono speciale, perché è Tuo, perché attraverso l’arte e attraverso questa esperienza ci fai sentire tutto il Tuo Amore, tanto che ora non ci basta più quello che avevamo prima.

Grazie perché questa è la qualità del Tuo amore!

David Martinez

 

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