Evangelizzazione

Ballare con Dio

Leggo sul giornale di oggi la bella notizia di un’iniziativa chiamata “Giornata europea per le domeniche libere dal lavoro”. E’ un invito a recuperare il senso autentico un giorno che dovrebbe essere dedicato al riposo e che negli ultimi anni si è trasformato in una misera festa dello shopping.
Una bella canzone degli anni cinquanta diceva: “Domenica è sempre domenica, si sveglia la città con le campane…”. Era il ritratto di un’Italia che apriva gli occhi ascoltando il suono delle campane delle chiese.
Quel dolce richiamo ricordava che era necessario dedicare la propria giornata anche a Dio, con la partecipazione alla Santa Messa e con un buon uso del tempo libero. Ed è possibile farlo anche oggi!
E’ certamente possibile divertirsi frequentando gli amici, andando a ballare, oppure recandosi al cinema. L’importante è utilizzare la testa e scegliere bene gli ambienti da frequentare.
Non è necessario isolarsi dal mondo. E’ sufficiente tenere in mente la presenza di Dio, al proprio fianco, come principale protagonista della domenica. Può essere proprio Lui, in un certo senso, il primo amico da cercare, quando si arriva alla fine della settimana.
Appena si sarà trovato Lui, sarà possibile incontrare tutti gli altri amici. Ma non bisogna dimenticare che è Lui l’amico più importante, prima di tutti gli altri.
Con il Signore al proprio fianco, sarà possibile fare qualunque cosa: ballare, andare al cinema, al teatro, ad un concerto… Sarà Lui a suggerirci la strada da seguire, evitando di farci finire in luoghi pericolosi.
Si può ballare con Dio. Andare al cinema con Dio. Passeggiare con Dio…
In che modo? Imparando a selezionare le proposte che ci vengono fatte. Se una discoteca offre la droga, è meglio non andarci. Se un film propone sangue e violenza, è giusto non vederlo. Se uno spettacolo offre immagini di cattivo gusto, cerchiamo di evitarlo. Sarà la presenza di Dio, nella nostra domenica, ad aiutarci a trovare gli ambienti più sani, per il corpo e per l’anima.
Questo è già sufficiente, per vivere bene il giorno del Signore. Ma se si vuole fare qualcosa di più, le occasioni non mancano. Oltre a divertirsi, ci si può organizzare per dedicarsi ad un’opera buona: la visita a un malato, un pensiero gentile rivolto a qualcuno o un impegno nel volontariato.
Insomma, per tutti noi la domenica può ancora rappresentare una splendida occasione per rivolgere lo sguardo verso l’infinito. Non solo con la breve parentesi della Messa, ma anche per tutte le altre ore, sforzandoci di vivere in modo totalmente cristiano la nostra giornata.
E poi, partendo dalla domenica, sarà possibile imparare a scoprire la presenza di Dio anche negli altri giorni della settimana. Perché il Signore è un amico che ci prende per mano ed è sempre al nostro fianco. Ogni ora, ogni minuto, ogni secondo del nostro tempo. Non soltanto la domenica.

 

 

 

 

 

 

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6 thoughts on “Ballare con Dio”

  1. Caro Carlo, condivido ciò che stai scrivendo. Uso volutamente l’indicativo progressivo perchè la tua riflessione è quella che dovrebbe preoccuparci quando giunge la domenica. E’ la stessa cosa della spiegazione che Gesù dà del Sabato quando contesta il significato derivato del Sabato nella liturgia ebraica, che per la legge non è più il “giorno del riposo”, ma “il giorno della paralisi totale”. Vittorio Messori in “Dicono che è risorto” spiega mirabilmente questo aspetto riferendosi addirittura al numero dei passi consentiti in rapporto alla distanza dalla propria abitazione, quando analizza come i Vangeli Sinottici presentano il racconto della Risurrezzione di Cristo.
    La Domenica è appunto quel giorno di festa che celebra la Vita ed il dono d’amore misericordioso che Dio ha fatto agli uomini, offrendo una giornata specialissima di Festa assoluta per ritrovarsi in famiglia e celebrare Dio nel cuore di ciascuno. E’ il profumo nostalgico d’un tessuno rurale che esiste ancora in piccole borgate, ma soppiantato da un materialismo che appiattisce tutto, soprattutto il diritto alla Vita. Perchè lasciare sempre più diffusamente l’apertura dominicale ai negozi ? Non soltanto per distogliere il valore intrinseco della domenica, ma anche per imporre un ricatto alla sopravvivenza. Infatti, chi sono i lavoratori della domenica ? Spesso precari sfruttati con orari e turni disumani , impiegati nei mausolei del consumismo che la grande distribuzione ha oramai imposto in tutte le grandi periferie e verso i quali si veicolano le scelte dei “consumatori”, convinti di “far l’affare” o tanto per “incontrare gente”. E’ uno spettacolo desolatamente triste, dove le persone sono trottole teleguidate senza prospettiva. Esempio, alla vegilia di grandi eventi commerciali quando sterminate tribu si accalcano ore prime all’ingresso per poi irrompere per accapparrarsi l’ultimo ritrovato tecnologico o altro.
    Non vorrei sembrare un “antimodernista”, ma c’è un limite a tutto e non si può allienare la dignità della persona con la falsa scusa del “diritto al lavoro”. Mi rendo conto che con la contemporaneità che stiamo vivendo la questione è spinosa e complessa, perchè riguarda ciò che la politica intende fare dei valori fondanti della società : difendere la famiglia o annientarla per imporre un individualismo capriccioso e senza regole ?
    Se noi cattolici saremo davvero fiduciosi allora riusciremo a non perdere la nostra stessa identità, senza barattarla con l’effimero.
    Torna la domanda di Gesù “Ma voi, Chi dite che Io sia?”
    Un salutone.

  2. Ciao, ti dico subito che io non sono credente, e a dire il vero non sono nemmeno gradito su questo sito, che dovrebbe accogliere, comprendere, magari perdonare se c’è davvero qualcosa da perdonarmi, ma questo non ha importanza, …mah che dire…hai ragione, per chi è credente, per chi a lui si affida e in lui confida, questo giorno va dedicato a lui…io no, non si penso, ora meno che mai perché mi manca il tempo, perché per vivere, gioire e desiderare, per esistere…preferisco continuare a fare ciò che ho sempre fatto e continuare a desiderare ciò che con ardore ho sempre desiderato…non aspiro a molto, una giornata di pesca, un’uscita in barca a vela a corteggiare il vento, vorrei posare ancora la mia mano su di lei, per carezzare il suo viso e i suoi capelli, mi basterebbe stare lì di notte, su quello scoglio dove tante volte mi sono adagiato, con una canna in mano, un mezzo sigaro in bocca e nel cuore l’attesa e la speranza che ‘la stella più immota della notte si pieghi alla forza della nostra nostalgia’, come dice Goethe, vorrei poter tornare a indossare il mio camice bianco e controllare esami e radiografie, vorrei poter stare con i miei matti, da psichiatra quale sono, vorrei poter continuare a fare il funambolo tra menti folli e cuori affannati, che nel silenzio e nel gelo dell’indifferenza invocano sguardi che li riconoscano e mani che li abbraccino…vorrei vivere, la vita che ho scelto, quello che sono e che sento, e invece…ho poco più che trent’anni eh, e già parlo come uno stanco e logorato vegliardo prossimo alla fine…ma perché? Perché effettivamente la mia vita sta per finire…ho un cancro, forse il più crudele, big killer è chiamato, quello del pancreas…operato, operato sì…e passato anche attraverso la chemioterapia, i controlli oncologici periodici, tutto…e poi, fra i tanti disastri, i dolori che s’erano ripresentati, gli spasmi addominali, i vomiti, le nausee, le mancanze…nuovi accertamenti strumentali, un esito che certo non mi è giunto come sorpresa: un nuovo involucro creatosi proprio in quella zona di sutura dove originariamente s’era generata la prima cellula tumorale…ed ora che faccio? Un nuovo intervento? Macché…non ci penso proprio…potrà essere prematura questa morte che arriva, forse ingiusta, ma io non la contrasto più, anche perché non c’è modo di evitarla…certo, ci sono i dolori fisici, atroci, ma che si fa…un antispastico e passa tutto…più o meno…
    In fondo non ha alcun senso deprimersi e protestare ( poi contro o verso chi? In Dio non ci credo, e gli uomini possono solo o compatirmi o recidermi le membra…e comunque non è colpa loro) per delle difficoltà appaiono immeritate ed una morte ancor più ingiusta e prematura, perché se anche si morisse ad età elevata, è sempre infinitesima di fronte all’infinito e al desiderio…sempre!
    La vita nasce e si rigenera in osti istante e omento che vivi, anche se tra affanni e sconfitte. Io, data l’età, non ho poi molto da ricordare, ho solo possibilità di accumulare qualcos’altro…non posso, né voglio, pensare e ricordare a come certi anni sarebbero potuti essere e non sono stati, magari sereni, e invece sono corsi affannati, forse felici e invece sono stati carichi di paura e preoccupazioni…no, mi resta poco, e questo poco me lo vivo in barca, tra il mio mare e le mie onde, tra gli amici, i sogni e le speranze…poi, se al fondo del mio destino ci sarà un dio ad accogliermi nella sua luce splendente e radiosa oppure il nulla ad avvolgermi nel suo manto buio e freddo, questo non posso saperlo, e in fondo non è affar mio…io, posso solo vivere e continuerò a farlo.
    E mentre vivo in queste ore notturne, acolto questa canzone…triste, ma vera, come la vita: http://www.youtube.com/watch?v=ez75GMRD4bQ
    Ciao, buona domenica,
    Alessandro

    P.S. Adesso mi cancello da solo dal sito, non c’è problema…

  3. Ciao Alessandro, ti sono vicino. Comprendo il tuo dolore e comprendo la difficoltà che stai vivendo. Non aggiungo altro e ti dico semplicemente che ti sono vicino con amicizia e nella preghiera. Personalmente, nel tuo commento, io vedo anche tutta la tua sensibilità, il tuo amore per la vita e anche per la bellezza del mondo che ci circonda, con le sue cose più belle e semplici. Ti saluto con molto affetto, con la speranza che tu possa continuare ad essere con noi.

  4. Sono proprio d’accordo, vivere col Signore la domenica, per poi vivere ogni giorno con Lui e costruire ogni giorno la ns. casa sulla roccia… basta questo x far cambiare la vita, x renderla piano piano sempre più bella, piena e vera, e per non sentirci mai soli anche nelle difficoltà della vita.
    PS x Alessandro ti invito a cercare il Signore senza mai arrenderti, io l’ho incontrato a 32 anni dopo un po’ che avevo iniziato a cercarlo…è stato il dono più grande che ho ricevuto in vita mia, la cosa più preziosa che ho (immensamente più di ogni altra)

  5. Ciao Giuseppe! Ti ringrazio per il tuo commento. E’ proprio vero: si comincia a poco a poco a costruire la casa sulla roccia. A poco a poco ogni cosa diventa più bella. Ciao, grazie e buona domenica!

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