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Corri in soccorso degli altri con amore e la pace ti seguirà

Joaquin Phoenix agli Oscar 2020

In Italia era Domenica notte scorsa. Mentre quasi tutti dormivamo, gli appassionati di cinema restavano svegli e assieme a tutta Hollywood concentrata in una sala, hanno guardato la cerimonia di premiazione degli oscar. Quest’anno il film “Parasite” è stato il primo nella storia assoluta degli Accademy a vincere il premio di miglior film pur essendo in lingua non inglese. Un evento storico.

E tra i tanti vincitori, il premio per miglior attore protagonista lo ha vinto Joaquin Phoenix per la sua interpretazione in Joker.

E perché parlarne qui?

Perché Phoenix ha interpretato un personaggio oscuro, in balia della sua storia irrisolta e vittima del dolore interiore, e nel suo discorso di accettazione dell’oscar, si è lasciato andare ad una confessione personale. Le parole di suo fratello River, morto di overdose davanti a lui a 23 anni durante una festa, hanno fatto sentire una voce infranta dal vuoto che, immagino, lo perseguiti. Mi ha fatto riflettere la sua sincerità – che per un attore non è poco – e il suo punto di vista, che vuole guardare con speranza verso il positivo nonostante una vita lacerata dalla sofferenza.

Voglio riportare soltanto alcune parole, quelle che più mi hanno fatto pensare:

«Sono pieno di gratitudine in questo momento. E non mi sento superiore agli altri miei colleghi nominati né a nessun altro in questa sala perché condividiamo lo stesso amore: l’amore per il cinema. E questa forma di espressione mi ha regalato una vita straordinaria. Non so cosa sarebbe stato di me senza il cinema.

Ma penso che il dono più grande che sia stato dato a me e a molti di noi in questa sala sia l’opportunità di usare la nostra voce per i “senza voce”.

[…] credo che abbiamo paura dell’idea del cambiamento personale perché pensiamo di dover sacrificare qualcosa, o rinunciare a qualcosa. Ma gli esseri umani al loro meglio sono creativi e ingegnosi. 

Ho fatto un sacco di cose terribili nella mia vita: sono stato egoista, a volte sono stato crudele, sono stato un collega difficile con cui lavorare

e sono grato che così tanti di voi in questa sala mi abbiano dato una seconda possibilità. 

Credo che è proprio questo il nostro meglio:

quando ci sosteniamo gli uni con gli altri. Non quando ci annulliamo a vicenda perché abbiamo fatto degli errori, ma quando aiutiamo gli altri a crescere…  quando ci guidiamo l’un l’altro verso la redenzione…

 è questo il meglio dell’umanità.

Quando mio fratello aveva 17 anni scrisse queste parole:

Corri in soccorso degli altri con amore e la pace ti seguirà”»

David Martìnez

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