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Non ricordo un solo giorno senza persone

Testimonianze da casa: l'importanza delle relazioni

Siamo stati improvvisamente catapultati nel surreale. Tutto intorno a noi ha preso una forma diversa. Noi stessi, probabilmente, ci sentiamo diversi, la nostra casa ci starà sembrando sicuramente più piccola di quanto non lo fosse già.

Fino a qualche tempo fa la mia vita si districava e destreggiava in incastri di orari, lezioni da preparare, riunioni da organizzare, attività future da mettere in piedi e gruppi da gestire. 

E non ricordo un solo giorno senza persone.

Non ricordo un solo giorno senza l’abbraccio di un amico, amica o di una collega. Non ricordo un solo giorno senza una dimostrazione d’affetto, non mi riferisco solo a quello ricevuto, ma in particolare all’affetto dato. Già, perché

una cosa che mi piace di me e della mia vita è il poter donare affetto gratuitamente.

Ora siamo tutti fermi. Ora c’è silenzio in quelle strade che hanno visto tanti nostri passi. Ora siamo nell’attesa, lunga non si sa quanto, che tutto finisca e la sola cosa di cui siamo consapevoli, è che abbiamo delle mancanze e queste mancanze iniziano ad avere un certo peso. Stiamo facendo tutti un grande sacrificio modificando o annullando i nostri ritmi quotidiani, ma solo uniti e distanti riusciremo ad uscire da questo periodo.

In questi giorni, sono molti i tentativi che stiamo facendo per poter riempire le nostre giornate.

Quante volte ci è capitato di essere costretti a restare in quattro mura?

E adesso ci stanno dando tanti consigli su come poter approfittare di questo tempo. Ci hanno detto di dare sfogo alla nostra arte, di godere della presenza dei nostri familiari, di guardare film o ascoltare musica, di fare esercizio fisico in casa, di cucinare, di provare a cercare un po’ noi stessi, cosa che sicuramente ci dimentichiamo di fare nel quotidiano, di coccolare i nostri animali domestici.

Ecco, proprio su questo vorrei soffermarmi ma traducendo la parola “coccole” con “abbracci e relazioni”.

Le relazioni, aria pura, per me che mi definisco un “animale sociale”. Leggo su Facebook gente da ogni parte d’Italia che fa domande tipo: “Qual è la cosa che vi manca di più in questo momento?”.

Personalmente, ogni volta che mi veniva posta questa domanda ho provato a dare una risposta diversa, ma non riesco a non pensare agli abbracci.

Quel momento gratuito che non costa niente e fa star bene chi lo dà e chi lo riceve,

momento in cui ti puoi abbandonare tra le braccia di un amico o di un’amica, quel gesto semplice che ti racchiude e dona protezione, ti colma e tranquillizza in una situazione difficile o che ti fa sorridere e regala serenità, sentirsi accolto tra le braccia di qualcuno, stringersi a lui, fa bene, lo dice anche la scienza: ‹‹abbandonarsi tra le braccia dell’altro stimola il rilascio di ossitocina, cioè, l’ormone dell’amore››.

L’abbraccio è il gesto primario per esprimere amore e a me… manca, quasi quanto potrebbe mancare un bicchiere d’acqua.

Ho tradotto la parola “coccole” anche con “relazione”. Stare in relazione con chi ci circonda e con chi dona colore e suono alle nostre giornate, alla nostra vita. Questo è ciò che sta alla base di tutto: non c’è abbraccio senza relazione. E non intendo solo le relazioni di coppia. La straordinaria possibilità di avere l’altro davanti a noi, di ascoltarlo, di confrontarci, di conoscere me tramite lui, nel bene o nel male, rende quel momento di incontro una ricchezza.

Purtroppo, parlare tramite messaggi non è la stessa cosa, c’è quello schermo attraverso il quale non puoi trasmettere le tue emozioni, né tanto meno comprendere quelle dell’altro; quello schermo che non ti permette di poterlo guardare negli occhi… Il momento è difficile, sopportare l’assenza di gesti come un abbraccio o una chiacchierata è una dura sfida da dover affrontare, davanti alla quale ognuno di noi si è trovato sprovvisto di soluzioni. Ma resta comunque importante colmare le nostre assenze, perché non è giusto abbandonarsi in questo momento che può essere una grande risorsa per ognuno di noi. Io ho cercato di trovare varie soluzioni, è ovvio che ci sono molte cose che distraggono e ci tengano impegnati, almeno per un paio d’ore.

Ma l’obiettivo non è “riempire il tempo”, bensì, viverlo pienamente per noi stessi,

per quella parte di noi che sente che qualcosa manca e fa male. Ho pensato tanto cosa potesse aiutarmi e sono arrivata pian piano ad una piccola e semplice alternativa, non soluzione. Tutto si risolverà solo quando ci sarà permesso di uscire di nuovo.

Allora, per chi come me sta soffrendo la distanza dalle persone che ama e che in questo momento vorrebbe abbracciare, vi faccio una proposta: prendete un foglio, una penna e scrivete.

Scrivete delle lettere ai vostri amici, ai vostri fidanzati, cugini, genitori. 

Potete scrivere ciò che volete, sfogarvi, raccontarvi, descrivere le vostre giornate o quello che state provando, le vostre emozioni, perché no, magari dichiararvi a qualcuno o chiedere scusa a qualcuno o perdonare… 

Quando tutto questo sarà finito, potrete scegliere di fare due cose: o spedirle e attendere che ognuno le legga per conto proprio, oppure sedervi di fronte al destinatario della vostra lettera e leggergli ciò che, con il cuore, avete scritto in un momento in cui li avreste voluti vicini.

Vi mando un forte abbraccio virtuale a tutti, nell’attesa di stringerci presto in uno vero.

Chiara Sordi

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