Evangelizzazione

Da San Valentino all’infinito

Si avvicina il 14 febbraio, San Valentino, festa degli innamorati. Ma che cosa vuol dire innamorarsi, oggi?

Per rispondere a questa domanda, possiamo provare a riflettere su come sia mutato, negli ultimi anni, il linguaggio dell’amore.

Tra i modi più efficaci per cogliere i cambiamenti del mondo che ci circonda c’è sicuramente quello di analizzare le parole che vengono usate nella vita quotidiana.

Ogni linguaggio, infatti, rappresenta lo specchio perfetto del proprio tempo. Riesce a riprodurre, fedelmente, gli aspetti positivi o negativi dell’epoca a cui appartiene.

Molti vocaboli e modi di dire, entrati nell’uso comune, rappresentano il segnale d’allarme di un’epoca in cui esiste la tentazione della non-cultura del non-impegno. Certe parole sono il frutto del non-pensiero imperante, che vorrebbe cancellare il concetto di “sforzo” dalla sfera dei rapporti con gli altri.

Io amo molto un bellissimo film di Ermanno Olmi, “L’albero degli zoccoli”. Lo amo perché ha fotografato le immagini e i dolci pudori di un’epoca che può ancora insegnarci molto. Interpretato da contadini della campagna bergamasca, racconta la vita di alcune famiglie lombarde, alla fine del diciannovesimo secolo.

All’inizio del film c’è una scena che esprime pienamente la poesia di quel tempo lontano. Un giovane saluta una ragazza, mentre cammina su un viale di campagna.

Lei gli risponde, senza voltarsi completamente. Solo per un attimo gli rivolge uno sguardo, per poi abbassare immediatamente gli occhi e riprendere il cammino verso casa.

In quel breve e timido dialogo, quasi sussurrato, c’è tutta la bellezza di chi riusciva a guardarsi nella profondità dell’anima.

A volte, oggi, i sentimenti sembrano bruciarsi rapidamente. Sentiamo spesso parlare d’amore. Ma di quale amore si tratta? Che tipo di valore viene attribuito a questo termine?

Grazie a Dio, sono tante le persone che si amano in modo vero, completo, profondo. Io ne conosco tante, ma proprio tante, grazie a Dio!

Ma mi rendo conto che, insieme a tanta bellezza, nel mondo di oggi esiste anche la tentazione di vivere l’amore in modo superficiale e svuotato del suo reale significato.

Amare qualcuno significa, sicuramente, impegnarsi. Significa anche, e soprattutto, saper vedere l’altro come un essere umano. Non come un oggetto da usare, gettandolo via quando non serve più.

Il desiderio d’amare e di essere amati nasce, troppo spesso, per colmare un vuoto o per soddisfare un proprio bisogno. Ma poi, quando è necessario fare sul serio, impegnarsi, donarsi, sacrificarsi… cominciano i problemi. C’è una tendenza a fuggire e a non assumersi le proprie responsabilità.

Per accorgersene, basta riflettere su un modo di dire che viene utilizzato per definire i legami amorosi. Due persone che si amano, secondo il linguaggio comune di oggi, vivono “una storia”.

Questa parola, di per sé, rappresenta già un inganno. La “storia”, infatti, ha sempre un inizio ed una fine. Quindi lascia intravedere l’idea di un rapporto incerto, non duraturo, limitato ad un periodo di tempo. E’ qualcosa che, prima o poi, terminerà.

Un altro grave problema è quello della mancanza di progettualità. La non-cultura del non-impegno sta cercando di far scomparire i termini “fidanzato” e “fidanzata”, che vengono sostituiti dai più generici “il mio ragazzo” e “la mia ragazza”.

Invece di dire che due persone sono “fidanzate, si dice, banalmente, che “stanno insieme”. E quindi, ci si limita a prendere atto di una situazione ovvia.

E’ vero che due persone che si amano “stanno insieme”. Ma questa espressione nasconde un inganno. Al contrario del “fidanzamento”, comunica un senso di immobilità, di stasi. Esclude totalmente la prospettiva di uno sguardo verso il futuro.

La massima espressione del non-impegno è rappresentata da una parola inglese utilizzata sempre più spesso dai mezzi di comunicazione: il “partner”. E’ una parola fredda, anonima, insignificante, che riassume alla perfezione il nulla più assoluto e la mancanza di progettualità di certi rapporti di oggi.

Che cosa si può fare per cambiare questa tendenza a svuotare l’amore della sua autenticità? Un primo passo potrebbe essere proprio quello di ritrovare il vero significato delle parole, mettendo da parte i termini fumosi ed equivoci.

Basta con i “partner” e con le “storie”! Al piatto conformismo di certi linguaggi ingannevoli proviamo a contrapporre la gioia della speranza, della scommessa sull’altro, dell’impegno quotidiano per un amore teso verso le vette dell’infinito.

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16 thoughts on “Da San Valentino all’infinito”

  1. è si tante troppe volte diciamo la parola amo, amare, ama, queste parole spesso mi fanno riflettere, sarà perchè non sono stata amata come ho voluto io? si, ma che significa? in questi anni di cammino ho capito che solo quando vado oltre ai miei pensieri, oltre al mio modo di vedere, quando non aspetto niente in cambio ma dono, in modo speciale quando apro il cuore e lascio che anche l amore dell’ altro in tutte le sue sfumature entra nel mio…. allora possiamo ogni giorno innamorasi della vita delle esperienze, di noi stessi e della persona che abbiamo accanto… amici amiamoci solo cosi sconfiggeremo la tenebre e potremmo essere dei veri testimoni della luce del risorto…

  2. Finalmente mi sono dedicato al blog e grazie per questo post!!! Citando poi Olmi e L’albero degli zoccoli siamo proprio sulla stessa onda 🙂 Un saluto affettuoso che sia davvero un san valentino nuovo almeno per i nostri “nuovi evangelizzatori”… forza Cavalieri della Luce!
    PS: faccio notare ai CdL nelle Missioni spesso sono sbocciati nuovi amori… forse proprio perché quando si è in donazione risplende la parte più bella di noi?! 😉

  3. Ciao Carlo:)
    Le parole più inflazionate oggi come oggi sono AMORE – TI VOGLIO BENE (anzi un tristissimo tvb troppa fatica scriverlo per intero, anzi ne approfitto ed invito tutti a perdere 10 secondi della vostra vita … tornate a scriverlo come si deve, l’effetto cambia ed anche il suono …pensate che bello leggere TI VOGLIO BENE …per intero.. ma forse sono io un pò “datata” e legata a certe finezze ormai per anzianotti come me) AMICO – AMICIZIA ….. ed io aggiungo CAVOLATE.
    Spesso, è solo un grande bisogno di colmare una solitudine interiore… bisogno di avere punti di riferimento…AMORI PLASTIFICATI, che si sciolgono e svaniscono al primo colpo di caldo
    … Una vera emergenza esitenziale in veste di fenomeno sociale ..(sentimento massificato…e velocemente consumato)
    Errore FATALE in amore è “accontentarsi” , ma quell’amore da vivere in “coppia” non ci si deve mai accontentare … c’è un film che descrive il senso dell’amore in modo sublime… e dice così: “Quando si accende, l’amore è una pazzia temporanea…L’amore scoppia come un terremoto e in seguito si placa..e quando si è placato bisogna prendere una decisione,bisogna riuscire a capire se le nostre radici sono così inestricabilmente intrecciate, che è inconcepibile il solo pensiero di separarle […] L’amore non è turbamento, non è eccitazione, non è restare sveglia la notte immaginando che lui sia lì a baciare tutte le parti del tuo corpo […]. Questo è semplicemente essere innamorati e chiunque può facilmente convincersi di esserlo.L’amore invece è quello che resta del fuoco, quando l’innamoramento si è consumato… non sembra una cosa molto eccitante vero? invece lo è…”
    – “Il mandolino del Capitan Corelli.”-
    Credo fortemente in questo passaggio del film. come in quello da te citato … la bellezza sta sempre nella semplicità, anche in amore… perchè la semplicità arriva lì in fondo…scivola nei punti più delicati e li abbraccia dolcemente…
    come ho scritto altrove:
    Amare è arricchire…Innalzare non abbassare, raffrozare non indebolire..è donare non prendere…coltivare non seppellire…amare è donarsi, sacrificarsi ..
    L’ amore che non è esclusivo non è amore …che non segna la vita nn è amore. Formarsi nel prendere e nel dare senza impoverire, senza regredire e fare regredire…

    L’intensitá passa dalla lentezza e dalla capacitá di contemplare, attendere … non c’é passione né veritá senza pazienza .Amare davvero, è come tenere tra le mani il cuore di Dio.

    1. Ciao Tiziana, ti ringrazio tanto per questo tuo commento così pieno di cose belle.
      Mi fa piacere scoprire, grazie a te, il film “Il mandolino del Capitan Corelli”. Nel buon cinema si trovano, a volte, tanti spunti di riflessione interessanti.
      Grazie, soprattutto, per questa bellissima immagine che ci hai regalato: “Amare davvero, è come tenere tra le mani il cuore di Dio”.

      1. Grazie a te Carlo. la rosa è trattata con cura grazie alle spine…e allora..W anche le spine..quando ami, non hai paura di farti male MAI 😉 piuttosto stai attento a non fare del male alla persona che ami..e ti muovi nella sua vita in punta di piedi…

  4. Grazie Carlo per queste parole vere, belle e buone che ci ricordano che uno dei doni più belli e preziosi che Dio ha fatto all’uomo e alla donna è la capacità di amare e di essere amati. Spesso la tristezza, la paura e i fallimenti induriscono il nostro cuore, rendendoci cinici, disillusi e cattivi. Ma è proprio in questi momenti che dobbiamo aprire il nostro cuore ferito all’Amore di Dio e lasciare che il suo amore fluisca in noi e attraverso di noi tocchi le persone che ci sono vicine.
    Grazie ancora e che Dio la benedica.

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