Evangelizzazione

Il divorzio nell’era dei fast food


Sfogliando il giornale, oggi, mi sono trovato di fronte ad una serie di brutte notizie. I divorzi, in Italia, sarebbero in aumento. Pare che finisca male un matrimonio su quattro. Inoltre sarebbero in aumento le separazioni tra coniugi che hanno più di sessant’anni.
Questi tristi dati accompagnano un’altra notizia spiacevole: il primo “sì” nella Commissione Giustizia della Camera al divorzio breve. Per dirsi addio basterà un anno. Due se ci sono figli piccoli.

Non è facile parlare di temi delicati come questo. Dietro ogni separazione c’è dolore e sofferenza. Non possiamo e non dobbiamo giudicare chi vive questo dramma.
Ma una cosa è certa. Nell’era dei fast food, in cui ogni cosa dev’essere veloce, sembra diffondersi la tendenza a consumare rapidamente anche gli esseri umani.
Tutto deve avvenire freneticamente, velocemente, come nei vecchi film comici in bianco e nero. Non si deve lasciare spazio al pensiero, alla possibilità di cambiare idea, aspettare, riflettere, chiedere consiglio…
La novità del giorno è il divorzio breve. Dodici mesi dovrebbero bastare per liberarsi di una persona alla quale si era giurata fedeltà eterna. E’ giusto tutto questo?
La peggiore malattia dei nostri tempi è la non-cultura del non-impegno, la fuga da ogni sforzo, la voglia di non assumersi responsabilità. E tutto questo deve avvenire con la benedizione di uno Stato pronto a legalizzare il male, perché non è capace ad affrontarlo.

Se arriva un figlio indesiderato, c’è l’aborto legalizzato. E se un matrimonio ha qualche momento d’incertezza, si potrà ricorrere al divorzio-lampo.
L’amore tra due persone non è più un bellissimo dono, ma diventa uno squallido prestito. Si riduce ad un misero contratto a tempo determinato, dal quale scappare quando si presentano i primi sforzi da affrontare.
Alla base di certe derive sociali c’è un problema più profondo: l’assenza di un’autentica cultura di considerazione dell’altro. L’altro che può essere grande come una moglie o un marito, o piccolo come la punta di uno spillo. L’altro nascosto, calpestato, non riconosciuto, che la legge permette di eliminare con sempre maggiore facilità.
Siamo nell’era dei fast food, ma a me piace la pastasciutta. Mi piace l’atmosfera romantica di certe piccole trattorie. Non importa se dovrò aspettare un po’, prima di ricevere un piatto di spaghetti alla carbonara, perché ogni cosa deve avere il suo tempo.
Lo stesso dovrebbe accadere prima di prendere decisioni che riguardano la vita di esseri umani, come nel caso dell’aborto o del divorzio.
Invece di velocizzare, bisognerebbe aspettare, dialogare, pensarci un po’… o almeno provare a farlo, affinché la vita umana sia guardata con il suo giusto valore e non sia consumata rapidamente, come un panino al fast food.

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19 thoughts on “Il divorzio nell’era dei fast food”

  1. Il mondo vuole le cose di Dio senza Dio e non è possilbile!!!
    L’amore tra due sposi viene da Dio e nn si puo’ escuderlo dalla propria vita e dal proprio cuore.
    Prendere il sacramento del matrimonio e scappare dalla chiesa,senza mai andare a messa, escudendo il Signore dalla vita…beh nn puo’ funzionare!!!!Tra due sposi e ancor prima tra due fidanzati è bene accogliere Gesù perchè solo con Lui si costruisce sulla roccia!!!

  2. Io volevo entrare in una Trappa, ma per motivi di salute non ho potuto, comunque ho quasi 28 anni e a certe cose ci debbo pensare, ora che il Signore a dettato questa strada non posso fare a meno di seguirla; io quando sarà il momento di dover trovare una compagna per la mia VITA, vorrei chi condivida con me ogni momento (in senso figurato), nella gioia e nel dolore, non una persona che stia con me per il gusto di starci o per bisogni che seppur comprensibili non sono in grado di giustificare un sacramento, se ci sono persone così é meglio che non si sposino proprio, o che comunque non lo faccino in Chiesa, la mia opinione che é un po fariseistica ma é la realtà del momento che stiamo vivendo noi cristiani (o meglio chi si sforza di esserlo), siamo pochi ma buoni, facciamoci valere.

  3. Ciao Bruno, grazie per aver condiviso queste tue parole così sentite e sincere. Penso anch’io che il vero amore sia quello da vivere sempre, nella gioia e nel dolore. E con l’aiuto di Dio, tutto è più bello e più facile.

  4. Condivido la tristezza nel leggere queste notizie…in questa vita va tutto troppo veloce, si vuole tutto troppo in fretta, e in questa macchina schiacciasassi ormai ci sono finiti anche i sentimenti e i valori più importanti!
    Però su una cosa mi sento di invitare tutti ad una profonda riflessione, perché forse ore le cose nelle parrocchie iniziano a cambiare e si fanno seri corsi e incontri pre-matrimoniali…però fino a qualche anno fa troppi, troppi “Sacramenti Matrimoniali” sono stati celebrati purtroppo con leggerezza e questo è molto grave! Grave perchè genera sofferenza infinita…E’ vero la prima osservazione è: “perché 2 che non frequentano la Chiesa “devono” volersi sposare davanti a Dio?”, e non mi si può dire che è perché credono in Dio, ma non nella Chiesa, non esiste! Alcuni basta essere sposati si fanno vedere qualche volta dal parroco e poi…matrimonio e poi…addio fino al Battessimo (se tutto va bene!). So che può risultare contestabile questo mio pensiero, ma io “parroco” se non ti vedo abitualmente in Chiesa, se non sono sicuro che comprendi bene cosa è quel Sacramento che mi chiedi, se non sono convinto che cammini nella strada del Signore…non posso e non devo accettare di sposarti! Non è un giudizio contro nessuno, ma è uno stimolo a una riflessione seria per tutti! Il Sacramento del Matrimonio è talmente grande che non può e non deve essere somministrato, perché tanto se non lo celebro io, lo farà un altro! Solo chi cammina con il Signore può sentire il suo aiuto in tutte le difficoltà che si presenteranno e può cercare e trovare aiuto prima dell’irreparabile, chi non ha presente questo, chi non fa questo cammino davanti alle difficoltà assumerà atteggiamenti tipici umani e non cristiani e tutto crollerà…E allora perché celebrare quei matrimoni, perchè?!
    Scusate, ma ho visto troppe persone trovarsi in situazioni dolorosissime, essersi sposati in Chiesa perché si fa così, vedere crollare tutto, rifarsi a fatica una vita e magari poi per Grazia Divina convertirsi, capire cosa hanno combinato e trovarsi in una situazione tremenda in cui possono contare solo nella speranza misericordia divina…

    1. Ciao Katia, grazie. Condivido quello che hai scritto. E’ una giusta riflessione. Ho conosciuto persone che hanno vissuto proprio la stessa situazione che tu hai descritto nelle ultime righe. E’ una condizione dolorosa e che si sarebbe potuta evitare, pensandoci prima. Da una parte comprendo i parroci, che non vogliono chiudere le porte in faccia a nessuno. Dall’altra penso che ci vorrebbe maggiore prudenza per evitare situazioni di sofferenza successive. Ciao Katia, grazie e buona domenica.

  5. Tutte queste considerazioni e riflessioni mi danno la certezza che senza Dio non possiamo fare nulla… Grazie a Carlo e a tutti voi per le vostre riflessioni… Katia non è facile giudicare, ogni singolo caso, anche di separazione, ha spesso alle spalle grandi sofferenze, incomprensioni ecc. Posso solo dirti che io conosco anche delle coppie che si sono sposate consapevolmente, hanno fatto un cammino serio cristiano e poi, durante la loro vita matrimoniale (la vita contemporanea se non preghi ogni giorno in famiglia è carogna), alla fine, dopo innumurevoli dissapori e, a volte per le ingerenze delle suocere e parenti affini che non si fanno i fatti propri, perdendo Dio, si sono fatti del male a vicenda e hanno frantumato la loro vita e quella dei loro figli, ma soprattutto sono degli infelici.
    Preghiamo in questa quaresima per queste persone e offriamo i nostri piccoli sacrifici che questo tempo ci chiede anche per questi fratelli e sorelle. Dopodichè sono d’accordo, occorre sempre di più formarsi sempre. Io sono un insegnante e la formazione deve essere continua, per tutta la vita. Mi rimane inpressa una frase che Sara disse ad Abramo prima di morire con la quale gli confidava di invidiarlo perchè lui davvero aveva fede e conosceva bene Dio, ma lui gli ha risposto che la fede e la conoscenza non appartiene ad una sola persona. Nessun uomo potrà davvero conoscere Dio perchè la creatura non potrà mai eguagliare in tutto il Creatore. Tutto il popolo di Dio , dalla creazione in poi, si sta incamminando verso la piena fede che – attenzione io ci credo fermamente – dovrà inglobare anche l’antico popolo dell’Alleanza che dovrà riconosce Gesù di Nazareth come il vero Messia e il vero Re dei Re, per prepararci al ritorno definitivo del nostro Amato.

    1. Ciao Antonello, grazie, sono molto belle queste tue parole sul valore della formazione. Sono parole di speranza e ci aiutano a capire che con il nostro impegno personale, camminando insieme a Dio, possiamo sforzarci di migliorare sempe la nostra vita, superando gli immancabili momenti difficili. Ciao buona domenica.

  6. Titolo azzeccatissimo, Carlo ! dietro a questa leggi pro-forma, credo di sbagliare poco affermando che si nasconde il meschino interesse di legali rapaci che succhiano la Vita di coppie in crisi per buttarle più profondamente nella disperazione. Sto rinverdendo la mia filosofia dietro a mia figlia che sta preparando la maturità e colgo quest’occasione per far un “flash-back” alla “conquista” della libertà socialista che ha teorizzato il contratto in tutto, specialmente in ambito civile. Ricordo un esempio singolare avvenuto ell’estate del 2007 in Francia. Vidi molto movimento fuori ad una sede municipale : si stavano celebrando matrimoni civili, con tanto di spose in banco ed invitati “conciati a nozze”. Sembrava la fila alla mensa aziendale nell’ora di punta : avanti, a chi tocca ? Mi venne una tristezza profonda perchè in questo immanentismo strisciante si celebrava la “liberté, égalité, fraternité” del contratto sociale, che Rousseau aveva già abbondantemente commentato e che, in estrema sintesi, conferma l’idolatria umana che oggi ci ritroviamo con valori nichilistici all’ennesima potenza. Di cosa ci sorprendiamo ?
    Stiamo nel fondo del baratro educativo, sociale… ed umano. Persino lo squallore della selezione embrionale per selezionare il sesso del bambino che fa notizia in queste ore in Inghilterra è un ulteriore conferma.
    Solo restando “Saldi nelle fede” e “onorando il Padre e la Madre” e “Non avendo altro Dio all’infuori di Dio” possiamo rimediare responsabilmente a questo disastro.
    Basta dire “No” e farci sentire perchè esistiamo come persone e non come cavie da rottamare.
    Un Saluto a tutti.

    1. Grazie, Patrice, per questo tuo commento. Anch’io resto sempre più meravigliato di fronte a certe notizie, che sono un segno dei tempi. L’importante, come hai giustamente scritto tu alla fine del tuo intervento, è non tacere e farsi sentire, di fronte al male. Per questa ragione ho voluto scrivere una mia riflessione sul divorzio breve. E’ un argomento delicato, ma era giusto far sentire una voce, cercando anche di dialogare su questo tema. Il dialogo è stato finora molto bello e mi ha aiutato ad approfondire l’argomento. Grazie ancora, Patrice, e buona domenica.

  7. Mi sono sposato x amore, volendo fondare la mia famiglia sull’amore x sempre. Tre figli sono nati, cresciuti nell’amore famigliare e guidati nell’educazione, valori cristiani verso tutti. Ho rispettato l’altra, cercando di essere un marito e padre come promesso davanti a Dio quel giorno, rispettando x trenta anni la promessa di fedeltà coniugale, ( pur facendomi violenza x le occasioni continue, ma dicendo sempre NO), ho seguito nella mia umanità di polvere-uomo la Chiesa e i suoi insegnamenti, anche cadendo, non lo nascondo, avendo avuto la fortuna di incontrare due sacerdoti stupendi che mi hanno guidato come meglio non si poteva, e allora tu dirai? Risultato : mi trovo solo, con una separazione NON voluta ma che ho richiesto io, con immenso dolore e che sto vivendo con dolore, consapevole che mi mettevo “fuori dalla Chiesa”, non convivo con un altra donna, ma se capitasse una persona con i valori cristiani e di un cammino di fede vera insieme, non la rifiuterei. Davvero Dio, così misericordioso, non guarderebbe l’intenzione dei cuori ma giudicherebbe secondo le leggi dell’uomo e i suoi criteri umani? Anche se separato e prossimamente divorziato, so che la promessa fatta davanti a Lui quel giorno è, e rimarrà valida. I miei valori cristiani valgono sempre, anche se sono consapevole che errori ne ho commessi. Buona domenica a te e tutti.

  8. Ciao Franco, ti ringrazio per questo tuo commento così sincero. Lo apprezzo molto, perché mi rendo conto che non è facile parlare di cose così personali e delicate. Ciò che mi sentirei di dirti è: non ti sentire solo o schiacciato dal dolore. Credo che nella vita di ognuno di noi sia sempre utile il confronto con un sacerdote. Faccio un esempio personale, che non riguarda il tema del divorzio. Parlo, in generale, della mia vita. Io non sono stato sempre cattolico. Cioé: lo sono sempre stato, come battezzato, ma non lo sono sempre stato nello stile di vita. A me è stato molto utile confrontarmi con un sacerdote. Ecco… io penso che il dialogo, il confronto, la confessione, la direzione spirituale possano aiutare molto, per non provare quella sensazione di solitudine o di immenso dolore che a volte si può provare in certi momenti. Ti sono vicino con amicizia.

    1. Carlo condivido appieno ciò che hai detto occorre davvero la direzione spirituale di un sacerdote santo, la confessione mensile, e soprattutto noi dobbiamo accogliere sempre e non giuducare perchè oggi basta un attimo… Siamo con te Franco e con altri come te che portano una grande croce ma che certo, per la Misericordia di Dio, troveranno la Luce all’orizzonte dell’esistenza di ogni creatura amata da Dio…

  9. Cari fratelli in Cristo,vi ringrazio della vostra solidarietà: E si, non è facile mettere in “piazza” le proprie disavventure e/o errori ( perché di errori ne ho fatti anche io). Eppure la realtà dei fatti rimane quella, almeno nel mio caso. Vi dico che sono appena tornato dalla Chiesetta della Madonnina di Civitavecchia, dove, dopo aver incontrato mercoledì delle ceneri, il mio ex padre spirituale e ex parroco della chiesa all’epoca della lacrimazioni, (conosce tutto di me), mi ha confessato e dato appuntamento per oggi. In obbedienza, sono anche terziario francescano, ho obbedito e partecipato alla S.Messa da lui celebrata, e dopo quasi più di tre anni, ho ricevuto la S.Comunione. Confesso il mio batticuore prima, durante e dopo, perché sentivo e sento ancora la responsabilità del mio stato attuale e, la paura grande di “offendere Dio.Ma p. P…. è un sacerdote di una spiritualità incredibile, innamorato di Dio e della Madonna, e allora mi sono arreso……Mi batteva il cuore come ai due di Emmaus….Bene mi fermo qui, e grazie dal profondo del cuore x la vostra vicinanza. pace e bene.

  10. Caro Franco, ti sono sempre vicino nell’amicizia e nella preghiera. E’ proprio bella la chiesetta della Madonnina di Civitavecchia e la sento anch’io come un luogo di spiritualità e raccoglimento al quale sono affezionato. Un abbraccio.

  11. ciao franco ho letto la tua storia ti dico soltanto di non perdere la speranza di credere sempre in Gesù che è la nostra forza, ci ama immensamente e per Lui siamo speciali e unici . Preghiamo sempre il Signore della vita come dice chiara.. e GIOIA SIA

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