Attualità
IL LINGUAGGIO E LA PIENEZZA DEL CUORE: PORTARE CRISTO…(seconda parte)
A volte occorre far chiarezza aiuta a ‘connettersi’ con quanti amano la giustizia e cercano di praticarla, uscendo allo scoperto con sacrificio, sapendo di non essere proprio popolari perché si cerca di consegnare ad altri qualcosa in cui si crede profondamente e ci si accosta alla Verità per tentare di tradurla in parole e azioni…So che in molti sono impegnati nelle missioni estive e nella formazione…Per quanti invece si trovano in vacanza e non- purtroppo- in Brasile ad ascoltare P. Francesco…(le cui parole sono ridotte a frasi commentate e stravolte da tanti, media cattolici in testa!…), qualche riflessione in situazione penso possa aiutare a ‘inculturare’ la fede e la Parola per eccellenza: Cristo Gesù!
Nella prima parte, sollecitata dalla cronaca, mi chiedevo come il linguaggio dei cristiani oggi risultasse sommerso dalla violenza del mondo…Donne e uomini, in tanti, mi sembra, sperimentiamo le durezze o la violenza di frasi, offese, ingiurie anche prima di poter spiegare, fraintesi solo alla prima frase di risposta al telefono o dietro uno sportello, al lavoro o in automobile, se,vper caso, si sbaglia o si tentenna cercando di svoltare …In questi giorni, riflettendo sulle molte iniziative di comunità, movimenti, realtà ecclesiali ecc., pensando a coloro che restano da soli e che non hanno neppure possibilità di scambiare qualche frase con figli, nipoti o vicini di casa…mi chiedevo quale grado d’importanza, in questo nostro tempo logorroico e di comunicazione virtuale, assume per l’essere umano la ‘relazione efficace e soddisfacente’ con gli ‘altri’…e come Cristiani, come possiamo restituire importanza alle parole, ai gesti, al linguaggio ed alla comunicazione di ciò che siamo, viviamo, desideriamo offrire ad altri ?… Certamente, mentre ci rilassiamo un po’, è più facile diventare maggiormente consapevoli di pensieri e frasi, possiamo curare con attenzione e premura i nostri rapporti familiari, d’amicizia, i nostri incontri…Proprio i nostri nuovi incontri possono essere occasioni di ‘miglioramento’ del nostro modo di avvicinare gli altri…
I Cristiani, essendo sempre evangelizzatori, non potendo annunciare se stessi…hanno sempre la responsabilità di ‘portare Cristo’ …e se fosse semplice come un ‘enunciato’ il mondo non avrebbe bisogno d’altro! Sappiamo bene che l’origine di tanti conflitti sta dentro di noi, che per andare agli altri, senza proporre il nostro protagonismo e le nostre esigenze ‘indiscutibili’, necessitiamo di conversione continua, infaticabile, di mordere il freno con l’allenamento di Parola, Preghiera, Pazienza, Penitenza…se lasciamo correre Sacramenti e Meditazione per un solo giorno, ecco rispuntare l’uomo vecchio che s’impone con tutta la sua originaria violenza…Ben altra cosa è lasciarsi plasmare dalla Grazia, ascoltando l’incessante richiamo dello Spirito, le sue ispirazioni prima di proferire sillaba, facendo il vuoto davanti all’altro per accoglierlo e amarlo a fatti… Un esercizio per rimanere in forma ‘integrata’? Cerchiamo Gesù desiderando d’incontrarLo e amarLo, semplicemente, in coloro che ci ritroviamo accanto e che, al mare, in montagna o per le strade di città non troppo affollate, nel nostro stabile o sui mezzi pubblici, continua ad attendere il nostro sguardo attento e alla ricerca, capace di comunicare novità del cuore e di farsi prossimo al bisogno dell’altro…
Perdonate, ma devo testimoniare che frequentando N.O. ho appreso novità di sguardo nei confronti di giovani con difficili percorsi, avvertendo la necessità di amore che traspare da volti e occhi non sempre trasparenti…Per questi giovani e per quei due affamati di affetto materno, alla stazione (M. N.), chiedo a Maria il Bene, un proficuo futuro di luce, una svolta esistenziale che li riporti a Cristo e alla Vita piena…che ognuno possa lasciare un ‘pieno di amore’ nel cuore di chi avvicina e il desiderio di scoprire la Fonte di quel dono, per ottenere abbondanza di quanto abbiamo gratuitamente ricevuto in Colui che incessantemente ci ama, donandoci se stesso.
Gesù è il “Verbum”, però – e ciò nonostante – leggendo con attenzione il Vangelo, possiamo ben accorgerci come il suo stile sia tutt’altro che logorroico; poiché assai conciso, diretto ed anche deciso, persino “coraggioso”!…
Essere cristiani vuol dire seguire Cristo, ma pure fare del nostro meglio per imitarlo, facendolo addirittura “rivivere in noi” (v. la ben nota frase di san Paolo a tal proposito).
E il primo passo consiste sempre nel “dimenticare noi stessi”, oltre ad amare anche coloro che esercitano la violenza, senza dunque controbattere – se non quel minimo e solo se indispensabile – bensì lasciandocela scivolare addosso, come l’acqua che scorre sulla roccia…