Attualità
IL LINGUAGGIO DEI CRISTIANI e LA VIOLENZA (prima parte)
La Presidente Boldrini ha avuto il coraggio di dire chiaramente quanto, a livello culturale, le donne in Italia, più che in altri contesti europei, subiscano un linguaggio volgare e penalizzante in cui il maschilismo dei termini, sempre e solo facendo riferimento alla sessualità presunta e presa in causa in ogni situazione, si rivela dispregiativo, offensivo e inqualificabile nei confronti di tutte e solo delle donne. Lo stesso linguaggio estremamente diffuso e generalizzato usa termini esaltanti la sessualità maschile… imponendo parole ed espressioni tipicamente maschili, ormai sulla bocca anche dei più giovani e dei bambini e delle stesse donne (che ne risultano asservite!) non più di soli uomini in contesti ‘riservati’ o privati. Il linguaggio esprime quanto abbiamo appreso attraverso educazione e modalità di relazione: l’ira, la rabbia e la frustrazione affettiva, l’aggressività sessuale, si esprimono spesso, in primo luogo, con forme verbali sempre più violente, senza possibilità di contenimento, né si ricorre per tempo a chi potrebbe aiutare a risolvere il disagio o a ‘curare’ condizioni al limite o francamente aberranti, perché, quasi sempre, non si riconosce la propria partecipazione attiva e decisionale a quel comportamento: tutto è lecito, posso fare come mi pare, dire di tutto e distruggere quanto voglio, altro che l’invocazione ‘Signore poni un freno alla mia lingua!” (Sl 39, 1ss)… Sfogare violenza verbale o istinti aggressivi su chi capita si fa anche in Parlamento e noi paghiamo con il nostro lavoro e le nostre tasche simili ‘rappresentanti’ di miseria umana e culturale, talmente ignoranti e compromessi psicologicamente…da non riuscire a rappresentare neppure se stessi in modo decente…’umano e civile’, nonché dovuto a chi li ha votati o all’intera Nazione…Ma che cosa significano umanità e civiltà se nelle nostre scuole le parolacce sono tollerate come linguaggio colorito, le mode impongono nudità e disinvolti comportamenti sessuali in pubblico, osservati da altri con morbosa curiosità, se le madri non hanno alcun ascendente educativo nella formazione al rispetto del femminile da parte dei loro figli maschi e le donne non conoscono neppure il rispetto dello sguardo trasparente e premuroso, protettivo e sollecito dei loro padri??? Se qualche giornalista ormai alle soglie dell’aterosclerosi e del decadimento senile ritiene caratteristica maschile tipicamente italiana le frequentazioni perverse di vecchi che della loro età dovrebbero fare tesoro di saggezza e non occasione di continuo scandalo, accompagnandosi a ragazze più giovani delle loro figlie, quale rispetto e civiltà italica, latina o occidentale vorremmo trasmettere alle nuove generazioni? Mi chiedo, con quali occhi o paio di occhiali tali padri, avendo avuto anche la grazia di esserlo, guardano negli occhi delle loro figlie la bellezza del femminile e della dignità di cui dovrebbero essere i primi custodi?
Da sempre,forse perché esistono Padri e Madri ben diversi, per fortuna, oltre a modelli culturali ben diversi da quelli sopra esposti geneticamente radicati da generazioni in molte famiglie, per grazia e per fortuna, ho cercato di non lasciarmi scappare parole che già da adolescente non puoi non apprendere o memorizzare essendo pronunciate ad ogni passo da giovani, vecchi e bambini…come una vera piaga dilagante, in ogni contesto, persino ospedali e luoghi di cure…tutti hanno cavoli da offrire invece di gentilezza, saluti e buone maniere, tutti si sentono minacciati nell’unico prezioso ‘pseudocervello’ che sono in grado di usare…e se provi a farlo notare sei sempre la loro madre che li ha profondamente traditi (il complesso di Edipo è proprio quello del maschietto italiano!) da quell’unica donna che dicono di amare alla follia se li accudisce sino a sessant’anni almeno, ma nei confronti della quale – o del suo fare fagocitante (anch’esso tipico di troppe madri italiane)- nutrono un odio tale da riversare ogni sorta d’insulto e d’infame epiteto sulla prima donna che capita, come la rappresentasse a mo’ di feticcio e di sostituto distruttivo: da ciò tanta violenza nei confronti di mogli e, ormai, solo fidanzate, dato che al primo rifiuto la patologia latente si manifesta tragicamente…
LA mia analisi voleva essere solo introduzione ad una riflessione cristiana, dato che vita umana e cristiana per il cristianesimo sono inscindibili… ho usato qualche strumento professionale e ne ricavo, allora, una domanda al rovescio: dove sono i cristiani in Italia? Se consideriamo il numero medio di parolacce e d’insulti procapite a Roma (esempio), credo che di cristiani ci rimangano i santi nelle chiese e i martiri del Colosseo, esclusi, naturalmente, religiosi, ecclesiastici…e il Papa!
CHE COSA resta di quanto Cristo ha proferito e operato in tema di comunione tra uomini e donne? Come ci guardiamo l’un altro, fratelli? Che cosa significa essere fratelli e sorelle, lo siamo realmente in ogni pensiero, azione e presa di posizione? Con quale tipologia di coscienza ci accostiamo a Cristo e agli altri, noi uomini e donne, italiani a cui -col latte, un tempo- veniva data un’educazione cristiana…forse sempre troppo maschilista, finché un bel giorno ecco i risultati manifesti…Dobbiamo, noi donne, vergognarci d’essere italiane, nel terzo millennio, per l’arretratezza culturale in cui il cristianesimo annega? Le mie provocazioni alla vostra intelligenza so e spero saranno comprese adeguatamente…attendo davvero i vostri commenti!
Chiederei a tutti un contributo di diffusione per una nuova cultura cristiana di cui la stessa evangelizzazione non può fare a meno, per non testimoniare solo marginalmente il Cristo Signore che è pienezza di umanità e di comunione! Ci aiuti la Vergine della Luce, Donna di Comunione e di Speranza.
Non ritengo giusto accusare immancabilmente gli uomini di maschilismo, di violenze e turpiloquio… Io non ho mai detto parolacce e lo stesso non solo i miei figli, ma persino neppure i miei scolari (ogni volta che mi imbattevo in una nuova classe, le parolacce sparivano nel giro di circa un mese).
Ma consideriamo anche solo un po’ qualcosa dell’attuale “universo femminile”…
Da: “Felice sessualità nella vita cristiana” (Paolo Morandi).
E la situazione generale, anche proprio per tutto l’insieme di un simile aspetto emulativo, è ovviamente peggiorata!
Non ho scritto per sollecitare sessismi ed opposizioni, ma riflessioni approriate di amore e comunione…vedi immagine….comprendo che ferite ed esperienze negative possano prevaricare, ma come terapeuta vorrei potere eventualmenbte aiutare in altri contesti…Un padre rispettoso trasmette alle proprie figlie (o alle donne che incontra) rispetto di se stesse e bellezza…il resto deve essere ‘esposto’ all’amore di Dio Padre per essere profondamente ‘curato’: le nostre ferite possono essere immerse nel sangue di Cristo e offerte con Lui… leggendo con amore, cercheremo di commentare perchè arrivi amore, non per lanciare invettive… La Vergine del Carmelo ci indichi la via della santità anche nel camminare insieme (donne e uomini!). Un saluto.
A proposito di “riflessioni appropriate di amore e comunione”
Amare è, dunque, servire e – dato che “l’amore tutto vince” – mediante il servizio per amore, tu finisci perciò anche col regnare.
E a proposito di amore, libertà…se qualcuno di loro non crede alla parola di Dio, potrà arrivare alla fede guardando il vostro modo di vivere. Non ci sarà bisogno di tante parole” (I Pietro 3, 1).
Infatti (e non pochi l’avranno, penso, già sperimentato almeno una volta nella loro esistenza) quanto è potente l’operar bene di una donna – anche solo un sorriso o uno sguardo d’amore – sul cuore dell’uomo!
Veramente impressionante a tal proposito, soprattutto per la sua profondità psicologica e tanto più in tempi in cui lo studio della psicologia neppure esisteva, la seguente poetica frase di Michelangelo: “Il bacio di mia madre mi ha fatto pittore”.
Per arrivare, a tal riguardo, anche alle relativamente recenti affermazioni di Tolstoj; il quale appunto vedeva, soprattutto nella donna-madre, colei che ha in mano la salvezza del mondo. Ampiamente, dunque, insistendo che sono proprio le donne a fare l’opinione pubblica; quella opinione, cioè, attraverso cui si costruiscono nuove concezioni di vita (Tolstoj Verde -“Che si deve fare?” – Ed. Manca).
Per non scordare, infine, pure quanto il pontefice di santa Romana Chiesa assai angosciato disse alla vigilia della I Guerra Mondiale: “Datemi delle madri veramente cristiane e io potrò salvare questo mondo, che sta affondando” (san Pio X, papa dal 1903 al 1914).