Pensieri e Riflessioni
Un pastore insolito
Un Natale straordinariamente inatteso quello che mi sto preparando a vivere.
Mi siedo davanti al presepe di Cittadella Cielo e mi guardo diversamente attraverso alcuni personaggi e scene: mi dicono qualche cosa che non avevo ben consapevolizzato finora.
Da anni sono stato seduto come un pastore; lo osservo ora in una rappresentazione che per un cristiano simboleggia la Vita e la Gioia. La differenza di oggi, di ora che mi racconto, è che sono stato un pastore insolito. Ebbene sì. Scorgo in prospettiva, nel presepe, il castello di Erode. Sento mio anche questo personaggio; eccome se lo sento. Che contraddizione?!
In questa rappresentazione tuttavia si alterna il giorno e la notte. Un particolare mi cattura: una stella cometa. Sì. Mi attira e mi riempie di significato il momento presente, il qui ed ora, e il come sia arrivato ad un Natale piacevolmente insolito.
Da anni cercavo qualcosa che mi appagasse: quanti cammini anche belli percorsi, quante persone incontrate lungo la strada, ma anche quante arrese dinanzi ad una ricerca alle volte senza una meta concreta.
Nella notte, nel buio, dove mi sono ritrovato seduto nella routine di giorni apparentemente uguali, ordinari, sì, nel buio perché questo portavo dentro, la mia stella cometa si è materializzata in una persona, in un messaggio che per caso o per scelta di qualcUno mi sono ritrovato a leggere. La stella aveva una voce e diceva: “E gioia sia”. Che curiosità ha fatto nascere in me, che stupore insolito ho avvertito. Era proprio convincente. Ho provato a seguirla a distanza… Non capivo cosa volesse dire; in realtà non ero uno dei Magi.
Man mano che l’ho avvicinata ho percepito che mi stava mostrando dove stava la fonte della gioia, di un Dio che finalmente mi annunciava la gioia.
Sono entrato nel ‘presepe’ di questa vita: insolita, diversa, bella, impegnativa; la stella mi ha portato a un Dio diverso. Questa rinascita, questo qualcosa di nuovo mi ha svestito dal pastore insolito. Insolito perché si è accorto di aver indossato per anni gli abiti di Erode: del pastore teneva stretta solo l’ordinariertà, di Erode la paura di non avere più controllo del proprio regno.
Ora è un Natale piacevolmente insolito: del pastore sento di voler custodire lo stupore, la meraviglia di saper che ogni giorno è Natale se riconosco di essere un povero in attesa, un ricco in speranza, un forte perché la stella ha portato alla fonte della Gioia: Gesù.
Che gioia essermi fidato di una stella così convincente; che gioia riscoprirmi un semplice povero che sa ancora stupirsi. Ho trovato il mio posto in questo viaggio della vita fidandomi di una stella! Fidati anche tu della stella che intravedi nella tua notte!
Scusate, ora scappo. Mi stanno chiamando tutti gli altri pastori a cantare la gioia di quest’incontro che ha cambiato a tanti, me compreso, l’oggi.