Tante volte mi sono chiesto se le opzioni che i social mettono a disposizione per dimostrare il nostro interesse, che sia positivo o meno, si potesse ridurre in un MI PIACE o NON MI PIACE. È vero che sono state aggiunte innumerevoli altre possibilità che avrebbero il compito di esprimere con delle faccette emozioni virtuali dinanzi a foto o notizie pubblicate sui social; resta il fatto che sono solo giudizi passivi. Papa Francesco durante la sua visita a San Giovanni Rotondo e Chiara Amirante nel suo ultimo libro: Il Grido Inascoltato, parlano entrambi della società dei like. Quale altra opzione potrebbe allora sostituire quella del MI PIACE o NON MI PIACE? Quale altro tasto proponiamo ai giovani di cliccare?
L’utilizzo dello smartphone e dei social per comunicare con gli amici -sempre in cerca di nuovi like- e con il mondo continua a crescere. […] La linea di confine tra mondo reale e mondo virtuale, diventa sempre più labile…” Chiara Amirante, Il Grido Inascoltato
La ricerca dei like è un dato di fatto. Spesse volte in Comunità a Nuovi Orizzonti Chiara ci chiede di fare il semplice esercizio di quantificare il tempo che trascorriamo nei social e quanto ancora passiamo a scrutare i vari profili per vedere quanti like abbiamo raggiunto. È un esercizio che faccio spesso e altrettanto spesso mi stupisco nel vedere quanto tempo dedico a questa ricerca. Cosa mi fa ricercare dunque tanti like o vedere i like altrui? Forse che il virtuale non mi dà altre possibilità di scelta se non quella del MI PIACE o NON MI PIACE?
San Pio ha combattuto il male per tutta la vita… […] Tanti ne parlano bene, ma quanti imitano? Molti sono disposti a mettere un MI PIACE sulla pagina dei grandi santi, ma chi fa come loro?”. Papa Francesco, Omelia a San Giovanni Rotondo
Oggigiorno si parla di imitazione per enfatizzare e caricaturare qualcuno ironizzandolo o per assomigliare a ideali molto distanti dalla realtà, appartenenti a paradisi artificiali. Un santo come Padre Pio, con una nomea da taumaturgo ad effetti speciali, sarebbe, in un suo profilo Facebook di quest’epoca mediatica, sicuramente pieno di like e richieste di amicizia. Ma sono disposto ad imitarlo? Beh, parliamone. Tutto ciò che vedo nei social è uno scorcio di irreale che mi allontana, almeno per un istante, dal momento presente, dai pensieri a volte negativi, dal stare fermo nel presente per viaggiare in un mondo dove mi viene chiesto di restare solo uno spettatore passivo, in cui l’unico sforzo che dovrei fare è quello di cliccare…MI PIACE o NON MI PIACE.
Mi sorge spontanea una domanda: in tutto ciò sono e siamo felici?
I santi diventano degli esempi e una proposta in questo cammino verso la felicità: sono persone prima di tutto realizzate. Siamo abituati a vederli spesso come qualcuno di molto distante: ci siamo noi, poveri e peccatori, e poi ci sono loro. Se guardiamo invece le loro storie, vedremo quanto sono affascinanti poiché ognuno ha le sue povertà, i suoi combattimenti, le sue spine nella carne, eppure sono innanzitutto persone veramente realizzate perché Dio che è Amore, ci ha creati a sua immagine e somiglianza.” Chiara Amirante, Il Grido Inascoltato
Sì, in effetti ho molte volte visto i Santi come delle persone a cui rivolgersi in caso di emergenza, quasi fossero distributori di grazie particolari. Nel mondo virtuale poi si propinano immaginette devozionali che girano a mo’ di catena, addirittura come portafortuna. Sì, forse è il caso di aggiungere un altro tasto su cui cliccare. È necessaria un’altra opzione proprio perché i Santi non rimangano chiusi in qualche quadretto devozionale, ma diventino delle proposte viventi nel raggiungimento della felicità. In tutte le opzioni manca forse la principale: il tasto MI DONO!
Perché la vita cristiana non è un MI PIACE, è un MI DONO. La vita profuma quando è offerta in dono; diventa insipida quando è tenuta per sé.” Papa Francesco, Omelia a San Giovanni Rotondo
Sì, io clicco MI DONO! Voglio essere felice!
Luca Drusian