Da piccolo son cresciuto fra quattro donne di cui mia madre e tre sorelle più grandi.
Mentre scrivo queste righe mi sorge un dubbio: vuoi vedere che essendo il più piccolo a casa, non venivo ascoltato, il mio esprimermi non era considerato,
di conseguenza son cresciuto pensando di essere inferiore verso il sesso femminile, procurandomi problemi nel relazionarmi con esso?
Per anni ho vissuto di “usa e getta” credendo che conquistando tante donne mi sarei stimato, anche se dopo ogni rapporto con ognuna, un senso di vuoto diveniva ogni volta un po’ più grande e per riempirlo avevo bisogno di una “dose” sempre maggiore. Instauravo relazioni superficiali e passeggere.. fin qua andava “tutto bene” anzi, ero contento delle mie conquiste, non rendendomi neanche conto del male che potevo fare.
Le pochissime volte che avrei desiderato innamorarmi, emergevano: paura di aprire il cuore, ansia da prestazione e incapacità ad amare, così, la cosa più semplice da fare era scappare, mettere a tacere le emozioni che provavo, non erano per me, io non potevo vivere l’amore, perché il più nobile dei sentimenti mai sarebbe venuto a trovarmi.
Ero fidanzato, ma non sapevo cosa fosse l’amore e una sera in macchina in un parcheggio, ascoltando il solito Vasco arriva … “Il tango della gelosia”. Le sue parole comprendono in pieno il mio disagio.
“non è la gelosia quello che sento dentro. È più una malattia che non ci riesco, che non capisco proprio.
Scopro che son “malato”… ma di certo non sapevo come guarire.
“Che cosa conta se tu sei solo mia? Che cosa importa?”
“e non andare via neanche con lo sguardo
quando mi siedi accanto”
Eccole qua… le paranoie, bastava che guardava qualcun altro e m’arrabbiavo, era la reazione esterna ma dentro mi sentivo inferiore a chiunque.
“Senz’altro che sei mia, e di chi altro?”
Pensiero fisso che non si era mai tolto dalla mia mente.
Per fortuna ci pensa la vita.
Oggi mi ripresenta contesti analoghi, in altri luoghi e con persone differenti a distanza di tempo, offrendomi la possibilità di scegliere “come” viverli. Opportunità datami grazie a dei strumenti che ho acquisito nella mia esperienza comunitaria a Pistoia, divenendo consapevole di alcuni condizionamenti che non mi han permesso di essere me stesso per tanto tempo, privandomi di questo grande desiderio che oggi provo, essere felice “veramente”.
Enzo Patria