Spiritualità

INTERVISTA A CHIARA AMIRANTE sulla Chiesa di oggi e il tempo che stiamo vivendo.

INTERVISTA A CHIARA AMIRANTE sulla Chiesa di oggi e il tempo che stiamo vivendo.

Dalla RIVISTA VENITE E VEDRETE della Comunità Magnificat, realizzata da don Davide Maloberti.

 

Nata nel 1966, è fondatrice e presidente della Comunità “Nuovi Orizzonti”. Fin dal 1990 Chiara decide di dedicarsi ai ragazzi di strada, al “popolo della notte”, nei luoghi più degradati di Roma. Nasce così “Nuovi Orizzonti” che – dalla prima comunità residenziale per una ventina di ragazzi a Trigoria – si trasforma in breve tempo in una vera e propria “factory dell’amore”, della solidarietà e dell’accoglienza con sedi e attività in diverse parti del mondo.

Nel 2003 il sindaco di Roma Walter Veltroni le ha consegnato il Premio Campidoglio.
Nel 2004 Giovanni Paolo II l’ha nominata consultrice del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti e dal 2011 è membro del Comitato scientifico per la rivista “People on the Move dello stesso Dicastero: Nel 2012 Benedetto XVI l’ha nominata consultrice del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione ed è stata nominata uditrice alla XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi.

L’impegno di “Nuovi Orizzonti” si dispiega su vari fronti: 854 Equipe di Servizio, 207 Centri di accoglienza, formazione ed orientamento, di cui 70 Centri Residenziali di Accoglienza, Reinserimento e Formazione; 52 Centri di Ascolto di Prevenzione e di Servizio; 85 Famiglie Aperte all’accoglienza; 5 Cittadelle Cielo in via di realizzazione, più di 450.000 Cavalieri della Luce impegnati a portare la rivoluzione dell’amore nel mondo.

Chiara Amirante è autrice di molti libri tra cui i bestseller Solo l’amore resta (Piemme 2012) e E gioia sia (Piemme 2014). E’ appena uscito il libro Dialogare con Dio (Piemme 2015) già 1° in Amazon nel reparto spiritualità.

INTERVISTA

E’ un tempo nuovo per la Chiesa in cui ripartire. Ogni tempo forse lo è. Si sta per aprire l’Anno della Misericordia, a che cosa è chiamata la Chiesa secondo te?

Tra le parole più utilizzate da Papa Francesco abbiamo: “misericordia”, “gioia”, “evangelizzazione”, “periferie esistenziali”, “lacrime”… Credo ognuna di esse ci sveli qualcosa di un tempo in cui i  precari equilibri tra le nazioni si giocano su delle polveriere. Dinnanzi ad un mondo che ha scelto una “silenziosa apostasia” Dio ci dona un tempo di conversione e Misericordia nel quale la Chiesa è chiamata ad essere annunciatrice della gioia del Vangelo con una particolare attenzione alle periferie esistenziali imparando a farsi carico del grido dell’umanità, dando risposte liberanti. Abbiamo una enorme responsabilità come cristiani oggi.

Lei ha iniziato la sua esperienza da una sofferenza personale in cui ha sperimentato l’intervento di Dio: che cosa è rimasto in Lei di quegli inizi?

Sono sempre agli inizi. Prima in strada da sola di notte quando avevo poco più di 20 anni con il “popolo della notte”, ora insieme ad un “popolo della Luce” che – dopo esser passati dalla morte alla vita – cercano i propri fratelli e le proprie sorelle là dove prima vivevano di espedienti, violenza, tenebre e seminavano ‘morte’. In pochi anni i Centri sono diventati 207, le Equipe di servizio 854, i Cavalieri della Luce 450.000. E’ sempre un nuovo inizio di missioni, evangelizzazione, abbandono alla Divina Provvidenza con cui si sostentano tutte le opere di Nuovi Orizzonti. Più passa il tempo più contemplo i miracoli di Dio ma sento anche crescere il grido di quanti sono ancora nell’inferno della separazione dall’Amore di Dio.

Tra i poveri della Stazione Termini, una delle “periferie” del mondo, per dirla con Papa Francesco. Che cosa si trova e che s’impara dalle periferie?

San Benedetto nella sua regola scrive che “spesso lo Spirito Santo parla attraverso l’ultimo arrivato”. Alla scuola dei piccoli e dei poveri si incontra Gesù che ti parla cuore a cuore e ti insegna sempre cose nuove. Ma attenzione a non confondere le “periferie” con dei luoghi fisici. Il Papa ce l’ha spiegato bene: “Essere in uscita significa innanzitutto uscire dal centro per lasciare al centro il posto di Dio”. Periferia esistenziale è ogni cuore che ancora non ha incontrato l’Amore di Dio.

Uno dei verbi-chiave al centro del convegno di Firenze è “uscire”. Ma spesso più che uscire, la gente fugge dalle proprie situazioni. Ma esattamente, da cosa fugge?

Il mondo odierno cerca la felicità ovunque e a tutti i costi, ma ha dimenticato che è Dio la felicità. Incontro persone, soprattutto giovani, devastati dalle seduzioni delle false luci a neon proposte con forza dai tanti profeti di menzogna che popolano i media e i new media. Arrivano da noi con la morte nel cuore. Cercano la felicità, ma la cercano nei posti sbagliati. Il Vangelo da vivere alla lettera che guida le nostre giornate diventa quel centro da ritrovare in se stessi. E’ il viaggio più difficile in assoluto, quello al centro del proprio cuore in cui ritrovare Dio.

Il vostro Movimento sta crescendo. Intanto però la Chiesa fa i conti con i numeri che calano (sacerdoti, consacrati…); la Chiesa è minoranza, lo si vede, ma qual è suo parere la Chiesa avremo tra 20 anni?

Grazie a Dio la Chiesa è Opera di Dio e Gesù ci ha promesso che “le porte degli inferi non prevarranno”. Pertanto credo che dobbiamo solo preoccuparci di mettere tutto il nostro impegno per essere cristiani autentici, credibili, radicali, innamorati. Preghiamo e amiamo la Chiesa e sicuramente vedremo i miracoli che solo l’amore può compiere, perché Dio è Amore!

Quali sono i pilastri della vostra comunità?

I pilastri centrali sono: la preghiera, la  comunione, l’evangelizzazione, la formazione. Ogni settimana è scandita da un orario che ha nella meditazione del Vangelo da vivere alla lettera il suo cuore. Anche in Facebook nella mia pagina pubblica ho condivido ogni mattina una «Parola di Luce» dal Vangelo del giorno che cerchiamo di vivere insieme scegliendo un piccolo impegno concreto. Poi ci sono le missioni in Italia e all’estero che si possono vivere come volontari, da interni o esterni, grazie ai tanti Gruppi, Cenacoli, Comunità. Ovunque cerchiamo di vivere in comunione anche se oggi tra i 600 Piccoli della Gioia – i nostri consacrati – la maggior parte sono sposi e laici nel mondo. La formazione è su un programma chiamatao «L’Arte di Amare», un cammino di conoscenza di sè e guarigione del cuore. Ci sono poi work-shop specifici nelle varie equipe di servizio: evangelizzazione di strada, media e new media, carcere, ospedali, volontariato internazionale, ecc…

 

Seguire Cristo da vicino: a lei che cosa ha chiesto Gesù nella sua vita?

Credo a ciascuno chieda tutto! Non ci sono mezze misure con Gesù. Lui si dà tutto a noi e a ciascuno chiede tutto. Un amore vero, pieno, sincero senza se e senza ma. A me ha chiesto di amarlo come a tutti. Con la Sua Grazia ci sto provando.

 

Si chiude il Sinodo sulla famiglia e si apre l’Anno della Misericordia. In tanti dicono: occorre dire in modo nuovo la verità del Vangelo per l’uomo ferito di oggi. Voi che cosa fate in questa direzione?

Il Papa ha spiegato bene che la “dottrina” e il “depositum fidei” resta inalterato. Il Vangelo non si può annacquare. Sarebbe un grave errore. Però il mondo cambia, l’uomo cambia, per questo va cambiato il modo di annunciare. Già San Giovanni Paolo II diceva che “la nuova evangelizzazione non consiste in un nuovo Vangelo, ma in una novità di stile, metodo, linguaggio, ardore”. E’ necessario che la pastorale sia sempre attenta alle nuove sfide che di volta in volta ci interpellano come cristiani.

 

Nella Chiesa “ospedale da campo” la vostra comunità chi è?

E’ un piccolo semino nella Chiesa che cerca di dare il proprio contirbuto con un Carisma specifico ricevuto da Dio, ovvero: «portare la Gioia di Cristo Risorto con una particolare attenzione al mistero della discesa agli inferi di Gesù». Cerchiamo di essere attenti agli «inferi» dell’oggi e proprio là cerchiamo di scendere insieme a Gesù per annunciare la sua gioia!

 

La Chiesa non è “il” Chiesa, ma “la” Chiesa, ha ribadito più volte Papa Francesco. Lei è una delle poche donne ad aver partecipato al Sinodo nel 2012 ed è consultrice in due Dicasteri da anni sotto ben tre pontefici… Che cosa porta la donna nella Chiesa? Come dev’essere valorizzata di più?

Credo sia fondamentale rivalutare la presenza della donna, ma non certo conformandosi a pericolosissime teorie che vorrebbero affermare un’ infondata uguaglianza tra uomo e donna, bensì valorizzando la ricchezza della diversità come complementarietà. E’ proprio in questo riconoscere il carisma proprio, il dono specifico dell’uomo e della donna che si realizza, nella relazione di rispetto e di amore, quella pienezza della vita trinitaria che siamo chiamati a vivere, perchè possa risplendere, in tutta la sua bellezza, quella immagine e somiglianza di Dio impressa nella nostra anima: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò (Gen 1,27). E’ importante riscoprire la bellezza propria del maschile e del femminile, due sensbilità diverse che armonizzate si arrichiscono a vicenda.

 

Chiara, un nome e un programma, verrebbe da dire. Come inizia lei le sue giornate?

Abbiamo un orario in Comunità che scandisce un ritmo intenso: 6,45 Adorazione e Lodi, 7,30 Meditazione comunitaria del Vangelo, 8.00 S. Messa. Mattina e pomeriggio sono molto impegnativi in tante attività, il Rosario ci aiuta a fare una pausa prima del pranzo. La sera l’esame di coscienza sulla Parola del giorno. Ma al di là degli schemi è il cuore che deve sempre restare in dialogo interiore con Dio.

A tal proposito, ci puoi spiegare cosa troveremo nel tuo nuovo libro “Dialogare con Dio”? Il Cardinal Marc Ouellt prefetto dei Vescovi nella prefazione dice che «Questo libro è per le anime assetate di autentica spiritualità».

Oggi, anche chi si dice cristiano, tende troppo spesso a vedere la preghiera come un dovere, un compito da assolvere, nella speranza di guadagnare qualche “buono-Paradiso”. Abbiamo dimenticato quanto la preghiera sia fondamentale per vivere la nostra vita in pienezza e per custodire la pace nel cuore». In questo piccolo manuale pratico  per imparare l’arte di ascoltare e parlare con Dio, ho cercato di condividere alcune delle scoperte fondamentali che hanno segnato una svolta fondamentale nella mia vita e poi in quella di tanti. La preghiera è un’arte e come tutte le arte richiede impegno, tempo e dedizione. Ho cercato in questi anni di restare sempre alla scuola del Maestro dei maestri e ho scoperto che Lui stesso nel vangelo ci ha dato tantissimi suggerimenti importantissimi perché la nostra preghiera non si riduca a dei monologhi sterili o alla ripetizione distratta di testi imparati a memoria, ma diventi l’ossigeno della nostra anima, una relazione vitale  di amore con Colui che è L’Amore.

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1 thought on “INTERVISTA A CHIARA AMIRANTE sulla Chiesa di oggi e il tempo che stiamo vivendo.”

  1. Ho conosciuto Chiara, purtroppo da poco, ma già la ammiro tantissimo. Ho avuto il privilegio di ascoltarla dal vivo ad Andria il mese scorso. Ha saputo conquistare la platea e me. Ho acquistato il suo libro che sto iniziando a leggere e ho aderito con entusiasmo ai Cavalieri della Luce. Spero che questo mio inizio mi porti sul cammino del Vangelo e di Cristo.
    Grazie Chiara per il tuo esempio.
    Leonardo Giannini

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