Attualità

Voglio una vita diversa. E voi?

Girando su Yahoo – Answers e altro, mi sono imbattuta in uno scambio molto interessante. La gente comincia a stancarsi di tutte quelle promesse di vita che il mondo le propina. Il desiderio di verità, di autenticità e di vita interiore sana e libera si fa sempre più prepotente. Vi invito a leggere….

  • Voglio una vita semplice, felice, una vita che mi sappia sorprendere ogni giorno, che mi sappia dare di più di quel che riceve, che mi sappia conoscere. Non voglio MAI più quelle tante piccole sofferenze che stressano e creano tanti di quei problemi psicologici che oggi abbiamo e che una volta non avevano. Io non voglio una vita piena di guai, non voglio una vita spericolata, ma una vita serena e tranquilla. Perché in questa società-guscio non è possibile? Perché alla sera devo mettermi le mani nei capelli per pensare al giorno dopo? Perché nel medioevo che morivano di fame avevano tempo di dipingere? Perché nella società della tecnologia e del ”fa tutto il computer” non ho neppure un po’ di tempo per bere una tazza di thè? Chi sono io per tutti quelli ha cui faccio un favore? Per tutti quelli a cui compro i prodotti, per il macellaio, per il supermercato, per la multinazionale? Chi sono? Niente. E allora perché non ho possibilità di cambiare? (Spirito del pappagallo)
  • Sai, ho combattuto molto anch’io contro questa tua stessa angoscia. Si tratta di qualcosa di fondamentalmente reale, che coinvolge tutti, ma soltanto le persone più sensibili e radicalmente consapevoli di se stesse se ne rendono conto. Come se fossimo stati tutti ingoiati da una marea travolgente, dove pochi sanno tirar fuori la testa per respirare. Il tuo è un disagio che ho avvertito anch’io molte volte, e lo capisco. Si tratta di qualcosa di rischioso, che costa molta fatica ed energie, ma esiste una possibilità per reagire. Quando lo scenario attorno a te tende a riconoscerti soltanto se sei dotato di I-phone e capi firmati, se fai una vita ‘spericolata’ (spesso si tratta di una condotta esistenziale squallidamente banale ma che si pensa trasgressiva), se fai uso di cocaina, insomma, se l’idea forte che passa è quella acquisire tanti più diritti d’esistenza quanto più si consuma, sorgono problemi tutt’altro che eludibili. Ebbene, io credo ci sia un legame diretto tra il senso di straniamento della civiltà occidentale, del mondo quotidiano in cui siamo immersi, e il suo legame con la terra. Parlo di terra in senso ampio, come nostro ambiente originario, come rapporto con la nostra natura di donne e uomini e con la meraviglia intrinseca dell’esistere. Vivere significa stabilire un rapporto con il mondo, e di mondi ce ne appaiono tanti. Certo, quello che imperversa e che sembra dominare è quello delle vetrine, della nanotecnologia, dello sballo per certi aspetti, della frenesia del modus vivendi occidentale. Esistono però altri tipi di mondo: dipingere sul terrazzo, ascoltare musica non commerciale, lavorare a ferri, fare il pane in casa, non guardare la TV, fare meditazione, non comperare i prodotti delle multinazionali, camminare tra i campi… camminare lenti nei meandri del nostro io cercando risposte o domande che diano senso e dignità al nostro esistere… sono tutti comportamenti che non s’intonano certo con quella che è la tendenza dominante, ma possono essere messi in atto. Una possibilità di sottrarsi al marcio che infesta la maggior parte delle esistenze contemporanee a noi circostanti è molto più reale di quanto si pensi. Come dici tu, nel Medioevo avevano fame ma amavano l’arte. Nel Medioevo però non c’erano fabbriche, non c’erano gli stati nazionali, non era il mercato a determinare la vita di milioni di persone, ma la lotta per la vita. Io credo che dovremmo recuperare proprio quest’anima guerriera, combattendo prima di tutto contro noi stessi e la nostra tendenza alla rassegnazione o al pessimismo. In un secondo momento, occorre la forza di rivolgere le armi contro l’esterno, cercando di modificare la realtà che ci circonda. Io credo che anche la semplice consapevolezza che tu dimostri costituisca un importante passo, in questo senso.Allora emergeranno improvvisi tutti i significati semplici ma latenti delle cose. E quella che tu chiami ‘vita tranquilla’ si mostra tutt’altro che banale. Ci si emoziona guardando le gemme a primavera, ci si commuove di fronte ad una cucciolata di gatti randagi, si stringe la mano ai barboni, ci si rallegra di poter mangiare un piatto di pasta. Quella granitica e immobile quotidianità tanto bistrattata, se non desacralizzata, si illumina di una nuova luce. La luce del nostro sguardo diverso su di essa. Si ristabilisce un contatto vero con le cose da nulla. E si instaurano rapporti autentici in grado di dare valore al nostro vivere. Credo, insomma, che alla base del senso e come presupposto della gioia ci sia la meraviglia. Qualcosa di simile all’atteggiamento dei bambini di fronte alle cose, come diceva Wittegenstein o, come scriveva Heidegger più di ottant’anni fa, al sentimento che si prova quando ci si accorge di come “le cose, in generale, siano piuttosto che non essere affatto”. (Neobule90)
  • Chi di voi si è stancato di Facebook alzi la mano. Io!
    La chat, le gelosie, lo spianaggio dei profili, i messaggi indiretti, le foto sospette, le amicizie ironiche, i flirt impossibili… Non so voi, io ho sentito il bisogno di disintossicarmi da tutto ciò e mi sono chiesta, “Ma la mia figlia piccola proverà mai il brivido di un sentimento reale, vero, puro, come si provava una volta?”
    Alcuni giorni fa a me e’ successo.E’ successo non su FB, non su Whatsapp, ma nel mondo reale.
    Sembra paradossale, ma ho provato una vera sensazione, come quelle di una volta.
    E così, con poco mi sono sentita tanto felice. Perché ?
    Perché ho visto dopo tanto tempo una persona a me molto cara.
    Perché e’ bastato uno sguardo per chiarirsi su tutto.Perché anche se due persone non si vedono e non si parlano, una sola parola può colmare mesi di silenzio.Perché le sensazioni provate da giovani rimbombano armoniosamente nei nostri cuore e, anche se ora siamo grandi, non ci vergogniamo dell’ innocenza del nostro affetto.
    Perché ci sono legami talmente forti che nè il tempo nè la distanza nè le trappole della moderna tecnologia possono mai intaccare. (adultamadre85)

Leggendo questi mini dialoghi mi è salita dal cuore una esclamazione:” Non siete lontane dal regno di Dio!” (Mc. 12,34)

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